venerdì 8 dicembre 2017

Le "Silence Breakers" sulla copertina del Time

Lo storico magazine ha eletto come persone dell'anno le donne di #Metoo. Sono sei donne che hanno denunciato abusi e molestie.

Cinque donne che  mostrano la faccia ed una sola il gomito. Perché il coraggio ha tanti volti, ma sono loro le protagoniste dell'ambita copertina del Time. Edward Felsenthal direttore del giornale, non ha avuto dubbi. Le persone da incoronare per il 2017 sono quelle donne che in questi 12 mesi hanno dato con il loro esempio un contributo decisivo per far cambiare le cose.

Donne che durante quest'anno hanno denunciato abusi e violenze sessuali nel mondo dello star system, come in ospedale, come nella vita di tutti i giorni. Sei coraggiose rappresentanti delle "Silence Breakers", quelle persone che aderendo al movimento di denuncia #Metoo, hanno rotto, il silenzio. In copertina, ci hanno messo la faccia Ashley Judd (attrice), Taylor Swift (cantante), Adouma Iwu (lobbista), Uber Susan Fowler (ingegnere), Isabel Pascual (raccoglitrice di fragole) ed il gomito di una giovane infermiera americana che ha deciso di non mostrare il volto per paura di ritorsioni contro la sua famiglia. Donne estremamente diverse tra loro e tutte provenienti da mondi sociali e lavorativi differenti. Accomunate esclusivamente dal coraggio di aver denunciato.

La Judd è stata la prima star di Hollywood ad accusare il produttore Harvey Weinstein di abusi sessuali, dando di fatto il via allo scandalo che ha travolto il mondo del cinema e che ha decretato la nascita del movimento #Metoo, il cui hastag ha consentito a innumerevoli donne in tutto il mondo di raccontare la propria storia.

Taylor Swift ha denunciato e poi vinto un processo per molestie sessuali contro il dj David Mueller, in tempi antecedenti alla nascita del movimento di denuncia.

Altra lady di ferro è Adouma Iwu, lobbista per Visa che ha scosso il mondo della politica statunitense facendo cadere il velo sulle continue molestie a danno delle lavoratrici che vengono perpetrate nel governo della California. Lei per prima aveva usato i social come veicolo di denuncia lanciando il motto "We said enough" (abbiamo detto abbastanza).

Susan Fowlr ha fatto invece sgretolare l'aurea dorata della Silicon Valley. Parlò pubblicamente di ripetute molestie sessuali all'interno dell'azienda (Uber), accusando anche il Ceo Travis Kalanick, costretto quindi alle dimissioni con altri venti dipendenti.

Ma la violenza sulle donne è trasversale, quindi in copertina compare anche la messicana Isabel Pascual, manovale duramente minacciata per aver denunciato abusi sessuali sul posto di lavoro.

Infine, a destra della copertina si ravvisa anche un braccio. Appartiene ad un'altra esponente delle "Silence Breakers", ma per scelta anche editoriale, non ne è stato mostrato il volto per vicinanza a tutte quelle donne che hanno preferito denunciare ma senza rivelare la propria identità. Scelte comunque coraggiose che vanno rispettate.

Donne rappresentanti di mondi e realtà diversi, ma che hanno tutte eguale diritto al rispetto. E tutte unite nel ribadire che: "Le donne ne hanno abbastanza di boss e colleghi che non solo non rispettano le regole, ma sembrano ignorare che le regole esistono".

Sei forti modi di essere donna oggi, che porteranno la copertina del giornale ed il loro esempio nella storia.


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