La Francia s'indigna. Dovevano rappresentare simboli positivi di femminilità, tipo donne celebri o di successo. Invece sono state preferite silhouette senza volto dalle pose ambigue e stereotipate.
"Quelle immagini avviliscono le donne". Così ha denunciato il Collettivo Femminista Les Effrontees (Le Sfacciate) la trovata pubblicitaria in una sagra di paese.
La questione è diventata di dominio legale. Tre giudici dovranno decidere sulle 125 sagome di cartone, con la forma di silhouette femminili, approdate ad una festa di paese, prima in Tribunale e poi al Consiglio di Stato.
I magistrati sono chiamati a giudicare se si tratta di " immagini femminili degradanti", come ha tuonato il gruppo Les Effrontees, oppure se ci si trovi dinanzi a "oggetti d'arte" frutto della libertà d'espressione, come sostengono i suoi autori. In Alsazia si è accesa una bagarre fortissima che potrebbe perfino fare Giurisprudenza ed essere poi invocata per far rimuovere anche altre immagini giudicate sessiste dagli spazi pubblici.
Tutto è partito da Dannemarie, un villaggio di 2.300 anime nell'Alto Reno Alsaziano, Nord-Est della Francia. Come ogni anno si organizza in questo periodo una festa. Questa volta il tema era: "L'anno della femminilità", precedentemente era stato quello degli insetti, prima ancora quello delle bici.
Lo scopo era dei più nobili, attrarre ed intrattenere qualche turista, organizzare qualche serata danzante, e raccogliere fondi per prevenire il tumore al seno e disseminate su strade e vicoli c'erano queste figure di cartone. Avrebbero dovuto rappresentare simboli positivi di femminilità, ma, fatte al risparmio, invece di ritrarre donne celebri o di successo sono sagome senza volto dalle pose ambigue e stereotipate. Figure magrissime coi tacchi a spillo e le borse della spesa in mano, con un bebe' in braccio o a gambe aperte a cavalcioni di una sedia.
Queste sagome hanno urtato la sensibilità dei più, così sono scattate le prime denunce: al grido di "Quelle immagini sviliscono le donne, un giudice di Strasburgo le ha fatte rimuovere, asserendo che sì, sono offensive "oggettivizzano il corpo femminile".
Paul Mumbach, sindaco di Dannemarie, si difende, dichiarando:"Ma quale immagini degradanti, è quello che abbiamo ottenuto digitando la parola "donne" su internet e usato quello che è venuto fuori. Immagini alla portata di tutti". E ha fatto ricorso al Tribunale. Così queste 125 immagini di cartone dovranno sfilare pure in un'aula giudiziaria.
Probabilmente, gli autori di queste sagome non avevano cattive intenzioni, avranno badato molto al risparmio per la realizzazione delle loro opere. Invece si spera che trovino un avvocato che li sappia rappresentare meglio e abbia un po' più d'intelligenza e capacità verbale, del sindaco di quel paese e della sua riduttiva immagine delle donne.
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