lunedì 6 agosto 2018

Winnie the Pooh nuovamente censurato in Cina

La battaglia tra la Cina e l'orsetto più dolce dei cartoni animati continua. Questa volta Winnie the Pooh è accusato di aver offeso il Presidente Xi.

L'impero cinese minacciato, o meglio impaurito da un orsetto. L'orsetto in questione è il tenerissimo personaggio di Winnie the Pooh, reo secondo il governo cinese di esser stato strumento di derisione da parte degli oppositori del Presidente Xi Tinping. Winnie the Pooh offende Xi e quindi scatta la censura.

In tutti i cinema cinesi da qualche giorno, è stata vietata la proiezione del film "Christopher Robin" (in Italia "Ritorno al Bosco dei 100 acri").

Un continuo braccio di ferro tra Pechino e l'orsetto di Milne, che affonda le radici nel 2013, quando la foto del leader in California con l'allora Presidente Barack Obama era stata affiancata sui social media con un'immagine di Winnie e del suo amichetto "Tigger" (Tigro).

L'anno successivo invece una stretta di mano tra Xi e il premier giapponese Shizo Abe era stata abbinata a Winnie che stringe lo zoccolo del malinconico e pensieroso asinello "Eeyore" (in italiano Ih-Ho), altro personaggio cult del cartone animato.

I rapporti sono ulteriormente peggiorati nel 2015, quando il portale di analisi politica Global Risk Insights ha "coronato" una foto di Xi in piedi che svetta dal tettuccio aperto di un'auto ad una parata insieme a Winnie come "l'immagine più censurata dell'anno in Cina". 

Insomma l'impero cinese non crede alla buona fede del dolce orsetto cicciotto, che buono buono, ma si fa sempre "strumentalizzare" a discapito del governo di Pechino.

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