Pubblicità

lunedì 26 febbraio 2018

Arrivano le prime etichette intelligenti: sono commestibili

Dal grafene arrivano le scritte sul cibo che non solo danno informazioni sulla sua origine e scadenza, ma si possono anche mangiare.

I ricercatori della Rice University hanno progettato le prime etichette intelligenti commestibili, sono "scritte" direttamente sul cibo. Ugualmente contengono le informazioni su provenienza e conservazione e sono dotate di sensori che possono rilevare anche la presenza di batteri.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Acs Nano Science Dayly e in essa, uno degli autori del lavoro, James Tour dichiara: "Non è inchiostro. Quello che facciamo è convertire il materiale stesso in grafene". L'idea di base è che qualsiasi materiale, con la giusta quantità di carbonio, può essere trasformato in grafene (diventando quello che i ricercatori definiscono grafene indotto del laser o lig), ed essere usato ad esempio come sistema di identificazione a radiofrequenza (R fid) o sensore biologico.

Il grafene indotto può essere "scritto" anche su carta, cartone e stoffa, ma l'innovazione è quella di riportarlo sul cibo, poiché addirittura i ricercatori ipotizzano in un futuro in cui tutti i cibi possono avere un codice a barre Rfid con informazioni sul luogo di provenienza, tempo di conservazione e scadenza. Poiché "Le etichette di grafene lig potrebbero anche rilevare batteri come l'E. Coli o illuminarsi e mandare segnali quando non mangiare il cibo".

La ricerca ha portato ottimi risultati anche quando il processo è stato testato con successo o su stoffa, carta, patate, noci di cocco, sughero e pane tostato. Tutti gli alimenti erano accomunati dalla cospicua presenza di legnina, elemento precursore del carbonio, che rende più facile la conversione in grafene.

Secondo questo processo, l'etichetta elettronica viene scritta sul materiale attraverso il laser, che trasforma prima la superficie dell'elemento o materiale in carbonio, e poi in grafene indotto. E al più presto le etichette potrebbero arrivare anche sul mercato.

Insomma saranno pure etichette intelligenti, ma invece di spendere tutta questa "scienza" per convertire del carbonio sul cibo per dire se è scaduto o meno, non sarebbe meglio affidarsi ai vecchi metodi naturali e guardare soprattutto con occhio lo stato di "salute" dell'alimento?

Nessun commento:

Posta un commento