Pubblicità

venerdì 6 luglio 2018

Conto corrente di base: ora, un diritto anche in Italia

La direttiva Ue che prevede un conto corrente a spese molto basse e a zero commissioni soprattutto per le fasce più povere della popolazione diviene effettivo anche in Italia.

Dopo un lungo iter, il conto corrente di base europeo è finalmente realtà. Cambia che, le fasce più povere della popolazione potranno accedere ad un conto legato ad un bancomat, con il quale effettuare un numero limitato di operazioni sia in entrata che in uscita. Il costo annuale sarà "ragionevole", comunque non verranno applicate commissioni di alcun tipo.

Questo perché, dopo tanto è entrato in vigore il decreto 70 del 3 Maggio 2018, allora firmato dall'ex Ministro dell'Economia Padoan che dava attuazione al decreto legislativo del 15 Marzo 2017 che, a sua volta, recepiva la direttiva europea 2014/92. Tra le novità introdotte dall'ultimo decreto ci sono i criteri per accedere allo strumento finanziario.

Il conto di base europeo è dedicato ai concittadini con Isee non superiore agli 11.600 euro e ai pensionati con Isee lordo non superiore ai 18mila euro. I pensionati dovranno comunicare alla propria banca l'importo della propria pensione entro il 31 Maggio di ogni anno.

Con il nuovo conto base, però, si potranno fare alcune operazioni limitate nel corso dell'anno. Praticamente, chi ha un Isee inferiore agli 11.600 euro potrà fare: 6 prelievi di contante allo sportello, prelievi illimitati dall'Atm della propria banca; 12 prelievi agli Atm di altre banche; bonifici in uscita illimitati; 36 bonifici Sepa in entrata (stipendio o pensione compreso); 12 versamenti tra contanti e assegni; pagamenti illimitati con bancomat.

Invece, per i pensionati con Isee sopra i 18 mila euro: 12 prelievi di contante allo sportello; prelievi illimitati all'Atm della propria banca; 6 prelievi agli Atm di altre banche; bonifici in uscita illimitati; bonifici Sepa in entrata illimitati; 6 versamenti tra contanti e assegni; pagamenti illimitati con bancomat.

Era ora! Era proprio giunto il momento che l'Italia si mettesse al pari dell'Europa per ciò che riguarda i pagamenti online. Perché se è vero che da una parte si sta cercando di rendere tracciabili le spese, è pur vero che l'Italia rimane l'unico Paese in Europa a prevedere un costo per ogni transazione seppur minima.

Nessun commento:

Posta un commento