giovedì 11 febbraio 2021

L'Italia si ribella alle etichette anti-cancro della carne rossa


 L' Unione Europea ha pensato ad un sistema di etichettatura che accomuna le carni rosse, gli insaccati e alcune bevande analcoliche, alle sigarette giudicandole cancerogene. L'Italia che ne è tra i maggiori produttori si ribella.

Resta ancora realmente poco chiara la motivazione che ha spinto l'Unione Europea ad escogitare un sistema di etichettatura che andrà a colpire la carne rossa e alcune bevande analcoliche.

Ufficialmente sarebbe una mossa nell'ambito di un ampio progetto di prevenzione al cancro poiché nel 2020, nell'Unione i cittadini europei che si sono ammalati di cancro sono stati 2,7 milioni di cui quasi la metà (1,3) ha perso la vita.

Inoltre, si stima che nel 2035  ci sarà un ulteriore aumento  del 35% dei casi. Così, si cerca di fare prevenzione anche a tavola, con le etichette. Alla pari delle sigarette, sulle confezioni dei prodotti giudicati cancerogeni potrebbero apparire etichette di "allarme" che, nelle intenzioni dell'UE "consentiranno ai consumatori di fare scelte informate".

L'Unione ha già stanziato 4milioni di euro in favore degli Stati membri per consentire di uniformarsi a tale dicitura tra il 2022 e il 2023. Chi non rispetterà le direttive europee non riceverà le risorse economiche del piano che comprende altre iniziative di prevenzione.

Naturalmente in Italia, la notizia non è stata ben accolta.  Il nostro è tra i primi Paesi produttori e Nicola Levoni, presidente dell'Associazione Industriale delle Carni e dei Salumi dichiara: "Non è il prodotto in sé  ad essere pericoloso. È la quantità che se ne comsuma. Lo dice anche la scienza".

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