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martedì 9 novembre 2021

Vieta alle figlie i social, le serie tv e le uscite poiché le donne sono "esseri inferiori". Finisce a processo.


 Lascia interdetti il metodo educativo di un uomo di 48 anni, autista ATAC che è finito sotto processo  in tribunale per maltrattamenti in famiglia.

Siamo alla fine del 2021 in Italia, eppure, ancora si sentono episodi di ignoranza, maschilismo e misoginia allo stato puro. Un uomo di 48anni, autista Atac aveva sottoposto le figlie di 12 e 15 anni ad un'educazione rigidissima, vietandole di uscire di casa o vedere amici e costringendole a scrivere centinaia di volte frasi come "non si disonora il padre", "sono stupida", su dei fogli. Il tutto in un contesto di maltrattamenti e mortificazioni. Gli abusi sarebbero iniziati nel 2014, protraendosi per circa 6 anni. Le bambine erano costrette a numerosissise vessazioni perché secondo il padre: "le femmine sono esseri inferiori". Lo stesso trattamento lo riserva anche alla moglie, in quanto donna "non era degna di libertà", doveva sottostare alla guida dell'uomo". Le era stato vietato anche di parlare con le altre mamme fuori dalla scuola e di lavorare. Inoltre la donna sarebbe stata più volte malmenata e trascinata per i capelli. Lo stesso regime non valeva per il figlio maschio che poteva invece essere libero di uscire con gli amici e avere il cellulare, cose vietate invece alle altre 2 figlie. Nel 2020 la moglie ha finalmente trovato il coraggio di denuciarlo e porre fine al suo regime. Ora, l'imputato continua a vivere in zona Centocelle a Roma, la moglie e i figli si sono trasferiti in un altra regione e aspettano l'esito della causa. 

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