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mercoledì 29 marzo 2017

Le mele delle Dolomiti conservate nella miniera hi-tech

Le mele, il prezioso frutto simbolo del Trentino; verrà conservata nelle viscere della Terra, trecento metri sotto le radici che le hanno generate. In Val di Non le piante aprono le prime foglie, le " orecchie di topo", i filari infiniti che hanno coperto i prati e i campi delle " Langhe delle mele" si preparano ad offrire i loro frutti. Ma, fra 7 mesi, quando le mele verranno staccate dagli alberi in montagna, prima di finire sulla tavola, stagioneranno tra le alghe fossili, dove un tempo crescevano i coralli marini. Le celle della Golden affondano nel sottosuolo per 15 Km, occupando 80 ettari di Rio Maggiore. Le celle per la frutta occupano il posto di oltre 80mila metri cubi di Donia, la roccia che 200milioni di anni fa si trovava sul fondo dell' oceano. Per conservare il più ricco patrimonio frutticolo italiano si useranni delle grotte di carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa svolta verde e sostenibile si deve agli scienziati delle Università di Trento e di Trondheim, in Norvegia: " Avevamo due emergenze", dice Michele Odorizzi, 55anni, presidente del consorzio che unisce 4mila contadini, "un cementificio non sapeva come usare i tunnel scavati sotto le Dolomiti, noi non avevamo più spazio per 400 mila tonnellate di mele all' anno. L' alta tecnologia ha permesso di trasformare il problema in soluzione". Il primo anno, per prova, nelle celle ipogee sono finite solo 120 tonnellate di frutti di seconda scelta. Il risultato dell' esperimento è stato straordinario. Abbattendo l' ossigeno nelle gallerie fino all' 1% e portando in pche ore la temperatura a 1 grado, ne si è bloccata la maturazione. Nelle profondità delle montagne, le mele smettono di respirare e rimangono naturalmente intatte per oltre 12 mesi dal momento in cui sono state colte. Ora qui si conserva la prima qualità. È un enorme risparmio energetico, economico e logistico, il taglio d' acqua, conservanti e territorio, sono senza precedenti. Tali da giustificare un investimento di 23 milioni di euro, pronto per raddoppiare per stivare fino a 60mila tonnellate di mele annue in una trentina di grotte hi-tech. I vantaggi sono anche paesaggistici. Non si amplieranno più i sedici magazzini già esistenti che con le loro montagne di cassoni nascondevano il panorama alpino. E il custodire sottoterra il prodotto si appresta a diventare anche un' attrazione turistica. Il labirinto minerario dove matura la frutta nel 2018 verrà trasformato nel primo parco a tema dedicato alle piante. I visitatori, con un casco, entreranno con un trenino elettrico e in un' ora faranno il percorso di un seme che diventa frutto,, dal campo al frigo naturale. Potranno ammirare le grotte delle mele mentre uno spettacolo di luci e laer racconterà il miracolo della natura. Miracoli che tra il Trentino e il Sud Tirolo ( producono circa il 75% delle me italiane) e solo la Val di Non ha un giro d' affari di 28 milioni di euro all' anno. Su 40 mila abitanti, 5 mila sono i produttori, 7 mila gli ettari coltivati e 28 milioni di alberi di questo frutto. Insomma la miniera hi- tech è un' idea epocale. Come afferma l' ingegnere Valentino Delpiar:" La scoperta eccezionale è stata trovare sotto la Dolomia un ambiente perfettamente asciutto, a 10 gradi costanti e con un lago di profondità 100 metri più in basso. Il gelo prodotto non si disperde, conservando le mele di stagione in stagione. Con i frutti custoditi in un' immensa cantina nella pietra, come una volta. Inoltre i 9 torrenti nonesi risultano inquinati da pesticidi, concimi chimici e fitofarmaci, la popolazione vive nell' incubo delle malattie favorite dai residui tossici diffusi nell' aria, nella terra e nell' acqua. Quindi quest' insperata opportunità di sfruttare il sottosuolo per conservare e mele in modo ecologico, spiana la strada ad una soluzione bio che è cruciale per il punto cui si è arrivati in Trentino. Per fare solo un esempio, si pensava di vietare la monocoltura e dare incentivi a chi avrà frutteti biologici. Le miniere delle mele, si stanno rivelando davvero tali, soprattutto perché salvaguarderanno anche tutta la restante natura che ricopre queste grotte.

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