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lunedì 2 marzo 2020

Le prime ovaie stampate in 3D


L'esperimento condotto nella Northwestern University, negli Usa, ha restituito la fertilità ai topi.

Dai cioccolatini, alle lampade, oggi le stampanti 3D sembrano poter dar vita ad ogni cosa. E allora perché non applicare questa tecnica anche in medicina?

Beh, ci hanno pensato i ricercatori della Northwestern University, in America, che coordinati da Romile Shah e Teresa Woodriff, hanno stampato le prime ovaie 3D. Con esse hanno restituito la fertilità ai topi sterili e hanno permesso di ripristinare l'equilibrio ormonale ideale per la  riproduzione.

Naturalmente il risultato è la base per applicare la stessa tecnologia agli esseri umani. Per esempio, per restituire la fertilità alle donne che l'hanno perduta dopo la chemioterapia.

Per stampare le ovaie è stato usato "un'inchiostro" molto speciale, fatto di idrogel, un materiale a base di acqua e collagene,  compatibile con l'organismo.

Strato dopo strato, i ricercatori hanno stampato una struttura che imita quella delle ovaie: è una specie di impalcatura costellata di pori, nei quali sono state alloggiate le cellule uovo immature e i follicoli ovarici addetti a nutrirli e proteggerli.

Una volta impiantata nei topi, la struttura si è integrata con gli altri tessuti, si sono formati i vasi sanguigni e sono maturati gli ovuli.

Così, le ovaie stampate in 3D hanno ripristinato la funzione ormonale ideale per la riproduzione. Dato i risultati positivi della ricerca, il prossimo passo, sarà quello di crearne altre adattabili in struttura e dimensione ai follicoli ovarici umani.

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