Lo rivela il rapporto Caritas. Un giovane su dieci è povero assoluto, nel 2007 era uno su cinquanta. Monsignor Galatino rivela: "Dati straordinariamente negativi, non si tratta solo dei clochard. Oltre 200 mila persone hanno chiesto aiuto".
I dati parlano chiaro: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire della città. In particolare, ad esserne più colpiti, sono i capofamiglia sotto i 34 anni, sempre più in difficoltà.
I tassi di disoccupazione giovanile (37,8% nel 2016) sono tra i più alti d'Europa (18,7%), l'ascensore sociale è bloccato e si registra un record di Neet (26%).
Nel corso dell'anno passato, si sono rivolte ai Centri di ascolto in rete (Cda) della Caritas 205.090 persone, di cui il 22,7% ha meno di 34 anni. Numeri allarmanti riuniti nel Rapporto "Futuro anteriore" e su povertà giovanile ed esclusione sociale 2017.
Altra nota importante è che il 42,8% è italiano. La maggior parte ha chiesto aiuto ai Cda del Nord (46%), dove vivono più stranieri, il 33,7 nel Centro, il 20,2% al Sud. Inoltre, il 43,8% è nuovo utente. L'età media è di 43,6 anni, il 64,4% è disoccupato.
La povertà inoltre è paritaria, colpisce sia gli uomini (49,2%) e donne (50,8%). Prevalgono le famiglie tradizionali con coniugi e figli (35,0%), seguite da quelle unipersonali (25,7%) in netto aumento rispetto al 2015. I senza dimora sono il 17,8% anch'essi in crescita e si attestano intorno alle 26mila persone.
Il problema più frequente anche nel 2016 è la povertà economica (76,7%), seguita da problemi occupazionali (56,9%) abitativi (24,1%) e familiari (14,0%). Le richieste più frequenti riguardano beni e servizi materiali (60,6%), sussidi economici (25,7%) e richieste per lavoro (14,0%) o alloggio (7,7%).
Un mare di richieste d'aiuto tra cui emerge la triste condizione secondo cui quella giovanile è più critica degli anziani. Da cinque anni è "più allarmante di quella vissuta un decennio fa dagli over 65". Nel nostro Paese 1 giovane su 10 vive in uno stato di povertà assoluta; nel 2007 era appena uno su cinquanta. Invece, diminuiscono i poveri tra gli over 65 (da 4,8% a 3,8%). Dal 1995 il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato: la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60%.
Dati allarmanti che ci fanno aprire gli occhi sulla povertà. Erroneamente si è sempre ritenuto che la figura del povero fosse riconducibile soltanto a quella del clochard sdraiato sotto un ponte, o dell'immigrato che sbarca sulle nostre coste, invece la povertà ha allargato i suoi tentacoli. È una nuova povertà, negativa e meno materiale che va a ledere la fiducia nel progettare il proprio futuro, va a minare le possibilità di crearsi delle alternative a una vita di dipendenza. È una povertà ancora più crudele e spietata perché va a toccare i giovani.
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