Sono una delle più ricche e potenti famiglie al mondo. Vivono in un grattacielo da un miliardo di dollari e per le nozze della figlia hanno scritturato Beyoncè.
I soldi non fanno la felicità, ma un parente così ricco o magari avere proprio quel cognome, avrebbe fatto piacere a chiunque.
Gli Ambani sono la più ricca famiglia asiatica. Il patriarca Musek Ambani è un magnate indiano, il cui patrimonio è stimato 42,7 miliardi di dollari.
La sua famiglia vive a Mumbai in un grattacielo di 27 piani, la cui costruzione è costata un miliardo di dollari; facendone una delle case più care al mondo. Sono amici intimi degli Ambani: i Clinton il principe Carlo e le star di Bollywood.
Di recente questa famiglia ha festeggiato le nozze della figlia, la 27 enne Isha Ambani si è unita al 33enne erede imprenditore Ambani Piramal;.Il matrimonio è stato uno dei più sfarzosi che si ricotlrdi; all'evento hanno partecipato star del calibro di Beyoncè che ha fatto un concerto privato, e altre celebrità come Priyanka Chopra e Nick Jonas, Hillary Clinton ed Arianna Haffington.
La famiglia Ambani controlla il conglomerato Reiance Industries, presente in settori che vanno dal petrolio alle telecomunicazioni.
Il presidente nonché azionista, Musak è l'uomo più ricco d'Asia con un patrimonio di 42,7 miliardi di dollari. Infatti, la famiglia Ambani è in vetta all'elenco di Forbes trale più ricche famiglie asiatiche, opulenza cominciata con Dhiribbai Ambani, che fondò Reiance Industries per produrre stoffe e tessuti.
Mentre oggi con un valore di cento miliardi di dollari è ora tra le società di Fortune 500.
A lui è succeduto il figlio, il cui patrimonio ha superato nel Luglio 2010 il fondatore di Alibaba Group Jack Ma, diventando l'uomo più ricco d'Asia.
Avranno pure cominciato vendendo stoffe, ma a giudicare dal patrimonio che hanno creato, si sono rivelati tessuti molto preziosi.
Notizie curiose, psicologia, cultura, arte ed attualità,articoli interessanti e mai pesanti.
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venerdì 29 marzo 2019
Dire grazie fa bene alla salute
Uno studio rivela che la gratitudine aiuta a migliorare il proprio benessere e chi la pratica è più felice e vive meglio.
Forse, di questi tempi si è perso un po' l'uso delle buone maniere, invece, una ricerca condotta da Monica Barlett e David De Steno rivela che le persone che praticano la gratitudine siano anche più inclini ad empatizzare con gli altri e ad assumere comportamenti prosociali.
Ringraziare infatti permette di riconoscere l'utilità del gesto e di dare valore all'altro e predispone le persone a essere ben disposte. Il potere del semplice dire grazie, non finisce qua.
Ringraziare unisce le persone, migliora i rapporti interpersonali e crea legami più solidi con le persone che si potranno rendere conto del fatto che riconoscete quello che fanno per voi.
Questo perché si è anche capaci di capire ciò che accade attorno a noi, saper ringraziare aumenta la consapevolezza di quello che ci succede. E si possono vedere le situazioni da un'altra prospettiva.
Anche quando si vivono situazioni di rabbia, tristezza o semplicemente stanchezza, la gratitudine aiuta a trovare il bello. Chi è grato riesce ad andare oltre la fatica, a cogliere il risultati positivo di quella situazione e a comprendere che anche le peggiori prove contengono un'opportunità.
Sicuramente la gratitudine è un tratto caratteristico delle persone che hanno una marcata capacità d'empatia, un'intelligenza emotiva evidente e anche una propensione a vivere più intensamente le emozioni positive.
Quindi, essere grati non influenza solo i rapporti sociali ma aumenta anche il benessere individuale.
giovedì 28 marzo 2019
Arthur Brand: il detective dell'arte riporta a casa un Picasso
Nuova impresa per il detective dell'arte. Quando viene rubata un'opera d'arte lui interviene. Questo volta ga ritrovato un Picasso trafugato sullo yacht di un emiro.
Magari ci mette un po' di tempo ma Arthur Brand, "l'Indiana Jones" dell'arte non fallisce mai. Il detective olandese ha ritrovato "Il ritratto di Dora Maar", dipinto nel 1938 da Picasso.
L'opera era stata rubata 20 anni fa dallo yacht di uno sceicco saudita, ormeggiato ad Antibes, in Francia. Da lì la "donna" ha cominciato il suo peregrinare.
Il quadro è passato di mano in mano nel mercato nero, utilizzato come garanzia per acquisto di armi e droga. Brand non ha mai abbandonato la pista, anzi ha seguito le tracce del dipinto per anni, fino ad arrivare ad un uomo d'affari che aveva acquistato il dipinto ignaro della sua provenienza.
Gli specialisti della Pace Gallery di New York ne hanno comprovato l'autenticità e ora l'opera si trova nelle mani di un'agenzia assicurativa che deciderà sul da farsi.
Il dipinto ritrae Dora Maar, amante per sette anni del famoso pittore spagnolo. Il quadro rimase nella casa dell'artista fino alla sua morte, nrl 1973.
Oggi l'opera vale circa 25 milioni di euro. E ora il detective dai gusti raffinati l'ha salvata dalle mani dei balordi.
Il curioso caso delle 9 infermiere del reparto maternità incinte nello stesso momento
Negli Stati Uniti ha suscitato curiosità la singolare vicenda raccontata anche dalla Cnn accaduta in un ospedale del Maine.
Nove sorridenti e panciute infermiere del reparto maternità del Maine Medical Center di Portland, negli Stati Uniti sono tutte incinte nello stesso momento.
Per tutte, il termine della gravidanza è previsto tra Aprile e Luglio. La storia desta positiva curiosità tanto da venir raccontata dalla Cnn.
Innanzitutto, dall'ospedale rassicurano:"Non preoccupatevi. Abbiamo un piano" d la struttura manterrà la sua operatività; poi si congratulano con le feconde impiegate del reparto.
Le infermiere dal conto loro, rivelano di essersi sostenute a vicenda fin dall'inizio e sottolineano che continueranno a farlo fino a quando non partoriranno tutte.
Amanda Speare, una di loro, dichiara:"È davvero bello venire a lavorare e vedere altre persone che sono in gravidanza, osservare le loro pance che crescono e parlare di questa esperienza che stiamo vivendo insieme".
Mentre Erin Grenier, altra infermiera incinta, aggiunge:"Quando ciascuna di noi ha svelato di essere incinta, penso che ci sia stato ogni volta un annuncio più felice, e siamo tutte lì una per le altre".
In quel reparto la felicità e la positività con cui s'accolgono i nuovi nati dev'essere così contagiosa da riguardare anche il personale.
Nove sorridenti e panciute infermiere del reparto maternità del Maine Medical Center di Portland, negli Stati Uniti sono tutte incinte nello stesso momento.
Per tutte, il termine della gravidanza è previsto tra Aprile e Luglio. La storia desta positiva curiosità tanto da venir raccontata dalla Cnn.
Innanzitutto, dall'ospedale rassicurano:"Non preoccupatevi. Abbiamo un piano" d la struttura manterrà la sua operatività; poi si congratulano con le feconde impiegate del reparto.
Le infermiere dal conto loro, rivelano di essersi sostenute a vicenda fin dall'inizio e sottolineano che continueranno a farlo fino a quando non partoriranno tutte.
Amanda Speare, una di loro, dichiara:"È davvero bello venire a lavorare e vedere altre persone che sono in gravidanza, osservare le loro pance che crescono e parlare di questa esperienza che stiamo vivendo insieme".
Mentre Erin Grenier, altra infermiera incinta, aggiunge:"Quando ciascuna di noi ha svelato di essere incinta, penso che ci sia stato ogni volta un annuncio più felice, e siamo tutte lì una per le altre".
In quel reparto la felicità e la positività con cui s'accolgono i nuovi nati dev'essere così contagiosa da riguardare anche il personale.
mercoledì 27 marzo 2019
La Romania sposta l'Ambasciata a Gerusalemme
La Romania è il primo Paese dell'Unione Europea a trasferire la sua Ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
È stata la stessa premier romena Viorica Dancila ad annunciare lo spostamento della sede diplomatica. Dopo l'esempio degli Stati Uniti, la Romania è il primo Paese della UE a fare un tale passo.
La premier ha dato la notizia da Washington durante la conferenza dell'Aipac, l'organizzazione Usa per il miglioramento delle relazioni con Israele, commentando:"Sono contenta di annunciare lo spostamento della nostra Ambasciata a Gerusalemme, capitale dello Stato di Israele.
Come Premier della Romania e del governo che guido, sposterò la nostra Ambasciata a Gerusalemme. Il nostro sostegno allo Stato d'Israele e alla comunità ebraica è costante. Sono derminata a contribuire a relazioni più strette tra Israele e l'intera UE, in particolare adesso che la Romania ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea".
Anche il Jerusalem Post si dice favorevole a quest'iniziativa. D'altronde come non essere a favore di tutte le mosse che possono portare alla pace.
Auschwitz si ribella ai selfie:"Irrispettosi nei confronti delle vittime"
Il sito del campo di concentramento avverte che saranno vietate foto e selfie irrispettosi, soprattutto gli scatti che ritraggono persone in equilibrio sui binari.
Fin dove può arrivare l'ignoranza e il non rispetto degli umani? A giudicare dal messaggio che l'account Twitter di Auschwitz ha dovuto pubblicare, davvero molto lontano.
Dal museo fanno sapere:"Quando vieni ad Auschwitz ricorda che sei nel sito dove sono state uccise oltre un milione di persone. Rispettate la loro memoria. Ci sono luoghi migliori per imparare a fare l'equilibrista rispetto al sito che simboleggia la deportazione di centinaia di migliaia di persone verso la morte".
I sovrintendenti dell'ex campo di concentramento hanno inoltre diramato una circolare che vieta i selfie, etichettandoli come "irrispettosi nei confronti delle vittime". Perché è cosa nota che molte persone scambiano questo luogo della memoria, di vicende orribili e tristi, come un luogo quasi di "villeggiatura", o comunque un posto che quando viene visitato è uno sfondo per foto a dir poco ridicole. Ignari della triste pagina di storia che ricorda.
Il posto è infatti corredato da una serie di foto di ragazzi che passeggiano in equilibrio sui binari: gli stessi binari che hanno condotto quasi un milione di persone alla morte.
Il museo precisa che le foto non saranno vietate, ma i reggenti chiedono solo "ai visitatori di comportarsi in maniera rispettosa". Un post dovuto. Purtroppo. Perché parecchi giovani ignorano non solo la storia, ma anche la sofferenza che alcune pagine ancora oggi arrecano a quei pochi parenti dei sopravvissuti o delle quasi sei milioni di vittime.
martedì 26 marzo 2019
"Sei un eroe, voglio conoscerti", Paulo Dybala chiama Ramy Shehata
Il bomber argentino manda un messaggio al padre del ragazzino che ha sventato la tragedia del bus dirottato.
"Sono Paulo Dybala, sei veramente un eroe, vorrei conoscerti". Così comincia il lungo messaggio vocale che l'attaccante argentino ha inviato a Rami Shehata, il 13enne che assieme al compagno Adam El Hamani ha sventato la tragedia sul bus dirottato.
Il campione di calcio ha seguito sui giornali la vicenda di cronaca e ha scoperto di essere uno degli idoli del ragazzino, da qui la decisione di contattarlo:" Ciao Rami, come stai? Spero molto bene. Sono Paulo Dybala, volevo dirti che ho saputo quello che hai fatto, sei veramente un eroe.
Ho saputo che hai la mia maglia e per quello che hai fatto mi piacerebbe parlare con te. E vorrei invitarti allo Stadium a vedere una partita, quando potrai. Spero veramente di poterti conoscere. Sono davvero contento di poterti mandare questo audio. Sei davvero un grande, ti mando un forte abbraccio".
Il ragazzino naturalmente ha accettato con entusiasmo ed ha risposto:"Ciao Paulo, sono Rami. Volevo dirti che sei il mio giocatore preferito al mondo, seguo la Juve solo perché ci sei tu, ho anche la tua maglietta appesa nella mia camera da letto.
Il mio sogno è vederti presto e trascorrere una bella giornata con te. Mi fa molto molto piacere, ma molto piacere vederti".
Che bella questa gioventù! Sul campo di calcio, nella vita e su un bus, entrambe ad essere d'esempio.
"Sono Paulo Dybala, sei veramente un eroe, vorrei conoscerti". Così comincia il lungo messaggio vocale che l'attaccante argentino ha inviato a Rami Shehata, il 13enne che assieme al compagno Adam El Hamani ha sventato la tragedia sul bus dirottato.
Il campione di calcio ha seguito sui giornali la vicenda di cronaca e ha scoperto di essere uno degli idoli del ragazzino, da qui la decisione di contattarlo:" Ciao Rami, come stai? Spero molto bene. Sono Paulo Dybala, volevo dirti che ho saputo quello che hai fatto, sei veramente un eroe.
Ho saputo che hai la mia maglia e per quello che hai fatto mi piacerebbe parlare con te. E vorrei invitarti allo Stadium a vedere una partita, quando potrai. Spero veramente di poterti conoscere. Sono davvero contento di poterti mandare questo audio. Sei davvero un grande, ti mando un forte abbraccio".
Il ragazzino naturalmente ha accettato con entusiasmo ed ha risposto:"Ciao Paulo, sono Rami. Volevo dirti che sei il mio giocatore preferito al mondo, seguo la Juve solo perché ci sei tu, ho anche la tua maglietta appesa nella mia camera da letto.
Il mio sogno è vederti presto e trascorrere una bella giornata con te. Mi fa molto molto piacere, ma molto piacere vederti".
Che bella questa gioventù! Sul campo di calcio, nella vita e su un bus, entrambe ad essere d'esempio.
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