Sono stati ossevati 298 infanti per uno studio interdisciplinare a cui ha partecipato anche l'Università Bicocca di Milano.
Mettete un gessetto in mano ad un bambino e vi colorera' il mondo. Ma non solo, lo scriverà pure. Il ritmo della scrittura a mano non lo si impara, ma sarebbe già presente nei bambini ancor prima che imparino a scrivere. Questa è la sorprendente scoperta dei ricercatori dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, che con la collaborazione de l'Universitat Pampeu Fabra di Barcellona, l'Istituto Neurologico Casimiro Mondino e l'Università of Southampton hanno condotto la ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
298 bambini della scuola primaria, sono stati i protagonisti dello studio. A loro è stato chiesto di scrivere per 10 volte la parola "burle". Spontaneamente, l'hanno scritto in modo più grande, più piccola, più velocemente, più lentamente, sia in stampatello che in corsivo. I bimbi hanno scritto su un foglio di carta, su una lavagnetta elettronica finalizzata ad analizzare il movimento della scrittura. In particolare sono state analizzate due caratteristiche dello scrivere: l'omotetia e l'isocronia. Grazie alla prima caratteristica, si impiega lo stesso tempo a scrivere ciascuna lettera di un vocabolo. Grazie invece all'isocronia, si può misurare la durata costante che si ha nel gesto dello scrivere relazionato alla lunghezza della parola.
Dai risultati, i ricercatori hanno dedotto:"Lo studio dimostra che i bambini rispettano entrambi i principi del primo anno della scuola primaria. Questo suggerisce che una rappresentazione interna del ritmo della scrittura sia presente già prima dell'età in cui la scrittura a mano viene eseguita automaticamente. Nonostante si tratti di un'acquisizione culturale, la scrittura a mano sembra quindi essere condizionata da vincoli più generali, relativi alla pianificazione temporale dei movimenti".
Per me e per tanti la scrittura è un gesto indispensabile e fondamentale della vita. Buono a sapersi che è così fin da piccoli, e per tanti piccoli. Perché tra i tanti ritmi che la vita ci presenta questo è senz'altro uno dei più adatti ad esprimersi e unire le persone.
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