"Ma serve sobrietà". Queste le disposizioni per la Congregazione per gli istituti di vita consacrata.
Da oggi, il Vaticano approva l'uso dei social anche per le consacrate più austere. L'Istruzione "Cor Orans" della Congregazione per gli istituti di vita consacrata asserisce che le suore di clausura possono accedere ai media e utilizzare i social ma solo con "sobrietà e discrezione", perché altrimenti il rischio è "svuotare il silenzio contemplativo quando si riempe la clausura di rumori, di notizie e di parole"; "Tali mezzi pertanto devono essere usati con sobrietà e discrezione, e non solo riguardo ai contenuti ma anche alla quantità delle informazioni e al tipo di comunicazione, affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione della vita fraterna". Quindi l'uso dei mezzi di comunicazione, per motivo di informazione, di formazione o di lavoro può essere consetito nel monastero, con prudente discernimento ed utilità comune".
Le nuove indicazioni sono una novità assoluta che applicava concretamente la Costituzione Apostolica Vultum Dei Quaerere di Papa Francesco del Luglio 2016. Un piccolo passo in segno d'apertura volto forse a render meno rigide le regole dei monasteri di vita contemplativa "Cuore Orante". Quasi una mossa di marketing data in risposta all'emergenza del calo delle vocazioni, gli ultimi dati, parlano infatti di solo 37.970 suore di clausura in tutto il mondo.
Una svolta epocale per i dettami dell'ordine, che non può che far piacere, d'altronde le suore di clausura devono stare materialmente "fuori dal mondo", ma non spiritualmente da esso e quello dell'uso dei social può essere un buon mezzo per avvicinarle e farsi capire dal mondo contemporaneo circostante.
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