Un pasticcere cristiano era stato censurato dalla Commissione dei Diritti, alla fine la Corte Suprema lo assolve.
Scenario della vicenda è il Colorado, negli States, qui un pasticcere cristiano Jack Vanney aveva rifiutato di fare una torta ad una coppia gay per le sue nozze impugnando il Primo Emendamento.
In prima istanza, il Collegio non ha saputo decidere se fosse lecito o meno che un esercizio commerciale potesse negare il proprio servizio agli omosessuali, si è quindi limitato a censurare la Commissione per i Diritti umani del Colorado, che si era pronunciata contro il pasticcere sostenendo che aveva violato la legge statale anti discriminazione.
La suddetta legge vieta ai commercianti di rifiutare i propri servizi in base all razza, al sesso e allo stato maritale. Ma per la Corte Suprema (7 sì e 2 no) la Commissione per i Diritti Civili del Colorado ha mostrato ostilità verso la religione. Il giudice Anthony Kennedy, che con il suo voto aveva aperto al riconoscimento delle nozze gay negli Stati Uniti nel 2015, ha affermato nella sua opinione di maggioranza che la questione "deve attendere un'ulteriore elaborazione".
Così, i due promessi sposi David Mullins e Charlie Craig, che si sono visti negare la torta nuziale dovranno aspettare per veder confermato le loro ragioni. Nel frattempo, l'opinione pubblica americana si è divisa; da un lato ci sono gli attivisti dei diritti gay schierati per la coppia e dall'altra i sostenitori di Phillips e della sua pasticceria Masterpiece Cakeshop. La Corte Suprema ha invece "assolto" il pasticcere obiettore riconoscendo la decisione presa anni prima, in un analogo precedente quando a rifiutarsi di vendere fiori per un matrimonio gay era stato un fiorista.
Insomma, siamo nel 21esimo secolo e alcuni retaggi sono davvero obsoleti, non fosse altro che pure ai tempi dei Romani si diceva "pecunia non olet", i soldi non puzzano, sono tutti validi.
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