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venerdì 29 gennaio 2021

Si sperimentano i tamponi anali contro il Covid-19


 In Cina è partita la sperimentazione dei tamponi rettali per rilevare l'infezione da Coronavirus. I test hanno mostrato di poter aumentare il tasso di rilevamento delle persone contagiate. Al vaglio l'impiego anche in Europa, anche se nell'ambito dell'Unione la decisione di utilizzarli spetterà ai singoli Stati membri.

Se vi fanno paura o sembrano dolorosi ed invasivi i tamponi utilizzati  finora, sappiate che vi potrebbe andare anche peggio. Dopo quelli molecolari, sierologici e antigenici stanno arrivando anche i tamponi rettali.

In Cina stanno sperimentando questa nuova metodologia per rilevare il contagio da Sars-Cov2. In effetti, secondo gli addetti al lavoro, sembra essere anche efficace:"Può aumentare il tasso di rilevamento delle persone contagiate", fanno sapere dallo Yovan Hospital di Pechino, poiché le tracce del virus rimangono più a lungo nel canale rettale rispetto al tratto respiratorio.

Il tampone dovrebbe dunque permettere di identificare con più precisione i positivi, sebbene la ricerca del materiale genetico del virus partirebbe da un campione che non rappresenta la prima via di ingresso del virus.

I cosiddetti "test anali " sono stati già impiegati in alcune zone di Pechino per accertare alcuni casi di contagio, anche tra coloro che si trovavano in strutture di quaratena.

Le autorità sanitarie locali, però non avrebbero intenzione di fare un uso esteso poiché il test è giudicato "sconveniente", rispetto a quelli tradizionali.

Si pensi alla modalità di somministrazione.  Intanto non è escluso che tali test possano essere impiegati anche in Europa.

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