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giovedì 28 settembre 2017

Tiberio, il molisano che scoprì la penicillina 35 anni prima di Fleming

Un italiano intuì il potere curativo delle muffe molti anni prima della penicillina di Fleming.

Nuovi documenti dimostrano che ad attuare quella vera rivoluzione per la medicina mondiale, ossia l'invenzione della penicillina, non fu, come tutti ritengono, nel 1929 il medico inglese Alexander Fleming, che scoprì casualmente il potere battericida del fungo Penicillum, mail merito andrebbe ad un medico militare della Regia Marina, originario del Molise.

Il maggiore medico Vincenzo Tiberio, 35 anni prima di Fleming aveva già acutamente osservato il potere antibiotico delle muffe, l'aveva studiato e sperimentato pubblicando i risultati su l'importante rivista scientifica. Purtroppo però, come altre volte è accaduto per i geni italiani, la sua scoperta rimase all'epoca del tutto ignorata. In effetti, ancor oggi il suo nome ai molti non dice nulla, eppure i suoi discendenti affermano che: "Esiste un documento che prova le sue ricerche. È ora che il mondo ne riconosca i meriti".

Il dottore era nato nel 1869 a Sepino, paesello in provincia di Campobasso. Iscrittosi alla Facoltà di Medicina presso l'Università di Napoli, andò ospite dallo zio ad Arzano in Campania. Nel cortile di questa casa vi era un pozzo dove veniva raccolta l'acqua piovana che era utilizzata per bere, dai contadini. A causa dell'umidità, la cisterna veniva spesso invasa da muffe verdastre, per questo veniva periodicamente ripulita.

Tiberio osservò che, stranamente, ad ogni ripulitura del pozzo, le persone che ne bevevano l'acqua si ammalavano di gastrite. Le stesse persone, invece, guarivano non appena la cisterna veniva nuovamente invasa dalle muffe.

Il giovane medico intuì che i due fenomeni dovevano essere connessi tra loro. Prelevo' alcuni campioni di muffa e scoprì che alcuni infomiceti (muffe) liberavano sostanze capaci d'inibire lo sviluppo di batteri, nonché di attivare la risposta chemiotattica (lo spostamento dei patogeni), nell'organismo infetto. Quindi procedette con la sperimentazione scientifica. Ottenendo dei risultati in vitro e l'osservazione su dei topi in laboratorio.

Soddisfatto del proprio operato, Tiberio cominciò la relazione sulla sua ricerca in facoltà, ma riscosse scarso interesse. Solo nel 1895, dopo la laurea, poté finalmente pubblicare negli "Annali di Igiene sperimentale", una delle più importanti riviste scientifiche dell'epoca, la sua ricerca in un saggio dal titolo "Sugli estratti di alcune muffe". 

Purtroppo, anche dopo la pubblicazione la ricerca non ebbe un riscontro entusiasmante, per questo il giovane medico amareggiato e deluso abbandonò l'Università, partecipò al concorso per medico nel Corpo Sanitario Marittimo e lo vinse. Allontanandosi così, definitivamente, dalla carriera accademica.

Insomma, pur non riscuotendo gli stessi pareri positivi del suo antagonista Fleming, Tiberio molti anni prima e contro lo scetticismo di una scienza che ancora non era pronta, riuscì a scoprire l'effetto antibiotico delle muffe.

Capita a volte nella vita anche di ogni giorno, di perseguire la via giusta nel momento sbagliato. L'importante è percorrere sempre la propria strada.




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