Iniziativa a Mestre contro gli ambulanti illegali che vendono fiori. L'operazione di sorveglianza fallisce.
Storie del genere si sentivano raccontare dai nostri nonni, che dopo le guerre hanno esperito la fame e la mancanza di reperibilità di materie prime alimentari e per questo dovevano "guardarsi" le piante da frutta da eventuali, molto probabili ladri.
Eppure, ancora oggi, nella modernissima Mestre è andata in scena una vignetta analoga. Un gruppo di cittadini ha sorvegliato per tutta la notte, dandosi il cambio, una pianta di mimosa, per evitare che venisse depredata dei suoi rametti gialli, in vista della Giornata della Donna.
Attenzione e buona volontà che non hanno impedito ai ladri di compiere il furto. Come ci siano comunque riusciti non si sa, ma già alle 6.00 di ieri mattina, l'intero albero di mimosa, piantato tantissimi anni fa e seguito con amore da tutto il quartiere, nel centro della cittadina veneta, l'unico esistente a bordo strada è stato privato dei suoi ramoscelli in fiore, scatenando l'ira di tutti i cittadini.
La notizia prima del presidio notturno e poi del furto a fini sicuramente commerciali ha scatenato la rabbia anche del popolo web. E proprio dai social è partito l'allarme per l'avvenuto misfatto. Infatti, Michele Boato, ambientalista storico di Venezia, ha annunciato tramite la sua pagina Facebook: "Questa mattina alle 6 una banda di squallidi ha distrutto l'albero delle mimose in via Cappuccino a Mestre. Sono stati visti spartirsi rametti. Domani alle 8 si impedisca a questi squallidi di venderceli per strada".
Tanto tempo fa, una pubblicità diceva che "se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto è innamorato"... Coloro che hanno agito a Mestre e hanno depredato l'intera mimosa per poi rivenderla, "sotto sotto, sono dei ladri!".
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