Ieri sulle tavole degli italiani,per la Festa del Papà, c'è stato un tripudio di dolci: le tradizionali zeppole.
Come vuole la leggenda fu proprio il papà di Gesù a tramandare ai posteri la famosa zeppola di San Giuseppe.
Infatti, essa racconta che San Giuseppe, fuggito in Egitto con Maria e Gesù, per mantenere la propria famiglia fu costretto a vendere delle frittelle.
Quindi, in onore proprio del Santo, dimostratosi un onesto padre di famiglia, pronto a tutto per adempiere ai propri doveri di capofamiglia, la zeppola fu adottata nel nostro Paese come dolce per antonomasia della ricorrenza della festa del papà.
La ricetta originaria che affonda le sue origini già nell' antica Roma, prevedeva un impasto semplice fatto di farina, acqua, sale e spolverato con aromi. Invece la zeppola che conosciamo noi, il golosissimo dolce fritto, nasce nel diciottesimo secolo ed è sicuramente più ricca, è ripiena con crema pasticcera e ha in superficie un' amarena sciroppata.
Diverse sono le ipotesi sull' etimologia della zeppola, secondo alcuni deriva da " serpula" che in latino vuol dire serpente , richiamando alla forma di serpente chiuso in se stesso. Secondo un' altra scuola di pensiero, il termine viene da " zeppa" , il pezzo di legno usato per otturare una fessura o dare stabilità ai mobili; anche in chiaro riferimento alla professione di San Giuseppe( falegname).
Le zeppole vengono preparate e consumate in numerose varianti e in altrettante regioni italiane, soprattutto nell' Italia del Sud e nell' Italia centrale dove sono consumate anche per aprire i festeggiamenti carnevaleschi prima dell' austerità della Quaresima.
Le zeppole salentine erano anticamente fritte nello strutto, sotituito poi dall' olio e oggi possono essere farcite con la classica crema pasticcera oppure con una al cioccolato.
In Puglia, sono molto diffuse anche nella versione al forno; mentre in Sicilia acquistano un profilo più orientale, dovuto all' impasto fatto con farina di riso e poi ricoperte con miele e zucchero a velo.
In alcune zone della Calabria la zeppola, tipica del periodo natalizio è farcita con ricotta, zucchero, cannella e limone ed ha pure la patata come uno degli ingredienti principali dell' impasto.
A Napoli, dove questo dolce è fortemente amato e ben radicato nella tradizione culinaria, oltre alle zeppole di San Giuseppe, presenti ormai in tutte le pasticcerie anche nella versione " mignon" , è molto apprezzata anche la versione originale, cioè quelle di semplici frittelle salate, fatte di pasta cresciuta.
La prima ricetta delle zeppole di San Giuseppe compate nel 1837 nel ricettario del cuoco e letterato Ippolito Cavalcati, a dostanza di 180 anni, questo è diventato talmente un dolce simbolo da essere indicato come alimento PAT; ossia registrato come prodotto agroalimentare tradizionale.
Quindi la ricetta e tecnica di lavorazione sono tradizionali e consoludate nel territorio da almeno 25 anni. A prescindere da questo seppur importante marchio, le zeppole sono e rimangono uno dei dolci più apprezzati, ideali per aprire la danza all' allegria della primavera e perfette nella loro semplice e saporita ricetta.
Poi sapere che anche un Santo le ha usate per sbarcare onestamente il lunario e far star bene i propri cari, come ogni buon padre dovrebbe fare,non fa altro che aggiungergli altro sapore.
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