Il Chocolate International Day non è solo una scusa in più per mangiare cioccolato, è la celebrazione di uno degli alimenti da sempre più amati.
La cioccolata non da' mai problemi, dà solo risposte. Positive. Lo si sente affermare da qualsiasi parte e ora, lo ribadisce anche una ricerca dell'Università dell'Aquila, consumare qualche pezzetto del "cibo degli dei" agisce positivamente anche sulle capacità cognitive.
Per buona pace dei dietologi più bacchettoni, i motivi per mangiarlo non sono mai abbastanza. Dall'effetto benefico sull'umore, grazie alla teobromina, simile alla caffeina che produce una sensazione di lieve euforia alla fama di cibo afrodisiaco, all'ultima appena scoperta capacità di migliorare le performance mentali.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition ed è stata condotta dai ricercatori dei dipartimenti di Scienze cliniche e biotecnologie applicate e Scienze della vita, della salute e dell'ambiente dell'Università dell'Aquila, in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma (dipartimento Psicologia). I risultati hanno mostrato come assumere cioccolato è utile anche nel contrastare la minore precisione dei compiti in situazioni di stanchezza. Mangiare un po' di cacao dopo una notte insonne può aiutare.
Il cioccolato aiuta anche gli anziani, che se ne assumono a medio-lungo termine, vedono notevolmente migliorate capacità come: l'attenzione, velocità di elaborazione, memoria di lavoro e fluidità verbale.
Altro che trasgressione golosa! Il cioccolato aiuta! Anche se spesso è più volentieri associato all' amore e lo si evince pure dagli aggettivi usati per descriverlo. In effetti, è stata un'infatuazione a prima vista, da quando gli spagnoli capeggiati da Herman Cortes arrivarono in Messico e intuirono che lì era il cacao il vero tesoro.
Il cioccolato nei secoli ha continuato a portarsi addosso la fama di seduttore. Nel 1825 Brillat Savarin nella Fisiologia del Gusto definiva il cioccolato "beato" perché "dopo aver corso il mondo, attraverso il sorriso delle donne, trova la morte nel bacio saporito e fondente delle loro bocche". E il cacao ha davvero "corso il mondo". Basti pensare che il primo albero spontaneo di cacao, indicato con il termine proto amerindo "Kakawe" risale al 4000 a.C. nel bacino del Rio delle Amazzoni.
L'amore delle persone per il cacao non conosce crisi. All'innamoramento del pubblico corrispondono la ricerca dei maestri cioccolatieri e i commerci dei produttori. Attualmente il 70% della produzione di cacao è concentrata in Africa, il resto in Sud e Centro America e in misura minore anche in Asia (Malesia, Indonesia, Sri Lanka, Java). Il cacao viene coltivato in piccoli appezzamenti di agricoltori indipendenti con cui la World Cocoa Foundation cerca di promuovere pratiche di coltivazione sostenibile. Mentre la lavorazione è patrimonio dei paesi occidentali.
Tutti motivi per far apprezzare, ancora di più questo alimento, che in effetti ha svariati usi anche in altri campi come le pratiche mediche o i riti religiosi. Come non amare il cacao? La leggenda racconta di un Dio del cacao, nato dal sangue di una principessa uccisa per non aver rivelato ai nemici dove trovare il tesoro nascosto del suo nobile sposo, partito per la guerra. Dal sangue versato sarebbe nata la prima pianta di cacao, i cui frutti nascondono infatti un tesoro: i semi "amari" come le sofferenze dell'amore, forti come la virtù, rossastri come il sangue".
Ora si spiega perché piaccia tanto. Perché gustare un pezzetto di cioccolata porti con sé tutta una carica esperenziale ed ecco perché è il "cibo degli dei".
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