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giovedì 16 novembre 2017

L'accusano di aver rubato e venduto un Picasso. L'attrice Lucia Bosè rischia 2 anni di carcere

In realtà erano amici, ma la Procura di Madrid ha chiesto 2 anni di prigione con l'accusa di appropriazione indebita per la famosa attrice e madre del cantante Miguel.

Al secolo si chiama Lucia Bertoni, sebbene i più la conoscono e si sono innamorati di lei come Lucia Bosè, famosissima ed apprezzata attrice internazionale. Ora è nei guai per un Picasso. È stata accusata di aver venduto all'asta un disegno di Pablo Picasso che in realtà apparteneva ad una sua domestica deceduta nel 1999.

Dalla vendita, l'attrice avrebbe ricavato 198.607 euro. Somma che, secondo l'accusa, non sarebbe mai stata consegnata ai nipoti della domestica e che ora la Procura vuole che venga restituita a quelli che ritiene i suoi eredi diretti. Per questo sono stati chiesti per lei 2 anni di reclusione con l'accusa di appropriazione indebita.

Dal suo canto, l'attrice ormai 86enne si difende sottolineando la sua nota amicizia con il pittore. La storia vuole che si conobbero nel 1958 quando Picasso strinse una forte amicizia con il torero Luis Miguel Dominquin, con cui la Bosè era sposata. Da lì, il terzetto ha condiviso e vissuto tra salotti e vacanze in Spagna e Francia. Una profonda amicizia cementata anche dalla scelta di avere il pittore come padrino della figlia Paula.

Quest'affetto decennale ha elargito anche una raccolta di dipinti, incisioni, disegni e collage che l'amico pittore aveva donato alla donna.

Una collezione privata che Bosè aveva venduto in parte il 25 Giugno 2008 con un'asta affidata alla nota casa Christie's di Londra. 

Proprio in quell'anno furono 40 le opere vendute. Tra queste c'erano i disegni dedicati alla famiglia, realizzati dal pittore. Tra essi anche il dipinto al centro della diatriba: "La Chumbera", un quadro che riporta la dedica di Picasso a "Reme", diminuitivo del nome della domestica, e la data di realizzazione (12-2-1963).

Il quadro prima della vendita si trovava nella casa di Bosè a Madrid, dove per circa 50 anni, e fino al giorno della sua morte, ha vissuto la domestica con il compito di curare i beni dell'attrice.

I parenti della defunta hanno invece rivendicato la proprietà del disegno, o meglio il ricavato della vendita del medesimo. Quindi l'ufficio del Procuratore chiede il risarcimento del ricavato della vendita per darlo ai nipoti e si attende la data del processo.

A volte i rapporti realmente esistenti tra persone cambia in base alla vita o alla morte. Per esempio la Bosè e la domestica si volevano bene e non c'erano state mai questioni. Meno male, che a fermare gli attimi d'esistenza vera, c'è l'arte.











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