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giovedì 1 febbraio 2018

9 in pagella, i genitori ricorrono al Tar perché vogliono il 10

Ricorso dei genitori: "Prof. avari, meritava un 10". Ma i giudici: "Il voto è corretto". Respingono la richiesta.

La vicenda si è verificata nell'Istituto "Giovanni Verga" di Canicattì, nell'agrigentino, e risale all'anno 2014. Un ragazzino di terza media, supera l'esame con ottimo e 9 in pagella. 

Un'ottima valutazione eccetto che per i genitori del ragazzino, la cui bravura era indiscutibilmente da 10. Per loro doveva avere "Eccellente". Così quando hanno visto i risultati affissi in bacheca, invece di andare a chiedere conto ai prof, a loro avviso troppo avari di voti, si sono rivolti ad un avvocato e hanno depositato al Tar di Palermo un ricorso per l'annullamento del verbale dei giudizi. Sperando nel potere dei giudici di sovvertire l'infausto (per loro) voto finale.

Ma il Tar che si è espresso ieri ha detto no. Nove è il voto giusto e agli incontentabili genitori toccherà pure pagare i 1000 euro delle spese di giudizio.

Scrivono in sentenza, il Presidente Calogero Ferlisi e i consiglieri Aurora Lento e Roberto Valenti: "Come noto la scuola, nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono ad un risultato certo e univoco, come si verifica ad esempio nei casi di accertamento dell'altezza di un determinato candidato o del grado alcolico di una determinata sostanza, ma formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità".

Proprio in questi giorni, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario-amministrativo è stata sottolineata la "difficoltà di accettare le decisioni dell'autorità che trova ulteriore espressione nei ricorsi con cui talvolta i genitori contestano la bocciatura dei propri figli a scuola".

Addirittura in questo caso, il dramma vissuto dai genitori del ragazzo riguarda addirittura il voto e, per arrivare alla sentenza, i giudici amministrativi hanno dovuto motivare con calcolatrice alla mano: "Lo studente era stato ammesso con il voto 9/10 e aveva conseguito i seguenti punteggi: 10/10 nella prova d'Italiani; 10/10 nella prova di Matematica; 8/10 nella prova di Francese; 8/10 nella prova di Inglese; 9/10 nel colloquio pluridisciplinare. Il voto finale di 9/10 si presenta pertanto, coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d'esame, tanto più che il voto di 10/10 presuppone il raggiungimento dell'eccellenza in tutte le prove e quindi il 9 basta.  

La vera ingiustizia non è il mancato 10 non assegnato dai prof. al ragazzino, ma è il modo in cui i genitori hanno affrontato la situazione e quali "ambizioni" hanno riversato sul figlio. Innanzitutto si sono eretti a "giudici" migliori di un insegnante di professione e poi non è certamente un voto scritto o meno sulla carta che può dar idea del valore del proprio figlio.

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