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lunedì 11 settembre 2017

L'algoritmo che legge l'orientamento sessuale sul volto

Un controverso atudio della Stanford si avvale dell'intelligenza artificiale per tracciare legami tra sessualità e le caratteristiche facciali.

Se le teorie di Lombroso sembravano superate ormai da un pezzo, un recente studii si avvale nuovamente delle caratteristiche fisiche per predire altre caratteristiche, in questo caso l'orientamento sessuale. Si chiama Vgg-Face, per gli autori è semplicemente un algoritmo, prova della potenza di questi sistemi, ma è esplosa la polemica.

Lo studio è stato commissionato dall'Università di Stanford. L'intelligenza artificiale potrebbe indovinare con una certa accuratezza se le persone immortalate in una foto siano omosessuali o eterosessuali. L'indagine apre un campo minato e delicato, sollevando soprattutto questioni etiche. Partendo dal fatto che sia possibile o meno carpire l'orientamento sessuale delle persone dal riconoscimento facciale, non tiene
 per nulla conto anche delle orogini biologiche, sociali e culturali dello stesso, ci sono anche dei rischi legati alla riservatezza personale o alla discriminazione.

L'Economist ha già anticipato qualcosa sulla ricerca, i cui risultati verranno interamente pubblicati sul Journal of Personality Social Psychology. Comunque, è stata svelata l'esistenza di un algoritmo capace di distinguere correttamente fra persone omosessuali ed eterosessuali nel 81% dei casi quando si è trattato di uomini e nel 74% esaminando le immagini femminili.

Un sistema di intelligenza artificiale è un algoritmo programmato come una rete neurale, che mina cioè le caratteristiche del cervello umano, e addestrato con una grande quantità di dati a compiere certi compiti. In questo caso i big data di partenza forniti al sistema, sono state 130-741 foto di 36.630 uomini e 170.360 immagini di 38.593 donne rese pubbliche su un sito statunitense di appuntamenti.

Questa mole di materiale è stato oggetto di processi di "deep learning", l'apprendimento profondo che consente di stabilire gerarchie di fattori e parametri, concetti o elementi ricorrenti. Il potente software che è riuscito ad analizzare tutti questi fattori si chiama Vgg-Face ed è stato ideato da Micheal Kosinksi e Yilin Wong. Loro ritengono che nella valutazione i gay apparirebbero più femminili e viceversa. In particolare, e sono dichiarazioni destinate a far discutere, i gay avrebbero la mascella più affusolata e sottile, nasi più lunghi e fronti più ampie degli eterosessuali mentre le lesbiche presenterebbero mascelle più massiccie e fronti più piccole in confronto alle donne eterosessuali.

Secondo i ricercatori, la spiegazione scientifica di questi risultati, consiste nel fatto che già nell'utero materno si è espoati a degli ormoni, in particolare il testosterone, che oltre ad intervenire nello sviluppo, interverrebbero anche nelle strutture facciali e da qui, l'indagine deduce che l'indole sessuale non sarebbe una scelta ma apparirebbe già scritto nel Dna.

L'indagine in sé appare un po' inquietante e se attraverso un algoritmo, si volevano mostrare i passi in avanti della tecnologia, diciamo che dal punto di vista scientifico si è invece avuto un enorme passo indietro, scadendo nel baratro del qualunquismo più assoluto.

Innanzitutto l'orientamento sessuale delle persone dovrebbe interessare solo le stesse, poi un algoritmo che guarda una foto, non tiene conto di tutta quell'enormità di variabili che formano una persona.

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