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lunedì 24 aprile 2017
Come smettere di fumare
Una delle prove più dure d'affrontare per la forza di volontà, è quella di smettere di fumare. Impresa ardua praticamente impossibile per i fumatori incalliti, che spesso sono visti come deboli o con scarsa motivazione a smettere. In loro aiuto, le neuroscienze suggeriscono l'esistenza di un meccanismo neurale che può aiutare a troncare l'uso di nicotina. Uno studio condotto presso la Medical University of South Carolina e pubblicato su Jama Psychiatry, rivista dell' American Medical Association, ha dimostrato che l'abilità di smettere di fumare è influenzata da un circuito neurale in grado di inibire i comportamenti automatizzati. Il prof. Brett Froeliger, primo autore dello studio, sostiene che fumare diventa un comportamento automatico, è come se nel nostro cervello, lo stimolo ad accendere una sigaretta inizia nello stesso modo in cui il nostro piede preme l'acceleratore quando siamo alla guida e un semaforo diventa verde. Quindi, riuscendo ad intervenire sul meccanismo automatico si potrebbe riuscire ad interrompere la reiterazione a fumare e smettere in maniera più semplice. Il nostro cervello inibisce i nostri comportamenti automatici attraverso l' inhibitory control network, un circuito neurale che va dal giro frontale inferiore destro e che attraverso la corteccia prefrontale arriva al talamo, una struttura che si trova al di sotto della corteccia cerebrale. Nei fumatori la trasmissione di stimoli nervosi attraverso questo circuito è spesso compromessa. La ricerca è stata condotta esaminando 81 adulti nicodipendenti che erano impegnati in un programma di 10 settimane per smettere di fumare. Prima dell' inizio del programma i soggetti furono esaminati tramite risonanza magnetica funzionale fMRI per verificare il funzionamento del circuito inibitorio: un maggior livello di attivazione BOLD (Blood Oxygenation Level-Dependent) in tale area, significava che il cervello stava usando risorse maggiori nell' inibire una risposta automatica. Dopo le 10 settimane, circa la metà dei fumatori era riuscito a smettere di fumare: dagli esami di neuroimmagine in seguito è emerso che questi erano quelli che avevano livelli di attivazione BOLD più bassi. In una fase successiva dello studio sono stati esaminati 26 soggetti fumatori che non avevano intenzione di smettere di fumare: questi venivano pagati per resistere alla tentazione di accendere una sigaretta. Anche in questo caso coloro che avevano minori livelli di attivazione BOLD erano in grado di resistere senza fumare più a lungo. Questa ricerca è la capostipite circa la capacità del cervello di inibire l' automatismo del fumo; ma la dipendenza da nicotina non può essere spiegata solo attraverso questo meccanismo neurale. Serviranno altre ricerche per mettere a punto dei trattamenti comportamentali e farmacologici per potenziare il meccanismo di controllo inibitorio nei fumatori e avvalersi comunque e sempre della buona volontà e motivazione. Però, per i ben intenzionati, il supporto che viene dalla neuroscienza, fa ben sperare nella riuscita dell' impresa.
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