Essere bravi va bene, ma, per essere super bravi? Uno studio pubblicato su "The Psychology Journal of the Higher School of Economics", rivela le caratteristiche che distinguono i top manager dai manager qualunque. Innanzitutto i primi, non rimandano azioni da fare e vivono con uno sguardo al futuro.
La ricerca è stata condotta su 120 dirigenti, sia uomini che donne, per confrontare le attitudini dei quadri alti con quelli intermedi. Ai partecipanti è stato suggerito di valutare il livello di accordo con 56 affermazioni basate sul loro rapporto con il tempo passato, presente e futuro, ad esempio: "sono felice di pensare al mio passato"; " se qualcosa è destinato ad accadere non dipende dalle mie azioni, "credo che ogni mattino una persona debba pianificare la propria giornata".
I risultati hanno dimostrato che i top manager si concentrano molto sulle prospettive temporali e sul passato positivo, mentre i gruppi middle manager si concentrano sul presente edonista e si affidano più spesso al loro destino.
Altra variabile importante sono i livelli di procrastinazione, la tendenza a rimandare, che nei top manager erano inferiori (53) rispetto al gruppi dei quadri intermedi(57).
Secondo gli psicologi della Higher School of Economics esiste una correlazione tra questi due aspetti: una maggior tendenza a procrastinare riscontrata nei quadri intermedi può essere spiegata dall'influenza del loro atteggiamento nei confronti del Passat, ossia sono pieni dei ricordi e non prestano sufficiente attenzione per il futuro.
La minor tendenza a rimediare dei top manager riflette, invece, la loro capacità di autoregolarsi, controllare la situazione e fissare obiettivi nella giornata come nella vita.
Quindi, non solo si nasce bravi e la vita aiuta a confermarsi tali, quello che davvero rende una persona vincente, è il proiettarsi al futuro.
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