Uno studio lanciato dal MAAM, un programma di formazione basato sulla genitorialità e l'Associazione Valore D, dimostra come si sovrappongono il profilo di madri, padri e talenti innovatori. Proprio quel che cercano oggi i cercatori di teste.
Non di rado l'essere genitore ha penalizzato sulla busta paga di neomamme e neopapà. Pensando erroneamente che l'avere un figlio potesse distogliere energie dal campo professionale.
Invece, un nuovo studio del MAAM, un programma di formazione aziendale mostra come, in realtà, i genitori acquisiscono tantissime competenze vicine a quelle soft skills, capacità relazionali, di risolvere problemi e inventiva che tanto cercano i manager per le proprie aziende.
Per preparare i dipendenti a queste capacità si spende il 40% della spesa per la formazione dei dipendenti, che in Italia ha raggiunto un valore di 4 miliardi e mezzo. Questa nuova ricerca svela come il fatto della genitorialità è un vero e proprio master in competenze chiave per la crescita professionale, e quindi per la produttività aziendale.
Molti sottovalutano quanto crescere un bambino sia una riserva di risorse, sono un esercizio permanente di problem solving, d'inventiva, come l'inventarsi sul momento una storia per poter spiegare una cosa, ed inoltre aiuta a sviluppare un linguaggio semplice ed appropriato.
Il saper rigirare le frasi per soddisfare la curiosità di un bambino, aiuta a sviluppare processi molto utili anche in una riunione di altissimi dirigenti. I dati raccolti per la ricerca, davvero tantissimi, sono divenuti la base per la nascita di un osservatorio: Genitorialità, una palestra di management.
Al MAAM si è affiancata Valore D, la prima associazione di grandi imprese in Italia creata per sostenere l'equilibrio di genere. Spiegando l'esistenza di una correlazione positiva tra l'esperienza genitoriale e la crescita professionale e manageriale.
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