mercoledì 9 maggio 2018

The Florence Experiment: scivolo green a Palazzo Strozzi

Dal 19 Aprile fino al 26 Agosto è visibile a Palazzo Strozzi in Firenze un'entusiasmante mostra-installazione-esperimento.

L'idea è nata dall'artista tedesco Cartsen Holler e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso. Loro hanno messo a punto The Florence Experiment, una nuovissima mostra-esperimento. Quindi si potrà studiare l'interazione tra esseri umani e piante attraverso due scivoli monumentali alti 20 metri ciascuno installati nel cortile rinascimentale dell'edificio.

L'esperimento consiste nel momento in cui i visitatori effettuano la discesa sullo scivolo portando con sé una piantina. Le emozioni di eccitazione, sorpresa e divertimento degli umani, verranno messe a confronto con la crescita e le reazioni delle piante stesse, di differenti varietà e tipologie, in modo da poter studiare l'empatia fra organismi vegetali ed essere umani.

Per accedere agli scivoli sarà necessario rispettare un regolamento predisposto per l'occasione. L'attività è vietata per ragioni di sicurezza, ai bambini sotto i 6 anni e persone con mobilità ridotta, più alte di 1,95 cm o più pesanti di 120 chili, a chi anbia assunto alcool o droghe o a chi soffre di una serie di patologie indicate nelle condizioni di utilizzo riportate anche sul sito www.palazzostrozzi.org . È inoltre vietato assumere posizioni differenti da quella indicata come corretta, portare con sé qualsiasi oggetto se non contenuto nelle tasche dei propri abiti, eccetto le piante che verranno consegnate dallo staff e che dovranno essere inserite in un'apposita cintura; usare telefoni cellulari e cercare di salire sugli scivoli dalla parte terminale.

L'esperienza però vale il "gioco".   "È un progetto coraggioso ed originale" come sottolinea anche Arturo Galansino curatore dell'iniziativa: "Palazzo Strozzi diviene una piattaforma di sperimentazione totalmente contemporanea trasformandosi in un laboratorio di dialogo tra arte e scienza".

La scienza, l'arte e la cultura sono vive! Quindi quale modo migliore di farle conoscere se non l'esperienza diretta del verde vivo delle piante e dell'entusiasmo degli esseri umani che condividono un'emozione con loro.

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