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lunedì 20 marzo 2017

Generazione liquida

Il primo a coniare il termine fu il sociologo e filosofo polacco Zygmut Bauman che, nei suoi ultimi lavori spiegò la postmodernita' usando la metafora di modernità liquida. Egli sostiene che l' incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. Lego' tra loro i concetti di consumismo, la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l' industria della paura che confluiscono allo smantellamento delle sicurezze che portano ad una " vita liquida" sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini, ritmi e voleri della società. Tale termine è stato ripreso e ben si presta a definire quella categoria di persone, i giovani del terzo millennio, che loro malgrado si trovano a dover esperire sulla propria pelle, la precarietà esistenziale. Con generazione liquida s' intende la generazione di giovani di quest' epoca. Giovani, eredi di un sistema economico fallimentare, di un pianeta malconcio, di una società corrotta, di una politica anacronistica che non tiene conto dei diritti della persona e per questo, subentrano sentimenti di sfiducia, d' incertezza ed una percezione minacciosa del futuro. Da sempre i giovani hanno rappresentato la rinascita, e non solo metaforicamente, il futuro;ma oggi non viene dato loro la possibilità di costruirlo. Essere giovani di questi tempi, significa essere perennemente in bilico. In primis, oscillare tra la voglia di restare e la necessità di partire per l' estero. La generazione liquida è fatta di acrobati alle prime armi che sperimentano la difficile arte di stare sospesi, costretti a confrontarsi quotidianamente con la vertigine del vuoto, con le oscillazioni impreviste del filo sottile della vita che ondeggia ad ogni passo, con gli imprevisti colpi di vento che rischiano in ogni momento di farli cadere, e con l' ansia di poter mettere in qualsiasi momento un piede in fallo. A volte, quando non si è trovato il proprio " centro di gravità permanente", è tutta la vita ad essere in sospeso. Come nell' attesa indefinita di una risposta che non arriva, di un lavoro che non si trova, di una relazione affettiva appagante che colmi un mai sopito bisogno d' amore, di una stabilità esistenziale, prima ancora che economica e professionale, che appare sempre più come un' utopia irraggiungibile. E anche per chi è riuscito a trovare la sua strada, ed è riuscito a crearsi un sistema per mantenersi in equilibrio, i vuoti d' aria e le cadute sono sempre in agguato. Per questo, proprio come gli acrobati, le nuove generazioni hanno imparato dai passi falsi e si guardano bene dalle possibili cadute. La generazione liquida sa anche reagire, si rimbocca le maniche. I giovani stanno imparando a non lasciarsi sopraffare dalla paura del vuoto e ad andare avanti per la propria strafa, un passo dopo l' altro, senza farsi disorientare da quel senso di smarrimento che a volte subentra quando non si riesce a vedere con chiarezza la meta verso cui si cammina. Imparando ad essere perseveranti, a non lasciarsi scoraggiare da una caduta o dal senso di fallimento e frustrazione che inevitabilmente ne consegue; accettando la sfida di ricominciare da zero e rimettersi continuamente in gioco. I giovani della generazione liquida hanno imparato a proprie spese, che per mantenersi in equilibrio, bisogna muoversi; bilanciando azioni e movimenti intorno ad un baricentro che non deve mai essere perso di vista, verso la realizzazione dei propri sogni.

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