domenica 30 gennaio 2022

Rubano al supermercato per sfamare la famiglia, per la Cassazione non vale lo stato di necessità.


 I giudici hanno condannato una coppia che aveva rubato in un supermercato 5 porzioni di parmigiano, 2 shampoo e un deodorante. I due dichiarano di averlo fatto per necessità, invece per i giudici: "C'era già l'aiuto della parrocchia e non esistevano pericoli per la salute".

Rubare in un supermercato per sfamare la famiglia non è permesso, soprattutto se ci sono "alternative lecite" come il ricorso agli aiuti di una parrocchia. Lo ha ribadito la Cassazione nell' ambito del caso di una coppia del novarese, marito e moglie, di 51 e 38 anni, entrambi italiani con figlu, processati con l'accusa di aver sottratto da un centro commerciale di trecate 5 porzioni di parmigiano, 2 confezioni di shampoo e una di deodorante. I coniugi erano stati condannati dalla Corte d'Appello di Tirino nel 2020, a 2 medi di reclusione con la condizionale nonostante le gravi difficoltà economiche, testimoniate da un sacerdote, in cui versava il nucleo familiare, dopo la perdita del lavoro da parte dell'uomo. La Cassazione ha respinto la tesi della difesa, che chiedeva di applicare la scriminante dello "stato di necessità", confermando dunque la sussistenza del reato di furto. Sebbene i giudici hanno riconosciuto "il fatto di lieve entità", poiché il valore dei prodotti ammontava a circa 70 euro. 

Nessun commento:

Posta un commento