martedì 22 agosto 2017

I pesci sentono la plastica come un alimento di cui cibarsi

Gli animali acquatici non ingeriscono accidentalmente il polietilene, se ne nutrono perché per loro, la plastica odora di cibo.

Molti lo affermano da tempo, l'inquinamento dei mari è nocivo anche perché un giorno potrebbe ritornare sulle nostre tavole. Oggi lo confermano gli esperti. I pesci si nutrono di plastica. Lo fanno attivamente, ingannati dal suo odore. I microframmenti plastici, dopo essere stati in mare, assumono secondo le narici degli animali acquatici, il profumo del cibo. Quindi, la plastica ingerita dai pesci, si sedimenta nel loro organismo e da qui entra poi nella catena alimentare e rischia di finire sulle nostre tavole.

Si è occupato di questo fenomeno uno studio pubblicato sulla rivista Proceeding of the Royal Society B. La ricerca è stata coordinata da Matthew Savoca Della Noaa, lui e il suo team hanno scelto l'acciuga come campione da seguire tra una rosa di 50 specie di pesci che si nutrono di plastica. Ad alcuni banchi di acciughe è stato proposto un "menù" a base di due pietanze. I classici krill, piccoli crostacei di cui si cibano diverse specie di pesci e uccelli acquatici e i frammenti di plastica.

Con grande sorpresa, i ricercatori hanno osservato e quindi scoperto che le acciughe si nutrono delle microplastiche al "sapore di mare", sono attratte dal loro odore e le preferiscono addirittura all'altra pietanza classica e più naturale.

A quanto pare, i pesci vengono invogliati a mangiare polietilene, poiché ingannati dalla patina di alghe e altro materiale biologico che avvolge i detriti del mare e che li fa odorare come cibo. Quindi non è la plastica in sé, il suo sapore ammesso che ne abbia qualcuno a renderla appetibile, ma il mescuglio di sensazioni olfattive che stando in mare acquista.

I ricercatori spiegano che ci possano essere "considerevoli implicazioni per le catene alimentari acquatiche e forse per la natura umana".

L'inquinamento viene spesso sottovalutato. Invece, quando s'inquina si commette un atto crimale, un vero e proprio male e si sa il male (fatto) prima o poi ritorna.

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