lunedì 21 gennaio 2019

Acciuffati i 4 malviventi autori di una maxitruffa alla Ferrero


Trafugano 5 tir di Nutella e pagano con un assegno scoperto. Presi due napoletani, un padovano ed una donna.

Che ci fanno insieme due napoletani, un padovano ed una donna a Bologna? Tentano di fregare la Ferrero. No, non è una barzelletta ma una vicenda avvenuta nel 2016 che ora sta volgendo al termine. Proprio due napoletani e un padovano sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna per una maxi truffa  architettata ai danni della famosa azienda, leader nel mondo della dolciaria e produttrice della famosissima Nutella. Ad una terza persona, una complice di origini partenopee è stato imposto l'obbligo di dimora.

L'inchiesta denominata "Nocciola amara" ha fatto scoprire una frode di 500 mila euro effettuata ai danni dell'impresa di Alba. La truffa di cui devono rispondere i malviventi è di: associazione a delinquere finalizzata alla truffa e ricettazione.

L'indagine è partita nel 2016 quando i quattro truffatori spacciandosi per titolari di una ditta, in realtà fittizia, chiedono un carico di Nutella all'azienda piemontese per un valore di 100 mila euro. Il carico arriva e viene depositato in un magazzino di via Zanardi a Bologna, e il conto regolarmente saldato.

Successivamente le stesse persone effettuano un nuovo ordine, questa volta di un valore di 500 mila euro (5 tir di Nutella), ma gli assegni consegnati per pagare sono scoperti. Gli addetti della Ferrero si recano quindi al deposito di via Zanardi e scoprono la truffa. Non trovano nessuno dei titolari dell'azienda che ha effettuato l'ordine, il proprietario dell'immobile infuriato per non aver mai ricevuto l'affitto dai quattro che l'avevano in uso e l'adiacente benzinaio che lamenta un credito di 8 mila euro per i rifornimenti di carburante per i tir utilizzati dai truffatori allo scopo di portare la Nutella altrove.

Il prodotto rubato non è stato ritrovato  ma i Carabinieri sono riusciti ad individuare i quattro malviventi,  che ora dovranno difendersi in Tribunale.

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