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venerdì 29 giugno 2018

Christo galleggia a Hyde Park con 7.506 barili di petrolio

A Londra, per tutta l'estate sarà visibile l'installazione "London Mastaba", l'ultima opera di Christo.

Quest'estate Christo si è fermato a Londra. In particolare nel lago Serpentine di Hyde Park, dietro Kensington Palace, dove galleggia la sua ultima opera: "Mastaba", composta da 7.506 barili di petrolio colorati disposti su una piattaforma di cubetti di plastica.

Questo il nuovo progetto dell'artista bulgaro naturalizzato statunitense, che per la sua prima volta, si cimenta in Inghilterra, con la prima installazione di Land Art. L'installazione londinese è ispirato alle mastabe, monumentali tombe dell'antica civiltà egizia ideata "a tumolo" allo scopo di proteggere le salme dei defunti dagli assalti degli animali in cerca di cibo. La "London Mastaba" è alta 20 metri, a forma di trapezio lunga 40 e larga 30 ed è tenuta ferma da 32 ancore. L'intera scultura pesa 600 tonnellate e copre l'1% della superficie del lago.

L'artista aveva già usato in precedenza questo antico richiamo come fonte d'ispirazione nel 1975 in Texas ed è al centro di un futuro progetto da realizzare nel deserto di Abu Dhabi.

A Londra l'installazione fa da apripista per l'inaugurazione della mostra dedicata alle installazioni di Christo e della moglie Jeane-Claude De Guilleban deceduta nel 2009, allestita nella vicina galleria d'arte Serpentine, fino al 23 Settembre.

Il progetto londinese è costato all'artista 4,2 milioni di dollari e il lavoro di quasi 2 anni. Quel che risulta è un mosaico dai colori rosso, blu e malva, che crea un effetto in stile impressionista e riflessi scintillanti nelle acque del lago.

Lui la definisce "una scala verso il cielo" a cui ognuno può dare il proprio messaggio. Diciamo che l'artista, forte del nome, spesso cerca similitudini con il suo omonimo più importante.

Ghiacciaio restituisce sciatore dopo 60 anni

Giallo in Val d'Aosta. Ritrovati resti di uno sciatore in un ghiacciaio. Secondo la scientifica torinese l'uomo sarebbe scomparso 60 anni fa. Gli appartengono un orologio Omega, le iniziali MM nella camicia, sci e attrezzature d'alta gamma. Polizia lancia appello per scoprire chi era.

Di lui, si sa soltanto che era un appassionato sciatore e benestante. Fu trovato morto in Voltournenche in Val d'Aosta, nel 2005, precisamente il 22 Luglio a 3100 metri d'altitudine. Il caso è ritornato in auge, perché dopo anni di ricerche ed indagini, la Polizia scientifica di Torino, guidata da Valter Capusso, ha consegnato i risultati della ricerca.

Nonostante le innumerevoli analisi, resta ancora un mistero l'identità dell'uomo. Del defunto sciatore, si sa però che fu colto da morte quando aveva circa 30 anni. Indossava una camicia verde militare su cui c' erano ricamate le iniziali M.M. Ed era alto circa 1,65 cm. Gli abiti e l'equipaggiamento dicono che l'uomo era benestante. Un paio di sci Rossignol Olimpique numero 7200-210 sono un modello degli anni '40-'50 ed erano i più usati dagli sciatori esperti che volevano un prodotto d'alta gamma. Anche i bastoncini in metallo e non in bambù, erano un lusso per l'epoca, quindi lo sciatore aveva risorse disponibili per acquistare solo il meglio sul mercato. Poi, nella tasca dei pantaloni da cui è stata ritrovata una moneta da cinque lire coniata tra il 1946 il 1950, epoca a cui potrebbe risalire la morte dello stesso.

In particolare le indagini si sono concentrate su un altro reperto, un orologio Omega con seriale 11666171, riuscendo a scoprire che fu venduto l'8 Febbraio 1950 e destinato alle colonie francesi come Tunisia, Algeria e Marocco. Inoltre è tornato alla luce anche un carnet da 60 corse per la funivia Breuil-Plan Maisons, particolare che farebbe pensare che il proprietario fosse della zona e la amasse particolarmente o forse intenzionato a fermarsi a lungo.

Le indagini sono quindi proseguite sulla camicia su cui sono ricamate le iniziali MM. È stata prodotta da un'azienda francese che però ora non esiste più. Non è arrivata nessuna risposta utile, nemmeno dall'analisi del Dna che non ha dato corrispondenza con possibili parenti. Così, la Polizia d'Aosta ha deciso di diffondere le foto dell'equipaggiamento dello sciatore senza nome, nella speranza che qualcuno possa riconoscere in quegli oggetti un ricordo di un padre, di un fratello o di un amico.

Chissà chi era quel giovane sciatore che amava così tanto la montagna da volerci rimanere solo per più di 60 anni. Considerando che in questi anni, nessuno l'ha cercato, forse aveva ragione.

giovedì 28 giugno 2018

A rischio la mitica Route 66

La via del mito del "vivere on the road" è tra i siti storici Usa più a rischio. Lanciato l'appello, l'ultima parola spetta a Trump.

È come se si volesse cancellare d'un colpo tutta la "Beat Generation" che indirettamente da essa ha preso i natali. Sì, perché la Route 66, denominata "Mother Road, la madre delle strade, è uno degli itinerari più celebrati al mondo.

Fu aperta l'11 Novembre 1926, circa un decennio dopo l'inizio della produzione di massa dei veicoli Ford. Si snoda per 4000 km da Chicago a Santa Monica, originariamente attraveso gli Stati del Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Mew Mexico, Arizona. Conosciuta anche come "Will Rogers Highway"; è diventata il simbolo del viaggio, della libertà, della scoperta.

Ad essa, nel 1951, Jack Kerouac, dedica il romanzo "On the road", che l'ha racconta proprio e ne ha consacrato il mito.

Oggi invece, la 31esima edizione del rapporto del National Trust for Historic Preservation, ha inserito la route 66 tra gli 11 siti storici americani più a rischio. Il percorso storico che tanto ha ispirato letteratura, cinematografia e viaggi personali, è oggi minacciato da disastri naturali, incuria, e sviluppo selvaggio.

L'unica speranza per salvare la strada, sarebbe riclassificare l'itinerario come National Historic Trail, percorso storico nazionale, atto che gli garantirebbe i mecessari stanziamenti annuali. Così si potrebbe dare il via a tutta una serie di manutenzione, accorgimenti e provvedimenti per riportarla agli antichi splendori.

C'è tempo fino alla fine dell'anno, quando Trump si pronuncerà a favore o meno della proposta. Altrimenti, scadrà il National Route 66 Corridon Preservation Ragion, la legge federale che assicura gli stanziamenti per la mother road da 1999.

È triste, sembra che la storia moderna per proseguire debba inghiottire quella passata. Ma che ne sarebbe stato di James Dean, Kerouac, tutta la Beat Generation, e il sogno di libertà, senza la "Route 66"? Inoltre, la storia è un percorso, una lunga via che deve cercare di continuare, senza coprire la strada già fatta o dimenticarsi dei tratti precedenti.

"Paga quello che puoi" il primo supermercato dove si paga ciò che si può

Apre a Toronto, in Canada, il primo supermarket dove il cliente prende quello che vuole, ma paga quello che può. L'iniziativa è partita da uno chef stellato per ridurre gli sprechi alimentari e per combattere la fame.

Jagger Gordan, chef stellato della cucina canadese, ha lanciato il primo supermarket "paga quello che puoi". Praticamente, qui si può riempire il carrello con tutto ciò di cui si ha bisogno e una volta arrivati alla cassa si paga solo quello che ci si può permettere. E se qualcuno fosse particolarmente sprovvisto di denaro o conto in banca può fare la spesa gratis, non paga nulla.

È un negozio totalmente nuovo che va contro ogni logica del profitto e del mercato. Infatti più che guadagnare, lo chef mira a promuovere un'etica del consumo alimentare, un nuovo modo di fare la spesa, secondo cui una persona arrivata alla cassa paga in base a ciò che può permettersi.

Già dal primo giorno d'apertura, il nuovo supermarket è stato preso d'assalto dai clienti, circa 200 che hanno riempito i corridoi ed i carrelli.

Jogger Gordon, a cui è venuta l'idea, dopo aver saputo che in Canada, un bambino su quattro soffre la mancanza di cibo, commenta così la sua iniziativa: "Me ne sono reso conto per la prima volta quando mia figlia che era andata ad una festicciola di classe con pigiama party a casa di un compagno di scuola, è tornata a casa prima del previsto. Il motivo: a casa dell'amichetto non c'era cibo per fare colazione. Dati alla mano, ha scoperto che si tratta di una piaha diffusa in tutto il Paese".

Le stime svelano che in Canada 4 milioni di persone, tra cui un milione e mezzo di bambini, soffre la fame. Dati tristissimi, che amareggiano soprattutto se si considera, che contemporaneamente la quantità di cibo che finisce nella spazzatura a causa di sprechi alimentari, e anche di abitudini sbagliate nella catena che porta gli alimenti dal produttore al consumatore in cui il 70% di frutta e verdura viene scartato solo perché di forma e aspetto non conforme agli standard, raggiunge ogni giorno le tonnellate.

Da qui lo chef, in accordo con produttori e altri supermercati ha pensato di raccogliere frutta e verdura, buona ma fuori calibro, che altrimenti sarebbe finita nella spazzatura e la mette a disposizione nel suo supermercato.

Qualunque sia l'intuizione, l'importante è che il gesto sortisca i suoi frutti e possa rivelarsi utile per tante persone.

mercoledì 27 giugno 2018

Donna romena trova portafogli con 2mila euro e lo porta alla Polizia

"Per me viene prima l'onestà. Io sono fatta così, non avrei mai tenuto per me quei soldi che non erano miei".

Così parla Maria Laura Dudos, la donna di nazionalità romena che, ieri, vicino Roma, ha ritrovato per strada un portafogli pieno di soldi e lo ha consegnato alla Polizia. Lei era appena uscita de dall'appartamento dove fa le pulizie al Portuense.

Trovare un portafogli colmo di soldi, avrebbe fatto tentennare chiunque. Invece la donna 41enne, che guadagna poco meno di 100 euro a settimana, non ha esitato un attimo e non si capacita dell'interesse sorto nei suoi confronti dopo un gesto che lei ritiene normale, onesto. Eppure, non tutti, trovando 2mila euro per strada, quasi "regalati" in un portafogli, questo era vicino a un cassonetto per il vetro in via Portuense, avrebbe avvertito la Polizia. I più forse, avrebbero lasciato i documenti e preso il bottino, dileguandosi nell'immediato.

Invece lei, malgrado avesse appuntamento da un medico, ha aspettato l'arrivo di una volante del Commissariato San Paolo a cui ha consegnato tutto.

Il denaro è stato quindi consegnato al suo proprietario, un fruttivendolo egiziano.

È curioso come questa vicenda susciti tanto stupore. In effetti, dovrebbe essere l'ordinarietà. Soprattutto per chi si professa tanto ben pensante. Invece ci si stupisce ancora, davanti ad un esempio di onestà, ci commuovono quasi.

Mentre, Maria Dudos pensa che non sarebbe potuta andare altrimenti: "Mi sono immaginata quel pover'uomo, straniero come me, come poteva sentirsi ad aver smarrito soldi e documenti. Non mi è proprio passato per la testa di tenermi quei soldi. Sono contenta ora possa essere felice e magari mandare quei soldi, come facciamo noi stranieri, ai familiari nel suo Paese".

Tanto di cappello, c'è solo da imparare.

Papà evade dal carcere per andare a vendicare l'uccisione della figlioletta

A Bolzano, un detenuto scopre che l'assassino di sua figlia è un ragazzino suo vicino di casa a Vienna. Evade per andare a vendicarla.

Una storia incredibile che innesca una serie di sentimenti anche contrastanti fra loro. Un uomo di origine cecena, ha appreso dell'uccisione di Hadishat, la figlioletta di 7 anni, nel carcere di Bolzano. Lì è riuscito a scoprire anche l'identità dell'assassino, sarebbe un connazionale 16enne che viveva a fianco alla casa della piccola a Vienna. Quindi, il padre "vendicatore" è evaso dal carcere per andarlo a cercare.

La piccolina era sparita in un parco giochi del quartiere, vicino alla capitale austriaca, l'11 Maggio. Solo pochi giorni dopo, il cadavere fu trovato avvolto nel nylon in un container dei rifiuti. La vicenda naturalmente aveva suscitato scalpore provocando "dispiacere ed orrore" nella popolazione ed immenso dolore nel padre, che aveva appreso la notizia da dietro le sbarre. Il dolore, con i giorni, si è tramutato in sentimenti di odio ed ha fatto accrescere in lui il desiderio di vendetta.

L'occasione gli si è presentata qualche giorno fa. Dopo un permesso premio, invece di rientrare in carcere, ha fatto perdere le sue tracce, per mettersi alla ricerca dell'assassino di suo figlia.  

L'omicida sarebbe un vicino di casa della piccola, tra l'altro arrestato dopo pochi giorni d'indagine. Il giovane davanti al magistrato avrebbe confessato l'accaduto descrivendolo: "una giornata no". Aveva bussato alla porta chiedendo un gelato, come era avvenuto anche in passato. Poi l'avrebbe accompagnata in bagno ed infine uccisa von grande violenza.

La vicenda ha suscitato sentimenti contrastanti nella coscienza pubblica, figuriamoci nella mente del padre della piccola. Alla notizia dell'evasione, però la famiglia di Hadishat, cerca di tranquillizzare tutti, asserendo che sicuramente "l'uomo non cerca vendetta di sangue". 

Non saprei. Come si può giudicare o condannare il pensiero o l'azione di un padre annientato da un dolore così forte, come può essere quello per l'atroce perdita di una figlia?

martedì 26 giugno 2018

Fiumi di cocaina mettono a rischio le anguille

Accurate analisi hanno rilevato alti tassi di cocaina nei fiumi, questi residui provocano danni a muscoli degli animali marini, compromettendone anche le migrazioni.

I fiumi, soprattutto quelli in vicinanza delle grandi città sono inquinati dagli stupefacenti. In particolare, le tracce presenti nelle acque sono sufficienti a provocare effetti letali nei pesci, tra cui le anguille.

È quanto emerge da uno studio partenopeo ma di respiro internazionale pubblicato da Science of the Total Environment e condotto da Anna Capaldo dell'Università Federico II di Napoli.

Nell'esperimento, i ricercatori hanno messo alcune anguille europee in delle vasche con una concentrazione di cocaina pari a quella trovata nei tratti urbani di alcuni fiumi, come il Tamigi, analizzandone poi le carni. Dopo pochi giorni di esposizione, le sostanze stupefacenti si erano accumulate nel cervello, nei muscoli, nella pelle e in diversi tessuti.

A subire maggiormente gli effetti più dannosi sono stati i muscoli, ormai rovinati come gli ormoni presenti ormai cambiati. Anche dopo 10 giorni di riabilitazione in vasca senza cocaina.

La Capaldo spiega quindi la ricerca: "Abbiamo scelto le anguille perché sono considerate in pericolo di estinzione e per il fatto che sono pesci molto grassi, il che favorisce l'accumulazione delle sostanze. Questi animali affrontano migrazioni anche di seimila chilometri, che richiedono riserve di energia e muscoli in perfetta salute per essere completate. I danni potrebbero riguardare anche altri animali marini. Soprattutto i pesci stanziali potrebbero avere conseguenze dalla presenza di cocaina nell'acqua a queste concentrazioni. Inoltre bisogna pensare che sono presenti anche molte altre sostanze pericolose, da altri stupefacenti a farmaci a metalli e l'effetto combinato è da valutare, cosa che vorremmo fare in uno studio successivo".

Inoltre è ancora tutto da approfondire l'effetto che potrebbe avere sull'uomo consumare le carni di questo pesce, che è molto presente sulle tavole di tutti. Sperando che basti far cuocere questo pesce per abbattere i possibili effetti negativi. Solo una cosa è certa, è in circolo un grandissimo quantitativo di droga ed presente anche nelle acque dei fiumi e fa malissimo! A gli animali marini, all'uomo e all'intero ecosistema.

lunedì 25 giugno 2018

I testimoni di Geova: "Una setta che sacrifica vite"

Così parla la sig. Grazia De Nicola. Per anni è stata testimone di Geova. Dopo una delicata operazione chirurgica in cui è stata necessaria una trasfusione di sangue, è stata emarginata da quelli che fino a poco tempo prima, si autodefinivano "fratelli di culto" l'hanno abbandonata anche le 3 figlie, seguaci di Geova che hanno chiuso ogni ponte con la madre, ritenuta colpevole di aver scelto di vivere.

Fino a quale punto è giusto che un credo allontani o inculchi odio nel rapporto tra genitori e figli? O si fermi davanti alla medicina, che viene ostacolata dalla più ottusa (ed ignorante) cecità? La storia della signora Grazia De Nicola, 48enne originaria di Colliano, un paesino in provincia di Salerno, ha dell'incredibile. Lei stessa afferma: "I testimoni di Geova sono una setta che sacrifica vite. Ho accettato una trasfusione di sangue e da allora la mia vita è distrutta. Le mie 3 figlie sono andate via di casa e non vogliono più saperne di me". 

Lei stessa racconta la sua vicenda. Le sue convinzioni religiose l'hanno portata ad un passo dalla morte, e dopo una delicata operazione chirurgica in cui è stata necessaria una trasfusione di sangue, la sua vita è cambiata, il suo "mondo" le ha voltato le spalle. Si è ritrovata abbandonata ed umiliata da quelli che fino a poco prima erano i suoi "fratelli" di culto. E rischia anche di perdere per sempre le sue tre figlie.

A 11 anni rimane affascinata dalla rivista in cui si venera il culto di Geova. Ricorda: "Negli anni '80, dopo il terremoto in Irpinia, dei testimoni di Geova vennero a casa nostra e ci dissero che quella tragedia era un segnale dell'imminente fine del mondo". Con il tempo si avvicina sempre di più a quel culto, fino ad entrare nel 2008 ufficialmente nei testimoni di Geova.

Da allora la sua vita cambia completamente e la sua casa diventa il luogo di riunioni sempre più frequenti. Il marito si oppone a questa cosa e i suoi "fratelli" di culto le impongono di lasciarlo perché alla fine sono i testimoni di Geova si salveranno dalla fine del mondo.

Poi, nel 2016, la svolta. Grazia scopre di avere un tumore benigno e da buona adepta si rivolge agli anziani della congregazione. Loro l'indirizzarono verso una clinica dove si effettuavano interventi chirurgici senza trasfusioni. Ma dopo l'operazione, Grazia era particolarmente debole perché era subentrata l'emorragia interna. Quindi ha stracciato il foglio che le avevano fatto firmare, come da statuto per i testimoni, dove rifiutava le trasfusioni, e ha deciso di vivere, ha scelto la vita, di accettare una trasfusione.

Ora è emarginata da tutti, e ripudiata dalle figlie. Ma un credo che al centro non mette la salute ed il benessere, il meglio per una persona, che credo è, che religione è? Sono sette che fanno il lavaggio del cervello alle persone.

venerdì 22 giugno 2018

Operai regalano quasi 1000 ore di ferie al collega malato di leucemia

A Vimedrone in provincia di Milano. Un operaio dopo aver esaurito le ferie per riprendersi dalla grave malattia, avrebbe dovuto prendere un'aspettativa non retribuita. Si sono quindi mobilitati i suoi colleghi che gli hanno offerto il tempo necessario al recupero.

Come misurare la grandezza di un cuore? Nel caso dell'operaio 53enne, dipendente della Mattei Group, azienda che produce compressori, la generosità, quella dei suoi colleghi operai, si misura in ore, circa mille. Tanto è il tempo tra ferie e permessi retribuiti che i suoi colleghi sono riusciti a mettere insieme.

Un bel regalo per l'uomo che due anni fa scoprì di avere la leucemia e d'allora tra cure e permessi, aveva finito i giorni di malattia, rischiando di perdere il diritto all'indennità dopo un'assenza prolungata dovuta alle sue precarie condizioni di salute. Non meno grave sarebbe stato anche l'impatto economico, dato il periodo difficile che l'uomo sta vivendo.
Tutto è iniziato nel 2016, quando l'uomo cominciò a sentirsi troppo debole, stava male. Grazie al sesto senso della moglie, si fece convincere ad andare in ospedale per fare qualche esame, così ha scoperto di avere una forma di leucemia mieloide acuta, talmente grave che, secondo i medici, senza un intervento gli sarebbero rimasti solo pochi giorni di vita.
Da lì, sono seguite cure e la donazione di midollo da parte del.figlio che gli hanno letteralmente salvato la vita e gli hanno permesso di sconfiggere la malattia. Eccetto le forze il cui recupero completo è ancora lontano, tanto che, secondo il medico del lavoro, a un anno e mezzo di distanza, non è ancora pronto per tornare in fabbrica.
Nel frattempo, l'operaio ha terminato i giorni di malattia retribuita e avrebbe dovuto continuare con un'aspettativa non retribuita. A questo punto entra in campo la  solidarietà degli altri dipendenti che hanno fatto a gara per aiutarlo, rinunciando a buona parte delle loro ferie e dei permessi, permettendo al collega di riprendersi con tranquillità.
La solidarietà ha tante facce, pesi e misure, in questo caso si è manifestata nelle quasi mille ore di ferie retribuite, racimolate per il collega malato.

giovedì 21 giugno 2018

Il killer silenzioso della cucina

Lo strofinaccio. Presente nella casa e nella cucina di ognuno, è in realtà un nemico ricco di batteri, ed è una delle potenziali cause di intossicazioni.

Ci passa tra le mani decine di volte al giorno, con leggerezza e automatismo maneggiamo questo, all'apparenza, "innocuo" pezzo di stoffa, che in realtà, tutto è fuorché innocuo. Infatti lo strofinaccio è il nemico nascosto in cucina, ed è una delle potenziali cause di intossicazioni alimentari.  

Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Università delle Mauritius, presentato ad Asm Microbe, l'incontro annuale dell'American Society for Microbiology. Il 49% degli asciugamani da cucina che sono stati analizzati ha avuto una crescita batterica che è aumentata in relazione a diversi fattori, dal numero delle persone presenti in famiglia, agli eventuali bimbi che scorazzano per casa.

È stato rivelato che gli strofinacci per uso polivalente come asciugare le stoviglie e le mani, tenere gli utensili caldi, asciugare o pulire le superfici, presentavano un maggior numero di batteri rispetto agli asciugamani monouso. Inoltre, quelli umidi avevano un numero di batteri superiore a quelli asciutti.

Tra gli strofinacci usati come campione e risultati positivi per la crescita batterica, si è osservato che il 36,7% ha sviluppato batteri coliformi; il 36,7% gli enterococchi e il 14,3% gli stafilococchi aurei.

Il rischio di avere i coliformi (gener di cui fa parte anche l'Escherichia coli, normale flora dell'intestino rilasciato nelle feci) era più alto negli asciugami umidi rispetto a quelli monouso e nelle famiglie che avevano una dieta non vegetariana.

Da questo i ricercatori hanno evinto che i canovacci comunemente usato in cucina, potrebbero essere responsabili di contaminazione che causano intossicazioni alimentari. Quindi, non ci si deve far ingannare dall'apparenza innocua dello strofinaccio, se vuole sa essere un nemico terribile.

È boom della macchina che fa il tiramisù in 30 secondi

Il brevetto dell'ingegnere di Bassano del Grappa conquista i mercati esteri. A ruba la macchina che prepara da sola il dessert freddo italiano per antonomasia.

Grazie a Meesoo la macchina che realizza il tiramisù espresso, pronto in 30 secondi, chiunque abbia voglia di deliziarsi il palato con il più famoso dessert al cucchiaio italiano al mondo, non dovrà più aspettare di scendere al ristorante, ordinarlo in pasticceria o per i più ardimentosi prepararlo da soli in casa, ma basta un click et voilà la voglia dolciaria sarà esaudita.

Da anni il tiramisù è uno dei simboli del successo internazionale della cultura gastronomica italiana, il suddetto dessert è amatissimo nel mondo, tanto da essere presente, senza alcuna traduzione, nei menù dei ristoranti di tutto il mondo. Il dolce di origine friulana traina l'export non solo dell'ingrediente principale, il mascarpone, ma dal 2016, anche quello dei macchinari per farlo espresso.

Infatti, due anni fa, Iuri Merlini, ingegnere specializzato in startup ad alto contenuto d'innovazione, ha messo a punto il brevetto Meesoo, la macchina per realizzare il tiramisù espresso in 30 secondi.

L'inventore di Bassano del Grappa commenta: "Le prime soddisfazioni sul mercato estero sono arrivate in particolare dalla Svezia e dalla Croazia.

Poi è stata la volta del Medio Oriente, a partire da Beirut. Il Libano sta rappresentando una porta importante per penetrare un mercato stimolante come quello mediorientale. Ora il presente parla francese, con il posizionamento di alcune macchine a Parigi in location di Prestigio come ad esempio l'Hotel Novotel Berci'. Non nascondo la soddisfazione per essere riuscito a esportare la mia idea "Made in Italy" nella capitale francese".

In effetti, il dott. Merlini ha di che essere orgoglioso, è stato molto bravo a mettere a punto una macchina tanto precisa che può assecondare al momento una delle più golose delle voglie. Però, va aggiunto, che il merito principale va alla squisitezza del tiramisù, che piace proprio a tutti e dovunque, tutti ne chiedono e forse anche per questo la macchina Meesoo vende tanto.

mercoledì 20 giugno 2018

Anziana trova buono postale da 18 mila euro dietro un quadro

Una vedova 90enne trova dietro uno dei quadri del marito un buono postale del valore di un milione di lire. Glielo aveva regalato il defunto marito per il suo sessantesimo compleanno. Le Poste però non vogliono rimborsarle il vero corrispettivo economico del buono.

Buoni motivi per spolverare spesso e accuratamente la polvere in casa: possibilità di trovare nascosti buoni dietro i quadri. Questo è quanto è successo alla signora Matilde Esposito, 90enne originaria di Salerno, ma residente a Bergamo, che mentre sistemava le tele dipinte dal suo defunto marito, dietro una di esse, ha trovato un buono postale fruttifero di un milione di lire emesso il 6 Marzo 1986, in occasione del sessantesimo compleanno della donna. Il signor Domenico Brescia, aveva messo questi soldini a nome della moglie, a sua insaputa, forse con l'intento di farle una gradita sorpresa per il futuro. E c'è da dire che c'era riuscito, visto che il buono è stato ritrovato solo il giorno 14 Dicembre dello scorso anno.

D'allora oltre le gioie, per la felice testimonianza dell'amore del marito, per la signora è cominciata anche qualche grana. Quelle date dalle Poste che non vogliono risarcirle l'effettivo valore del buono. E questo, in generale, è una problematica che riguarda centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori.

Alla signora Esposito, è stato offerto dalle Poste come conguaglio totale quasi ottomila euro, (per la precisione 7.950 euro), solo la metà della cifra a cui l'anziana avrebbe diritto. (circa 18.211 euro). Il caso è passato quindi nelle mani dell'avvocato Annalisa De angelis, esponente di uno studio associato specializzato in casi simili. Se Poste Italiane non dovesse pagare quanto richiesto, lo studio procederà attraverso un decreto ingiuntivo del Giudice di Pace competente territorialmente, quello di Avellino.

La De Angelis spiega: "In Italia stimiamo che ci siano circa 500 mila piccoli risparmiatori nella stessa situazione della signora Esposito. Persone alle quali Poste Italiane pretende di rimborsare buoni fruttiferi con un controvalore inferiore a quello a cui in realtà avrebbero diritto".

Dal canto suo, le Poste continuano, nella maggior parte dei casi, a tenere una linea di resistenza nonostante la legge le sia sfavorevole. In barba al fatto che aumenta il numero  di utenti  che si possono sentire insoddisfatti del servizio  loro offerto.

Bottura vince l'Oscar mondiale della Gastronomia

Lo chef italiano bissa. La sua Osteria Francescana di Modena è stata nominata miglior ristorante al mondo. Il riconoscimento era già stato ottenuto nel 2016. Nella cerimonia tenuta a Bilbao, in Spagna, altri italiani presenti nella top 50.

World's 50 Best Restaurants 2018 incorona come miglior chef al mondo l'italiano Massimo Bottura che con la sua Osteria Francescana di Modena riporta la cucina italiana ai massimi livelli sul trono più alto della gastronomia.

Nella cerimonia di premiazione tenutasi a Bilbao in Spagna, Bottura si è rivelato il primo anche per aver bissato il risultato. Ossia, nella storia del premio, è la prima volta che uno chef riesce ad imporsi per 2 volte (come detto, c'era già riuscito nel 2016).

Lo chef Bottura, vittima di un furto nella sua abitazione il mese scorso, è innanzitutto un campione di solidarietà, tante le iniziative benefiche da lui promosse e portate avanti in prima persona, mentre durante il concorso è salito sul podio, battendo il vincitore dello scorso anno, l'Eleven Madison Park di New York (sceso al 4° posto), superando inoltre, il Celler de Con Roca di Grana, e al terzo posto il Mirazur di Mentone, con lo chef Mauro Colagreco.

Gli organizzatori della lista dei 50 migliori ristoranti del mondo hanno affermato che il premio è stato un testamento per il "continuo" impegno di Bottura nel promuovere il carattere unico dell'Osteria Francescana. Lì, lo chef offre una cucina contemporanea che sfida e reinventa la tradizione culinaria italiana mentre utilizza i migliori prodotti della regione Emilia-Romagna.

Bottura ha ringraziato, ricordando che: "Questo incredibile risultato è qualcosa che abbiamo coatruito tutti insieme". Anche altri italiani si sono fatti rispettare nella premiazione. Nella top 50 sono entrati anche Niko Romito del Reale di Castel di Sangro, salito dal 43esimo posto al 36esimo; Massimiliano Alajno da le Calendre che si è classificato al 29esimo posto e Enrico Crippa con il suo Piazza Duomo al 16esimo posto.

La prossima edizione dei World's 50 Best Restaurants si svolgerà a San Francisco, in California, sempre sotto l'egida della rivista britannica specializzata Restaurant.

Nessuna sorpresa quindi, la cucina italiana è la migliore al mondo, e tra tutti gli chef come poteva la cucina di un uomo, buono, come Bottura non poteva essere la migliore di tutte?

martedì 19 giugno 2018

"La protesta delle mutandine", in scena al Parlamento britannico

Una fila di mutandine appese davanti allo studio del deputato Tory che ha votato contrario ad una legge contro la pratica di fotografare le donne sotto le gonne.

"Upskirting" è la nuova inconsueta protesta messa in atto da alcune dipendenti del Parlamento britannico. Si tratta di una striscia di mutandine femminili appese alla porta dell'ufficio di un parlamentare conservatore.

Il politico in questione è sir Christopher Chope, che la scorsa settimana era stato l'unico ad opporsi all'approvazione per acclamazione di una legge che avrebbe punito con pene fino a 2 anni di prigione il reato di "upskirting", la pratica di scattare foto di nascosto da sotto la gonna di una donna. L'obiezione di Sir Chope è stata decisiva perché ha bloccato il provvedimento. La stessa Theresa May ha espresso "rincrescimento" che un legislatore del suo partito abbia impedito il passaggio della norma.

Il suo no ha immediatamente provocato una reazione corale,a tratti pure plateale. Le donne che lavorano ai Comuni, come staff di deputati o in altre posizioni all'interno del palazzo di Westminster, hanno appeso un filo di mutandine alla porta di Sir Chope.

Per dovere di cronaca, il deputato colpevole di aver ostacolato il provvedimento aveva subito precisato che lui è favorevole ad una dura punizione contro l'upskirting, ma si era opposto al voto per acclamazione soltanto per "ragioni di principio", in quanto convinto che il Parlamento debba sempre e comunque dibattere qualsiasi atto prima di approvarlo.

Quindi si presume che presto ci sarà questo dibattito voluto dal sostegno unanime di tutte le forze politiche e che questa vergognosa abitudine maschile diventerà un crimine punito con severità.

Nel frattempo l'insolita protesta delle dipendenti ha coinciso e da questo forse, si è fatta forza, con la recente pubblicazione nel Financial Times di un'inchiesta sugli abusi sessuali a cui sono sottoposte le donne nel Parlamento britannico, ribattezzato da "House of Parlament" a "House of Harassment" (casa delle molestie).

È triste! tutta questa vicenda: la necessità di creare una legge contro una pratica tanto orribile quanto stupida, il fatto che un luogo di politica sia anche luogo di molestie e un politico che per un no di posizione ha bloccato il provvedimento, e che delle donne per protestare contro la "pratica dello sbirciare" appendono alle porte di un ufficio delle mutande.

Il Vaticano batte(sul tempo) Salvini. Il taser in dotazione alla Gendarmeria

Il Vaticano anticipa il Governo, già da diversi giorni è in dotazione. In Italia, invece, dopo l'annuncio del Capo della Polizia Gabrielli e del Ministro dell'Interno, la sperimentazione partirà nelle prossime settimane.

Le pistole elettriche, già da diversi giorni, sono diventate equipaggio d'ordinanza per un gruppo scelto di membri della Gendarmeria vaticana, che oltre la classica arma da fuoco , sono ora provvisti di taser, gli strumenti capaci di immobilizzare tramite una scarica elettrica ad alto voltaggio. 

Una scelta dettata dall'esigenza di garantire una maggiore sicurezza del Papa, soprattutto nelle sue uscite pubbliche, quando è esposto al contatto con le grandi folle.

Nello Stato Pontificio l'utilizzo del taser è consentito esclusivamente "a salvaguardia della vita".  Che non è solo quella del Pontefice, ma di tutti coloro che vivono o semplicemente si trovano nello Stato del Vaticano. La scelta è stata obbligata, a causa anche della precaria situazione geopolitica circostante e le continue minacce quotidiane di attacchi terroristici.

Non è un mistero, che da sempre le misure di sicurezza in Vaticano sono altissime, nonostante la necessità di conciliarle con le esigenze di culto da parte dei pellegrini.

L'eventualità, ormai quasi certezza, di adottare pistole taser è materia di dibattito anche in Italia. Pochi giorni fa, il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha annunciato: "Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e potranno non creare danno eccessivo alle persone in certi eventi".

In effetti, l'idea è nata in relazione alle vicende di Jefferson Tonala', il ventenne equadoregno, ucciso dalla Polizia nel corso di un Tso durante il quale il ragazzo aveva ferito a coltellate un agente.

La proposta dell'utilizzo della pistola elettrica è stata immediatamente accettata dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha anticipato per le "prossime settimane" l'inizio della sperimentazione con i taser.

C'è da dire che le pistole elettriche sono attualmente in uso nelle Polizie di 107 Paesi in tutto il mondo. Se può aiutare a salvaguardare tutte le persone, ben venga anche da noi.

lunedì 18 giugno 2018

Bimba scomparsa protetta e guidata dal suo pitbull

A Louisville, nel Kentucky, una bimba di 2 anni scompare da casa per 36 ore, il suo cane, un pitbull la protegge e poi guida i soccorsi.

Charlee Campbell la bimba, un angioletto biondo di 2 anni, dopo un giorno e mezzo ha potuto finalmente riabbracciare mamma e papà nella sua casa a Lebanon Junction, vicino Louisville in Kentucky. Sua mamma l'aveva portata a fare una passeggiata nel verde quando è scomparsa nel nulla.

Immediate sono scattate le ricerche, e soprattutto l'ansia e l'angoscia dei genitori che facendo denuncia hanno allertato i soccorsi. All'inizio della piccola non c'era nemmeno una traccia, solo la stregua consolazione che con lei ci fosse anche il fedele Penny, il cane di famiglia.

Ma Penny, una femmina di American Staffordshire Terrier, non è solo un cane, per la piccola, durante quelle lunghissime 36 ore, è stato soprattutto un angelo custode a quattro zampe. La cagnolina non ha mai abbandonato la piccina, per tutto il tempo l'ha protetta, le ha fatto compagnia e alla fine ha cercato soccorso, arrivati i rinforzi li ha guidati conducendoli alla piccina.

Sì, perché Penny, disidratata e piena di zecche, si è presentata davanti casa della nonna, proprio dove erano scomparse. La donna ha subito capito che il cane le voleva dire qualcosa. Il suo gesto significava qualcosa. Penny voleva essere seguita per portare qualcuno in aiuto a Charlee. Così la piccolina è stata poi trovata, illesa perché protetta per tutto quel tempo dalla cagnolina. E considerando la zona in cui la vicenda è accaduta, un luogo impervio e pericoloso, ha tutto il sapore del piccolo miracolo.

In questo caso, il lieto fine è stato scritto da un cane, un pitbull tra l'altro; a volte ci si dimentica che saranno pure animali, ma hanno un cuore grandissimo capace di scrivere pagine bellissime.

Incendiata la più famosa scuola d'arte del mondo

A Glasgow, in Scozia è stato nuovamente devastato da un rogo Palazzo Mackintosh, il luogo che ospita una delle scuole d'arte più rinomate al mondo.

"Il mio cuore si spezza per l'amata scuola d'arte di Glasgow", con queste parole il premier scozzese Nicola Sturgeon commenta quanto accaduto pochi giorni fa ad uno dei templi dell'arte.

Quella del Palazzo Mackintosh è una delle scuole d'arte più rinomate al mondo. Per domare l'incendio c'è voluto il duro lavoro di oltre 120 pompieri. Le case vicine sono state evacuate, ma comunque il rogo si sarebbe esteso anche ad un college attiguo e ad un nightclub.

Il palazzo è ancora in ristrutturazione dopo che 4 anni fa era già stato palcoscenico, di un avvenimento simile, un terribile incendio che ne aveva distrutto buona parte.

È ancora presto per stabilire le reali cause dell'incendio, le indagini stanno facendo il loro corso, nel frattempo, Ian Bushell, vicecapo del servizio di soccorso e antincendio scozzese, ha riportato semplicemente che è stato "un incidente estremamente difficile e complesso". Da tutte le parti arrivano messaggi di una sorta di cordoglio, tutti sono affranti per il terribile danno culturale arrecato alla Glasgow School of Art.  

In effetti l'intero spazio è stato avvolto dalle fiamme, bisognerà valutare quanto sia riuscita a conservarsi la struttura della facciata e sperare in una completa ricostruzione degli interni.

Lo storico palazzo deve il suo nome all'architetto e designer di Glasgow, Mackintosh (1868-1928) che è stato un esponente di spicco dell'Art Noveau. Nel 1897 vinse il concorso per progettare l'edificio e ci vollero 10 anni per la realizzazione, che era fonte di uno status garantito del giorno ed è un punto di riferimento per la città e migliaia di visitatori.

Le cause reali dell'incendio sono ancora da accertare...non sia mai che non c'è più rispetto per l'arte.

giovedì 14 giugno 2018

Cartolina recapitata 63 anni dopo

Una missiva imbucata da Alessandria il 14 Settembre 1955 è stata consegnata l'8 Giugno 2018 ad Aosta. Per il "tragitto" ci sono voluti più di 60 anni.

Forse avrebbe impiegato meno tempo se per salutare l'amica, la signora fosse andata a trovarla a piedi. Invece..."Dopo che ho capito che non era uno scherzo, mi sono emozionato a vedere mia mamma così entusiasta e felice". Così racconta Stefano Podio, medico aostano che ha assistito all'incredibile scoperta, che sua madre Maria Griseri, 83 anni, ha fatto l'8 Giugno scorso nella buca delle lettere.

Tra le consuete bollette e pubblicità, ha fatto capolino una lettera del passato: una cartolina di un'amica scritta e imbucata a Bergamasco, in provincia di Alessandria ben 63 anni fa, la missiva era stata infatti spedita il 14 Settembre 1955. Con un francobollo da 10 lire della serie Italia Turrita, raffigurante il palazzo municipale del paese.

Sulla cartolina c'è solo un breve e affettuoso "Cari saluti" firmato "Giuse". Il vezzeggiativo di Giuseppina, un'amica che la destinataria aveva conosciuto negli anni '50 e che dal Piemonte era arrivata ad Aosta per studiare alle magistrali.

Ma tanto è bastato per ricolmare di affettuosa gioia il cuore della signora Maria, che commenta: "Quanso ho visto la cartolina mi si è aperto un mondo di ricordi. Un'epoca in cui avevamo tutta la mia famiglia, un'epoca di giovinezza. Grazie alle Poste per questo regalo dai meandri del passato".

Forse è più bello il gesto della signora Griseri, che invece di arrabbiarsi almeno un pochino, per il mancato recapito dell'epistola, ha invece ringraziato le Poste per averle "riconsegnato il ricordo" dopo 63 anni.

Mindful: la pratica di alimentazione che fa perdere peso mangiando ciò che piace

Arriva dall'America il modo di mangiare "mindful". È concesso tutto ciò che piace a sazietà.

Negli Usa è già una moda conclamata. È nato pochi anni fa il metedo di vita mindful è oggi sempre più applicata nella lotta all'obesità. Lì, esistono vari Centri Usa per il mangiare sano, e una folta schiera di psicologi e coach specializzati che nep seguono l'andamento del "regime" che non è un regime, della "dieta" che non è una dieta. Gli adepti giurano di dimagrire, proprio perché non si pensa a dimagrire.

Alla base del mangiare mindful c'è la consapevolezza, tutto il cibo sembrerà più gustoso e basterà mangiare molto meno, perché ne saremo appagati molto prima, per dimagrire o tentare di farlo, l'importante è cercare di migliorare il benessere.

Susan Albers, psicologa della Cleveland Clinic, spiega: "Bisogna abbandonare radicalmente la mentalità di stare a dieta, e mangiare ciò che piace con totale "presenza" di spirito ogni momento, ogni boccone, ogni sapore. Quando affiniamo ogni senso nell'assunzione di cibo, ascoltiamo il nostro corpo che dirà naturalmente quando smettere".

Affinché il metodo sia efficace, bisogna però seguire 5 regole di buon senso.

-Innanzitutto bisogna sedersi sempre quando si mangia, anche solo una merenda, due nocciole e così via.

-Assaporare attentamente e lentamente ogni alimento, pezzo per pezzo.

-Masticare lentamente, assecondando ogni gusto e retrogusto.

-Creare un ambiente consono, con poche distrazioni e che aiuti la concentrazione sul cibo.

-Sorridere: sempre tra un boccone e l'altro.

"L'intenzione dell'alimentazione mindful è stimolare la concertazione sull'attimo presente, accettando i propri gusti e appetiti, stimolando la curiosità verso ogni sapore". L'esperta inoltre aggiunge che la premessa non è dimagrire, la pratica condurrebbe naturalmente alla perdita di peso.

Con queste premesse, ci credo che il metodo mindful sta avendo tanti consensi, magari fosse vero che per dimagrire non si deve rinunciare a niente.

mercoledì 13 giugno 2018

Bocuse d'Or Europe: l'Italia è fuori

Dopo due giorni di preselezioni a Torino, che hanno visto fronteggiarsi le migliori cucine d'Europa, l'Italia è stata eliminata. Non rientra nemmeno fra le prime 10.

La cucina italiana non ha convinto la giuria del Bocuse d'Or Europe, il più prestigioso concorso di cucina al mondo. Le cui prove preliminari si sono svolte a Torino, mentre la finale mondiale si terrà a Lione all'inizio del 2019.

I due giorni di competizione all'Oval del capoluogo piemontese hanno visto sancire l'indiscusso dominio scandinavo. La Norvegia ha vinto il titolo continentale, piazzandosi al primo posto grazie alle prelibatezze cucinate ad arte dal team dello chef Christian Andrè Pattersen. Al secondo posto si è posata la Svezia dello chef Sebastian Gibrand, e al terzo posto s'impone la cucina di Kenneth Tof-Hansen per la Danimarca.

Il team italiano si è dovuto accontentare del premio per il miglior aiuto (commis), attribuito al belga Curtis Mulpas, che lavora con lo chef Ruggieri nel ristorante stellato a Parigi sui Campi Elisi. È rimasta fuori dalla top ten, piazzandosi solo al 12° posto. Ciò non le ha impedito di accedere comunque alla finale mondiale del Bocuse d'Or 2019, a Lione.

Diciamo che è stata una sorta di ripescaggio. Il team composto dallo chef Martino Ruggieri, dal commis Curtis Mulpas e dal coach Francois Paulain ha ottenuto dagli organizzatori una wild card che lo inserisce tra i finalisti del concorso.

Quindi non è tutto perso, l'Italia può ancora dimostrare quanto vale a tavola, sebbene ciò non dipenda sicuramente dal vincere un concorso culinario, seppur prestigiosissimo, di fama internazionale.

Thor: il cane scappato per ritrovare la ragazza che l'aveva salvato

La meravigliosa storia del cane Thor che lascia la sua famiglia adottiva per ritrovare la ragazza che le aveva dato le prime cure.

Non c'è amore più puro di quello  con un cane. C'è poco da fare solo un cane è capace di amarci veramente, incondizionatamente e non dimenticarsi mai di chi l'ha voluto e gli ha voluto bene veramente. La storia di Thor ha dell'incredibile.

È la storia d'amore tra Thor, un incrocio di Golden Retriver bianco e beige, e Barbara Pistis, volontaria e amante dei cani. Lei salvò Thor dalla strada quando aveva 2 mesi e subito fu "amore a prima vista" tra i due s'instaurò un rapporto bellissimo. Poi, per il cane arrivò il fortunato momento dell'adozione.

Così, Thor e Leoni' lasciano la Sardegna per approdare a Ravenna, dove ad attenderli c'è una casa confortevole e una famiglia adorabile. Al Golden non basta: lui ha Barbara nel cuore e dopo solo un giorno della sua nuova vita, scappa di casa e non si fa più trovare. Scattano così le ricerche.

Barbara si era sempre tenuta in contatto con la famiglia adottiva a quindi immediatamente ha appreso la notizia. Era molto preoccupata soprattutto perché lontana. Una ragazza di Lonisei decide di darle una mano: le paga il biglietto per il viaggio più qualche cosa per le spese. La donna può partire così per Ravenna.

Arriva giusto in tempo, Thor è stato trobato in un campo enorme, e non si fa avvicinare. Reagisce in modo aggressivo. Le cose cambiano quando vede arrivare Barbara. Lei lo chiama, lui la raggiunge subito e si mette pancia all'aria per le carezze di quelle mani che tanto ama.

Barbara condivide la sua immensa gioia sui social: "Vedi caro Thor la vita ci ha fatto rincontrare...Pensavo di regalarti una vita bella. Con delle persone che ti avrebbero vissuto 24 ore su 24...Invece hai deciso di uscire da quel cancello e di non farti riacchiappare da nessuno...Sono sicura che ti siano passati pensieri brutti...Magari hai pensato che ti avessi abbandonato...Ma non è così. Il tuo dolore è stato il mio. Non ti avrei mai lasciato da solo mai. C'è stato un angelo a far sì che io potessi venire a prenderti...e ora è diventata la tua madrina. Non finiremo mai di ringraziarla. Ti hanno voluto bene tantissime persone e continueranno ad amarti da vicino, a distanza e pure virtualmente. Mi hai insegnato tanto...Quel momento in cui i tuoi occhi mi hanno incrociato non lo dimenticherò mai...Grazie piccolo angelo...Sono sicura che c'è qualcosa tra noi due che ancora devo capire bene. Ma se da un lato ho dei dubbi...dall'altro lato sono sicuro di una cosa...e cioè che non ti lascerò più!". Ora grazie al sostegno, economico, di tanti amici, Barbara e Thor sono tornati in Sardegna .
Se non è amore questo.

martedì 12 giugno 2018

Sbadigliare...può rivelare anche attrazione sessuale

Secondo gli esperti lo sbadiglio invece che essere indicativo di noia, può essere segno di attrazione sessuale, molti azzardano anche che sia indicatore di grande intelligenza.

Sarà capitato anche a voi, che nel bel mezzo di una conversazione a due, al partner scappi uno sbadiglio e ci si stampa in faccia a mo di offesa. E subito sorge il dubbio "si starà annoiando?"

È una cosa normale, anche perché, finora si era ritenuto che lo sbadiglio fosse associato con la noia, il sonno e stanchezza in generale.

Invece, secondo degli studiosi, riuniti a Parigi per una Conferenza Internazionale sullo Sbadiglio, questa forma di manifestazione fisiologica avrebbe un risvolto sessuale: svela l'attrazione sessuale.

Va detto che l'atto di sbadigliare è un'azione complessa che rivela più particolari di quello che finora gli si era attribuito. Infatti, lo sbadiglio non è solo un segno di tedio o sonnolenza. Anzi, secondo gli esperti lo sbadiglio può essere indicativo di tutta una serie di emozioni. E tra esse non c'è solo il disinteresse, ma anche l'interesse. E poi uno stato di stress o fame. Aprire la bocca per far entrare aria può indicare un bisogno di "ossigeno" ma anche una voglia di sessualità.

Naturalmente distinguere i due bisogni è cosa difficile. È inutile lanciarsi in stupidi film mentali, basati sul fatto che qualcuno ci sbadigli in faccia, pensando che gli piacciamo da quel punto di vista. Magari ha davvero e semplicemente voglia di dormire e da solo.

Poi, secondo uno studio, una persona nella vita, sbadiglia in media 240 mila volte, e quindi viene da se che non può farlo solo quando ha strane voglie...
Lo spunto per la ricerca fu dato dal tedesco Walter Jeuntjeres quando riferì che molti dei pazienti dei sessuologi avevano riportato di sbadigliare durante i preliminari o l'atto sessuale.

Gli scienziati ancora non hanno dato una spiegazione scientifica certa sul perché si sbadiglia, in questa caso, se perché si è troppo eccitati o se perché si è molto annoiati. Rimane valida la vecchia regola secondo cui ciò che conta siano più i fatti...se ne seguono.

Non ha i soldi per il funerale, tiene il cadavere della zia in casa per 5 mesi

È accaduto ad Asti. Un 66enne ha tenuto nascosto in casa il cadavere dell'anziana zia deceduta a Gennaio. Non aveva i soldi per pagare il funerale. La scoperta è stata fatta a seguito di una notifica di sfratto.

Quando la realtà supera la fantasia. A questo avranno sicuramente pensato i Carabinieri e i Vigili Urbani di Asti, quando hanno varcato la soglia di quella casa. Le Forze dell'Ordine avevano accompagnato un Ufficiale Giudiziario per la notifica di uno sfratto. Davanti alla casa della signora intestataria si sono trovati dinanzi il nipote che li ha accolti con la terribile notizia: "Prima di entrare vi devo dire una cosa. Troverete mia zia morta. Non avevo i soldi per fare il funerale".

Increduli alle parole dell'uomo, i Vigili e i Carabinieri si sono allertati ed entrati in casa per verificare se fosse vero o meno, hanno fatto la macabra scoperta.

In casa, adagiato sul letto della camera, giaceva il corpo di Luigia Laferrere, 90 anni, ed era in avanzato stato di decomposizione. Il medico legale ha confermato che la donna era morta a Gennaio. E il decesso era stato debitamente denunciato. L'unica anomalia è che il corpo non era mai stato seppellito.

Il nipote, un uomo di 66 anni, come unica spiegazione offerta per l'accaduto, ha dichiarato di non avere i soldi per le spese necessarie al funerale. In realtà, avrebbe potuto rivolgersi al Comune, che in casi come questo, accerta l'effettiva indigenza e sostiene le spese per la tumulazione. 

Così, ora l'uomo rischia grosso. Nei suoi confronti, potrebbe scattare una denuncia di occultamento di cadavere. Mentre, per la povera defunta, le Istituzioni stanno già provvedendo ad assicurargli la sepoltura.

Una situazione davvero sconcertante, sconvolgente. Non solo per il comportamento del nipote, ma anche per quello dei vicini d'abitazione. È possibile che non abbiano ravvisato la scomparsa della donna, o un minimo di esalazioni di cattivo odore?

lunedì 11 giugno 2018

I delfini si "chiamano" per nome

Raccolte a Shark Bay, nell'Australia, le registrazioni di 17 delfini tursiopi, loro si danno dei "nomi" per riconoscere gli amici.

Che i delfini siano animali simpatici e superintelligenti è cosa nota. Ora uno studio rivela che essi possano essere simili agli uomini più di quanto si pensi. Infatti è stato provato che i delfini tursiopi, famosi per la socialità sono capaci di formare alleanze, usano anche dei "nomi"individuali per identificare i loro amici e i loro rivali all'interno delle reti sociali.

Lo studio è stato condotto dall'Università dell'Australia Occidentale (Uwa) e vede come uno dei maggiori autori la dottoressa Stephanie King del Centro per la Biologia Evolutiva dell'Uwa. La dottoressa dichiara: "Quando due gruppi s'incontrano, scambiano i loro suoni di riconoscimento per far sapere chi è presente. A volte riproducono il nome di un altro animale quando non sono nei paraggi, ma non sappiamo cosa significhi". Cosa ancor più interessante è sapere che solo questo tipo attua un comportamento simile, escluso gli umani naturalmente, nessun'altra specie ne è capace...almeno secondo i saperi di adesso...

I ricercatori sono forti della loro scoperta grazie all'osservazione di 17 delfini della baia di Shark Bay, nell'Australia occidentale. A bordo di una piccola nave di ricerca, gli scenziati hanno osservato i delfini e usato microfoni subacquei per registrarli e si è quindi appurato che queste simpatiche creature oceaniche sono davvero capaci d'interagire a livello molto elevato tra di loro.

Dovremo imparare dalla natura, da come hanno fatto i delfini a creare più rete sociale tra i componenti e identificare ogni singolo individuo con il proprio nome per rispettare l'individualità e le particolarità di ognuno.

L'Italia, primo produttore di gelato in Europa

Il Belpaese produce e mangia gelato. Se ne consumano circa 6 kg pro-capite e decisamente la preferenza va a quello artigianale.

Le note calde dell'estate, in Europa vengono contrastate con i gusti freschi del gelato e deve essere italiano. È boom di consumo di coni e coppette, nel Belpaese ne produce 595 milioni di litri attestandosi come primo produttore dell'Unione Europa.

Lo rivela un'analisi condotta da Coldiretti per Eurostat, che puntualizza un successo dovuto anche alla destagionalizzazione dei consumi dovuta ai cambiamenti climatici in atto e al consumo come pasto alternativo, in città nelle pause di lavoro, ma anche come fresca evasione in relax in spiaggia al mare.

Di gran lunga, si preferisce il gelato artigianale e nei gusti storici, classici, sebbene la crescente richiesta ha fatto sì che ora ci sia un'infinita diversificazione di gusti: passando dal senza lattosio, al vegano, a quelli che riprendono gusti esotici, a quelli più ricercati prodotti solo con abbinamenti di materie prime rare e preziose, per arrivare ai gelati con frutti, verdure locali, al gusto di formaggio Dop o di grandi vini.

Emerge anche che gli italiani amano tantissimo il gelato. Ne consumano oltre 6 chili all'anno a testa. L'Italia con circa 1/5 (19%) del totale Ue ha conquistato la vetta dell'arte dolce fredda superando la Germania che deteneva il titolo da più di 20 anni. Le terre alemanne ne producono 515 milioni di litri (16%), seguite dalla Francia a 454 milioni (14%), seguita a sua volta dalla Spagna che ne produce 301milioni di litri. Al quinto posto si assesta la Polonia con 264 milioni di litri e fanalino di coda della classifica è la Norvegia con 56 milioni di litri. Forse, lì, dove le temperature sono belle freschine, non si sente tanto il bisogno di mangiare "dessert freschi".

È da 500 anni che grazie ai mastri pasticceri della corte medicea di Firenze, il mondo ha conosciuto le gioie del gelato. Ad essi si deve l'invenzione di sorbetti e cremolate. Usati fino dagli albori per allietare in pianta stabile feste e banchetti. Da lì, furono poi esportati in Francia e in tutto il mondo, debuttando ufficialmente in America nel 1770 a New York con l'apertura della prima gelateria di proprietà dell'imprenditore genovese Giovanni Bosio.

D'allora la dolce storia di gusto che questo dessert fresco ci regala non è mai finita.

sabato 9 giugno 2018

Addio fede: arriva il piercing nuziale

Spopola la nuova moda del piercing sull'anulare a posto del classico anello pegno dell'amore eterno.

Oggi il gioiello più importante per suggellare l'amore tra due persone non si indossa, ma lo si incastona direttamente sul dito. La fede nuziale cede il posto al piercing anulare. È questa la nuova ( e dolorosa) moda social.

Infatti, è in continuo aumento il numero degli sposi che scelgono questa opzione, abbandonando i classici preziosi da portare al dito dopo il matrimonio, preferendovi gioielli di metallo o diamanti incastonati nella loro pelle.

Solo il tempo sancirà se questa è l'ennesima effimera moda lanciata dai social o è destinata a perdurare. Per ora è una tendenza abbastanza forte che coinvolge sempre più coppie che hanno deciso di dire addio alle tradizionali fedi nuziali per passare ai piercing. Anche in questo caso la scelta è vasta. C'è chi preferisce incastonare sotto pelle un diamante, chi delle borchie, altri orecchini arzigogolati. Solo un dito in questione rimane lo stesso. L'anulare sinistro. È l'unica falange ad assumersi l'oneroso compito di mostrare l'amore eterno.

Contro questa nuova moda, sinceramente dolorosa, si sono schierati i dermatologi. Gli esperti spiegano che è difficilissimo posizionare il piercing nel modo giusto: se è in profondità, la pelle comincia a crescere sopra il gioiello, mentre se viene impiantato troppo in alto rischia di muoversi e di lacerare il dito.

Insomma, proprio come per  le classiche fedi che sanciscono il fatidico sì, è bene pensarci molto sopra ed esserne davvero sicuri. Anello classico o piercing, quello è un gioiello che può creare problemi.

Mette in fuga rapinatori a colpi di boxe: è un ex vittima di bullismo

Diciassettenne aggredito da due ventenni nordafricani, ha dieci giorni di prognosi, ma grazie alle arti marziali mette in fuga i carnefici.

È stato un piccolo eroe il giovane milanese aggredito a Vimadrone. Lui diciassettenne, ex vittima di bullismo è stato aggredito a calci e pugni da due ventenni nordafricani che volevano rapinarlo. Ma il giovane da tempo pratica arti marziali e nonostante l'aggressione è riuscito a reagire e ha messo in fuga i due malintenzionati.

Oggi è uscito dall'ospedale dopo 10 giorni di prognosi, dove è stato curato e medicato per le percosse subite che gli hanno provocato contusioni al volto e al corpo.

Ricostruendo la storia, lo studente racconta che stava percorrendo una pista ciclabile all'interno di un parco, quando i due aggressori lo hanno sorpreso alle spalle, colpendolo con calci e pugni nel tentativo di rapinarlo. Il ragazzo nonostante i colpi ricevuti, forte della preparazione atletica, ha reagito e li ha messi in fuga. Poi, rientrato a casa, ha poi sporto denuncia e si è fatto medicare.

La sua famiglia gli si è stretta attorno memore del fatto che in passato, il figlio aveva subito anni di soprusi e atti di bullismo esperiti a scuola, ai quali il ragazzo ha reagito dedicandosi allo sport e alle arti marziali.

Sulla vicenda ora indagano i Carabinieri di Vimadrone, restano il coraggio e la determinazione mostrate da questo giovane eroe che si è saputo difendere.

venerdì 8 giugno 2018

In Svizzera riprovano con il reddito di cittadinanza

In un piccolo villaggio del Canton Zurigo si riprova il reddito di cittadinanza, 2 mila euro a tutti gli adulti. Dopo la bocciatura a livello confederale nel referendum del 2016.

A Rheinau, piccolo villaggio di 1300 anime nel Cantone di Zurigo, si pensa di sperimentare, dall'anno venturo, il reddito di base incondizionato, molto simile a quel provvedimento di aiuto sociale, noto in Italia come reddito di cittadinanza, che prevede però il contributo sia destinato solo a chi non raggiunge una determinata soglia di reddito.

Ma il villaggio svizzero è uno dei più ricchi della Confederazione Elvetica e il Pil pro-capite supera i 70 mila euro. Già due anni fa con un referendum nazionale, l'elettorato respinse la possibilità di erogazione di un reddito di base incondizionato, ora si vuole riproporlo ma sottoforma di sperimentazione che verrà ripresa e monitorata da una regista cinematografica Rebecca Panian e ne produrrà poi un documentario.

Il progetto prevede che ogni adulto riceva mensilmente 2.500 franchi, poco più di 1.200 euro. È previsto un "indennizzo" anche per i minorenni, sebbene per essi la cifra ancora non sia stata decisa. La proposta, sottoposta al voto popolare nel 2016, l'aveva fissato a circa 500 euro. Allora il 76,9% degli elettori la respinse, accogliendo le indicazioni del Governo, secondo il quale "il reddito di base incondizionato mette in discussione valori svizzeri quali il lavoro e la responsabilità individuale". Inoltre, un calcolo ne faceva ammontare il costo per la collettività, a una ventina di miliardi di euro.

È curioso come si voglia riprorre il progetto a Rheinau, considerando che nonostante il benessere della comunità, mancano i soldi per finanziarlo. Ora nel piccolo centro svizzero si è aperta l'operazione di crowfunding e si cercano elargizioni da parte di alcune ricche fondazioni.

Al contempo, si varano nuove misure per evitare che per incassare 2.500 franchi ci sia un assalto alla residenza di Rheinau, e si precisa che il reddito di base incondizionato verrà corrisposto unicamente a chi vive gia nel comune.

Fortunati allora i cittadini di questo paesello che hanno solo l'imbarazzo di come decidere di far entrare i soldi nelle loro tasche.

giovedì 7 giugno 2018

Undici milioni di italiani indebitati per le cure mediche

Un'indagine svela che la spesa sanitaria privata quest'anno sfiorerà il tetto dei 40 miliardi. E gli italiani si indebitano per pagare pillole, analisi e visite mediche.

Il Belpaese per curarsi sceglie sempre di più il privato e per curarsi spendono sempre di più di tasca propria, tanto che sono ormai 11 milioni i pazienti che si sono dovuti indebitare per pagarsi le cure.

Addirittura 3 milioni sono stati costretti a vendere casa per fronteggiare spese sanitarie che gli economisti definiscono "catastrofiche".

Le stime sono impressionanti. La spesa sanitaria privata quest'anno arriverà ai 40 miliardi, continuando il trend che dal 2013 al 2017 l'ha vista crescere del 9,6%. Mentre quella pubblica pro-capite reale in sei anni, dal 2010 al 2016 si è abbassato dell'8,8%. Secondo l'8° Rapporto Censis-Rhn Assicurazione salute, il dato è in netta controtendenza rispetto a Germania (+11,4%) e Francia (+6,2%).

La spesa sanitaria privata crea più disuguaglianze, pesando maggiormente sulle famiglie meno agiate. Togliendo l'incidenza degli esborsi per le cure, sulla spesa per i consumi di un'operazione questi incidono per 106, di un imprenditore solo 74. Il Rapporto rivela anche per quali prestazioni gli italiani hanno speso di più. 7 su 10 hanno acquistato farmaci per 11 miliardi si euro, 6 su 10 visite specialistiche (7,5 miliardi), 4 su 10 cure odontoiatriche (oltre 8 miliardi), 5 su 10 accertamenti diagnostici e analisi di laboratorio (3,8 miliardi). Praticamente, oltre un quarto della spesa privata è generato dall'acquisto di prestazioni dove l'accesso è ostacolato dalle liste d'attesa troppo lunghe. Ad indicare che le spese per la salute verso il privato non sono dovute ad una libera scelta, ma sono dettate dalla necessità di ottenere la prestazione prima che sia troppo tardi.

Il problema sorge poiché dei 40 miliardi oltre il 90% è spesa privata "out of pocket", non mediata da fondi integrativi o mutui. Chi deve affrontare vere emergenze sanitarie poco garantite al pubblico, come assistenza domiciliare o riabilitazione dopo una malattia invalidante, va incontro a spese insostenibili senza il salvagente di una polizza o di un fondo.

Praticamente gli italiani s'indebitano per curarsi. A naso, sembra proprio che sia una problematica seria di cui si dovrebbe occupare la nuova politica governativa.

Consegna la pizza ai militari, arrestato perché non possiede la green card

È accaduto a New York al signor Pablo Villavicencio-Calderon, fattorino immigrato in attesa fella green card.

Pablo faceva il fattorino da diverso tempo e diverse volte era già stato a consegnare la pizza a domicilio nella base dell'Esercito di Fort Hamilton, a Brooklyn.

Venerdì sera, l'imprevisto. L'agente di guardia all'ingresso invece di ritirare le pizze, ha chiesto i documenti. Pablo è in possesso solo della carta d'identità rilasciataglk a New York, quindi insufficiente per la legge, ed è stato per questo consegnato agli agenti dell'immigrazione che ora lo tengono in attesa di decidere sulla sua espulsione dagli Stati Uniti.

Pablo è sposato con una cittadina americana di origine colombiana ed è in attesa della green card, ha due figlie di 3 e 4 anni ed è l'unico a lavorare in famiglia. La vicenda ha toccato l'opinione pubblica: per lui si è immediatamente avviata una mobilitazione delle Associazioni per i Diritti Civili.

Purtroppo l'agente all'ingresso, ha messo in atto una nuova procedura voluta dalla presidenza Trump, secondo cui l'Esercito è chiamato a supportare gli agenti dell'immigrazione nell'identificazione e cattura degli "immigrati illegali".

Dall'altro lato, Carlos Menchaca, Presidente del Comitato d'Immigrazione del Consiglio Municipale commenta: "L'arresto di Pablo Villavicencio è scandaloso, crudele ed inutile. Adesso un newyorchese che fa il suo lavoro deve far fronte a tutti i pericoli che ha la detenzione e potenziale espulsione comportano. Villavicencio che ha già in corso una richiesta di cittadinanza e ha una moglie e due figlie americane, merita la libertà, merita di vivere e lavorare in pace".

Anche la moglie di Pablo, Clara, ha presentato un appello per la liberazione del marito, con le sue sue piccole davanti alle telecamere, di fronte alla base militare dice: "Le bambine non fanno che chiedere del papà. Nel fine settimana abbiamo parlato al telefono, lui piangeva e non sapevamo come spiegarlo a loro. Per favore aiutateci".

Il caso della vicenda del fattorino è emblematico e purtroppo non unico. Le nuove restrizioni sull'immigrazione hanno smembrato diverse famiglie negli Usa e rimpatriato persone che avevano davvero voglia di lavorare o integrarsi. Speriamo che il buon senso abbia la meglio.

mercoledì 6 giugno 2018

Gelato sospeso per i bambini


L'Associazione Salvamamme ha ideato la più dolce delle iniziative social, il gelato sospeso per i bambini.

L'iniziativa prende spunto dall'antica tradizione napoletana del caffè sospeso con cui chi consuma un caffè ne può pagare un altro, lasciandolo in sospeso per il cliente successivo che magari non può permetterselo. Così funziona anche il Gelato Sospeso di Salvamamme, ed è prevista nelle gelaterie che esporrano la locandina. Ognuno può lasciare un gelato pagato ad un bambino la cui famiglia bon può permetterselo.

L'Associazione Salvamamme riporta in una nota: "Con l'arrivo dell'estate si rinnova l'appuntamento con la più dolce delle iniziative. Per prendere parte all'iniziativa, che si svilupperà dal 1 Giugno al 31 Ottobre, basta recarsi in una delle gelaterie, dei bar o dei locali aderenti e lasciare la propria offertanel vaso trasparente messo a disposizione dell'attività commerciale che emetterà uno scontrino al momento della consegna del gelato alla famiglia che lo riceverà. Dal 2015 al 2017, ovvero del lancio della prima campagna ad oggi, l'Associazione Salvamamme con il gelato sospeso ha donato 100 mila sorrisi grazie al coinvolgimento di centinaia di gelaterie sparse in tutte le regioni italiane. Per chi cerca un gelato sospeso, l'elenco, ancora in fase di completamento , delle gelaterie aderenti è sul sito (gelatosospeso.it), che fornirà tutte le informazioni a chi vorrà aderire".


  • Chi dice che solo a Natale si deve essere più buoni? Bella questa iniziativa che rende tutti più buoni, lo si dovrebbe essere sempre, durante tutto l'anno e soprattutto con i bambini, ma questa iniziativa del gelato sospeso è davvero una dolce idea da condividere, promuovere e divulgare.

Nega torta per nozze gay, la Corte Suprema gli da ragione

Un pasticcere cristiano era stato censurato dalla Commissione dei Diritti, alla fine la Corte Suprema lo assolve.

Scenario della vicenda è il Colorado, negli States, qui un pasticcere cristiano Jack Vanney aveva rifiutato di fare una torta ad una coppia gay per le sue nozze impugnando il Primo Emendamento.

In prima istanza, il Collegio non ha saputo decidere se fosse lecito o meno che un esercizio commerciale potesse negare il proprio servizio agli omosessuali, si è quindi limitato a censurare la Commissione per i Diritti umani del Colorado, che si era pronunciata contro il pasticcere sostenendo che aveva violato la legge statale anti discriminazione.

La suddetta legge vieta ai commercianti di rifiutare i propri servizi in base all razza, al sesso e allo stato maritale. Ma per la Corte Suprema (7 sì e 2 no) la Commissione per i Diritti Civili del Colorado ha mostrato ostilità verso la religione. Il giudice Anthony Kennedy, che con il suo voto aveva aperto al riconoscimento delle nozze gay negli Stati Uniti nel 2015, ha affermato nella sua opinione di maggioranza che la questione "deve attendere un'ulteriore elaborazione".

Così, i due promessi sposi David Mullins e Charlie Craig, che si sono visti negare la torta nuziale dovranno aspettare per veder confermato le loro ragioni. Nel frattempo, l'opinione pubblica americana si è divisa; da un lato ci sono gli attivisti dei diritti gay schierati per la coppia e dall'altra i sostenitori di Phillips e della sua pasticceria Masterpiece Cakeshop. La Corte Suprema ha invece "assolto" il pasticcere obiettore riconoscendo la decisione presa anni prima, in un analogo precedente quando a rifiutarsi di vendere fiori per un matrimonio gay era stato un fiorista.

Insomma, siamo nel 21esimo secolo e alcuni retaggi sono davvero obsoleti, non fosse altro che pure ai tempi dei Romani si diceva "pecunia non olet", i soldi non puzzano, sono tutti validi.

martedì 5 giugno 2018

Più zuppe e meno pasta

Gli italiani cambiano gusti. Consumano più zuppe e meno pasta perché non ingrassano e sono più digeribili.

Sulla tavola degli italiani compaiono sempre più zuppe e meno pasta. Questa la nuova tendenza alimentare del Belpaese svelata da Cna Agroalimentare (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa). I dati arrivano da un'analisi di mercato su pasta e pane secondo cui c'è un'evoluzione delle preferenze che si indirizzano verso cereali e farro, molto probabilmente legate alla voglia di non ingrassare, ai tempi di preparazione più lunghi e a problemi di digeribilità.

La Cna sottolinea la tendenza alimentare che sul mercato sono arrivati nuovi tipi di pasta che trovano maggior favore dei consumatori, come quella bio, la gluten free e le paste premium di altissima qualità.

Le cifre economiche sulla materia prima della pasta segnalate dalla Confederazione, insieme alla ricerca della Società Openfields indicano che gli italiano consumano più di 100 chilogrammi all'anno di derivati dal grano duro e tenero. La produzione di cereali sul territorio è invece di due miliardi l'anno (in progressivo aumento dal 2010), mentre quella del grano è di 750 milioni di tonnellate (40 milioni è fatto di grano duro, il 10% della produzione mondiale).

Il consumo pro capite annuale di pasta è di 24 chilogrammi, mentre è quadi di 60 chili pro capite il consumo di pane, focacce e pizze dai forni artigianali.

Inoltre la Cna rivela che nel 2017 l'Italia ha importato oltre il 50% del proprio fabbisogno di cereali, semi oleosi e farine di estrazione (il livello di importazioni era del 41% nel 2012) e nella totalità della filiera l'utilizzo cerealico è di 39 milioni di tonnellate annue, con un'importazione italiana dall'estero di circa 20milioni di tonnellate. E resta ancora importante pure la produzione della pasta che ha un volume di esportazione all'estero di 1,9 milioni di tonnellate all'anno, più del 50% della produzione totale. 

Le mode cambiano, così gli italiani ora sono più bravi ad esportarla che non a mangiarla, la pasta.

Ritrovata cioccolata vecchia di 103 anni

Venduta all'asta una confezione appartenuta ad un sottufficiale inglese in Francia durante la Grande Guerra.

Richard Bullimore, il Sergente Maggiore degli Sherwood Foresters, 16° battaglione, non ebbe nemmeno il tempo di finire la sua scatoletta regalo donatagli dall'Esercito il Natale del 1915.

È stata scoperta una scatola appartenente al militare conteneva 9 tavolette integre e una a cui manca appena un morso, di 103 anni fa. Il soldato era tra le truppe in servizio in Francia durante il primo Natale della Guerra e tra coloro che avevano ricevuto i doni natalizi, realizzati a Mansfield, nel Nottinghamshire.

Il sorprendente cimelio, l'intero cofanetto, è stato battuto all'asta il 2 Gougno e il battitore ha tenuto a sottolineare che oltre alla cioccolata pervenuta intatta dopo più di un secolo, è "raro pure lo stagno che la ricopre".

Tra gli oggetti appartenuti a Richard Bullimore c'è pure una scatola ti tabacco con sigarette e fiammiferi, anch'essa arrivata integra fino ai nostri giorni, il sottufficiale aveva infatti fumato solo tre sigarette.

"Di Richard Bullimore, si sa che è morto il 26 Aprile 1918, a pochi mesi dalla fine del conflitto; disperso in battaglia il suo nome è ricordato nel cimitero militare anglo-sudafricani di Pozieres, nel Nord della Francia."

Per durare 103 anni, quella deve essere stata davvero una cioccolata di ottima qualità. Peccato che uguale sorte non ha avuto il militare Bullimore che perito giovane in guerra, non ha potuto gustarsi  gli altri piaceri che la vita gli avrebbe dovuto riservare.