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mercoledì 22 marzo 2017

Il " tesoro perduto" delle lettere di Garibaldi,Mazzini, Mussolini

Migliaia di testimonianze ( missive, stampe, foto e cimeli) del Risorgimento e post- Risorgimento italiano che in questi giorni gli studiosi della Scuola Normale di Pisa stanno riscoprendo, analizzando e catalogando. Cinquanta metri lineari di carte, dimenticate per anni nei locali di una ditta di traslochi della provincia di Pisa. Lettere e documenti inediti firmati da Garibaldi, Mazzini, Ricasoli, Guerrazzi, ma anche da Mussolini, Croce, Salvemini, Filippo Turati, Antonio Labriola. Un vero e proprio tesoro " perduto" e finalmente ritrovato di una bella porzione della nostra memoria storica. Questo patrimonio culturale era " custodito" in una Sala del Palazzo della Canonica, in Piazza dei Cavalieri a Pisa, vicinissimo alla sede storica della Normale. Gli archivi della Domus Mazziniana stanno restituendo un tesoro sepolto, che fa ulteriore luce su quei lontani vissuti. Inoltre, tutti questi documenti inediti, grazie ad un accordo tra Normale, Mibact e Sovrintendenza archivistica della Toscana, diventeranno completamente fruibili agli studiosi e al pubblico. Una delle lettere più commoventi che sono risorte alla luce, è quella di Maria Drago, la madre di Giuseppe Mazzini, nella quale l'amore filiale si confonde e mescola con l' amore per la Patria. Maria teme per la vita figlio, avendo il sentore che qualcosa di brutto lo stia per colpire, eppure, lo incita a " perseverare nell' agitazione repubblicana". Straordinaria, poi, l' epistola nella quale Giuseppe Garibaldi il 3 Luglio 1867, chiede all' amico Giuseppe Dolfi ( fornaio ed intellettuale fiorentino) l' ordine di alcune camice rosse " Dimandate alle signore italiane incaricandole di inviarle a voi. Ditemi se non avete difficoltà a riceverle". Proprio quelle camice rosse divenute poi la divisa delle truppe garibaldine, che già da allora stavano progettando nuove imprese nello Stato Pontificio, preparatorie alla Breccia di Porta Pia del 20 Settembre 1870. Come spiega Daniele Menozzi, docente di storia contemporanea alla Normale e presidente del centro archivistico:" Sono carte fondamentali per comprendere ancora meglio il periodo risorgimentale e post- risorgimentale che si allunga fino all' avvento del Fascismo. Ci troviamo di fronte a migliaia di documenti che stiamo catalogando e mettendo in ordine, questi documenti sono una continua sorpresa. Particolare anche la lettera che un giovane e squattrinato Benito Mussolini nel 1904 invia da Losanna ad Arcangelo Ghisleri, professore e giornalista mazziniano convinto e fondatore di " Cuore di Critica" , giornale che poi lascerà al socialista Filippo Turati. Mussolini gli scrive preoccupato in cerca di un lavoro come traduttore di tedesco. Ghisleri aiuterà Mussolini che si sdebitera' col professore non perseguitandolo. Tutto questo materiale e le incredibili storie e spaccati di realtà che si porta dietro sarà consultabile anche in un archivio digitalizzato e il grande database potrà essere consultato via Internet da tutti. Un mezzo moderno come Internet ci permette di rileggere e spulciare le antiche epistole, che un tempo potevano anche andar perdute o giacere impolverate.

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