L'Aspen promuove auto e robotica made nel Nord Italia.
Sembra la favola della piccola provincia che batte i mostri sacri della tecnologia. Eppure è così. Il digitale trasforma l'industria e l'industria italiana sta vincendo la sua partita soprattutto nel Nord. Portabandiera di questa rinascita sono i distretti piemontesi e in particolare nel torinese.
Quindici anni fa si temeva l'incubo delocalizzazione, oggi solo il 13% della nostra attività manifatturiera è considerata delocalizzabile (contro il 25% di quello statunitense) perché tutto il resto è un esempio di alta tecnologia e qualità, che gli altri Paesi possono solo tentare di replicare.
I dati sono riportati da una ricerca prodotta dall'Aspen Insitute Italia in collaborazione con la Compagnia di San Paolo, un'analisi accurata della capacità di spostarsi verso l'industria avanzata mostrata negli ultimi anni ai distretti piemontesi.
Tutto questo mentre il declino dei consumi interni iniziato a metà degli anni Novanta travolgeva chi non era in grado di affermarsi anche sul mercato internazionale. Invece tutt'oggi nel Nord-ovest italiano si contano 1,6 milioni di lavoratori del manifatturiero, circa il 23% della forza lavoro totale, considerando anche il numero di brevetti registrati in Piemonte ed Emilia Romagna fanno meglio della Baviera.
Il merito va soprattutto al fatto che si spende in ricerca e sviluppo, che in Piemonte equivale al 2,2% del Pil regionale, quota più alta di quella registrata in Canada, Paesi Bassi e Regno Unito e simile a quelle delle due regioni tedesche che stanno in cima alla classifica, la Baviera e Baden-Wurttemberg.
Sempre in primo piano c'è l'auto, ma si fa spazio lo sviluppo tecnologico, e la robotica cresce dell' 1,6% in un anno raggiungendo il valore di 676 milioni di euro, i principali nomi correlati appartengono al Piemonte. Solo a Torino si contano almeno due società-attive nella produzione di componenti hi-tech per l'aerospaziale e l'energia.
Il punto di forza è la connessione macchina-persona: stampanti 3D accanto a chi è capace di intervenire a mano sulla puntura di un peso. Un'industria 4.0 caratterizzata da crescita esponenziale dei servizi che accompagnano i prodotti sul mercato globale. Certo ci si dovrà adeguare a nuovi concetti come quelli del car pooling via internet e alla progettazione dei software che guideranno le auto senza pilota.
Ma come sottolinea Silvio Angori, amministratore delegato di Pininfarina dichiara: "Il peggio è alle spalle. Abbiamo perso di lavoro tradizionali, dobbiamo essere capaci di conquistare quelli del futuro. Distretti come il nostro lavoreranno soprattutto ai servizi per il mercato di massa, ma la gamma alta resterà qui".
L'operoso Piemonte dimostra come non solo la creatività ma anche il saper fare e la voglia di fare siano sempre la chiave principale del successo. Anche nel campo dell'hi-tech e riuscendo a battere altri Paesi dove la tecnologia era invece di tradizione.
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