I vincitori della "parodia del Nobel" sono italiani e hanno vinto grazie a uno studio sui gemelli che non riconoscono se stessi.
"Sono io il mio gemello?" Grazie a questa improbabile ricerca, due studiosi riceveranno un assegno da 10 trilioni di dollari dello Zimbabwe, vale a dire: 3 dollari Usa.
Al Sanders Theater dell'Università di Harvard, si terrà la cerimonia di consegna dei Premi che ha visto due giovani ricercatori, Ilaria Bufalari e Matteo Martini, ricevere l'Ig Nobel per la sezione Psicologia in rappresentanza di tutto il gruppo di ricerca guidato dal prof. Salvatore Maria Aglioti, responsabile del Laboratorio di Neuroscienze Sociali presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS e l'Università Sapienza di Roma per uno studio sui gemelli omozigoti che hanno difficoltà a riconoscere il proprio volto da quello del fratello.
A consegnare l'ambitissimo riconoscimento, come prevede da sampre il cerimoniale ufficiale, sarà uno scienziato fregiato con il Nobel "originale". La coppia italiana presenterà i risultati dello studio durante una "Informal Lecture" al Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Ormai, il premio Ig Nobel è un evento consolidato, un riconoscimento internazionale giunto alla sua 27ma edizione ed ha lo scopo di premiare le ricerche più improbabili del mondo.
Gli italiani vincitori hanno sbaragliato le proposte di oltre 10 mila candidature. Ilaria Bufalari, commenta così il risultato: "Quando ci hanno comunicato dagli Stati Uniti che avevamo vinto, abbiamo subito pensato a uno scherzo, anche perché di nostra iniziativa non ci eravamo candidati. Ci piace lo spirito di questo premio. Ci ricorda con la forza di chi sa fare autoironia, quanto sia importante nella ricerca pensare talvolta anche in modo apparentemente banale, esporsi perfino al rischio di essere derisi, se siamo convinti che serva a progredire nella nostra conoscenza delle cose".
Un riconoscimento apparentemente ironico per ricerche anche serie. D'altro canto il team di ricercatori, che comprende anche la dottoressa Antonia Stazi, direttrice del Registro Gemelli dell'Istituto Superiore di Sanità, ha confrontato i meccanismi di riconoscimento del proprio volto in gemelli monozigoti rispetto alla maggior parte di tutti noi, che non condividiamo il destino di aver al mondo un'altra persona dall'aspetto identico.
I risultati hanno confermato che i gemelli presentano maggiori difficoltà a distinguersi, e al contempo hanno anche aperto ipotesi su strategie di compensazione che attuano mediante la cosiddetta "congruenza multisensioriale" e altre dinamiche legate alla formazione dell'identità corporea e della consapevolezza di sé.
L'Ig Nobel premia ricerche vere, pubblicate su riviste scientifiche vere. I due vincitori italiani hanno ben intuito che un gemello ha difficoltà a riconoscersi, ma sicuramente hanno saputo ben riconoscersi sulla buona strada della ricerca scientifica.
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