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giovedì 22 marzo 2018

In Italia si legge sempre di meno, ma per mancanza di tempo

La stima è del 30% dei casi. Lo rivela un'indagine Istat. Almeno 22 milioni non hanno letto un libro in un anno.

Nel Belpaese aumentano i non lettori e il 30% non legge per mancanza di tempo. Questa è la motivazione principale usata dal 31,8% degli uomini e dal 27,7% delle donne.

Questo sono i dati Istat rivelati a Tempo di Libri, nel secondo giorno della Fiera Internazionale dell'Editoria di Milano a Fieramilanocity.

L'indagine parla di un 23,7% che non legge perché preferisce altri svaghi rispetto ai libri, il 15,9% ha motivi di salute che lo allontanano dalla lettura, solitamente la scusa più usata è quella non ci vedo bene, "età anziana", poi c'è il 9,1% che è troppo stanco dopo aver svolto altre attività. C'è anche un 8,5% che non legge per motivi economici, "i libri costano troppo" ed un 6,5% di non lettori che preferisce la televisione, radio, pc o il cinema.

In Italia i non lettori sono circa il 39% e questa scarsa attitudine è legata soprattutto al livello di istruzione: le persone con la licenza elementare leggono di meno, a differenza dei laureati dove a non leggere sono il 12,3% degli uomini e il 9,1% delle donne.

Riccardo Franco-Levi, presidente dell'Associazione Italiana Editori commenta questi risultati così: "Cade anche l'affermazione che una delle motivazioni della non lettura sia l'elevato prezzo dei libri, dato che solo l'8% risponde in questo modo, o che sia la concorrenza di televisione, radio, nuove tecnologie che vengono indicate solo dal 6% dei non lettori come ragione del loro disinteresse verso i libri. La mancanza di tempo è sempre stata la motivazione principe che i non lettori portano per giustificare il loro rapporto con il libro di lettura. È certamente vero, soprattutto all'interno degli odierni ritmi di lavoro, spostamento, occupazione del tempo. In realtà credo che dietra questa affermazione si nascondono delle dinamiche più complesse". Sono convinto che un impegno più continuativo di quanto non si sia fatto negli ultimi anni, risorse maggiori investite con infrastrutture per la lettura o in compagnia capaci di far comprendere l'importanza che questa attività ha per l'individuo o per il sistema Paese possono migliorare in modo significativo questi dati".

Una volta c'era il piacere di leggere. Il piacere di trovare un momento tutto per sé in cui concedersi qualche episodio di evasione e di piacere dal tran tran quotidiano. C'era il piacere di andare in biblioteca come nelle sale studio o lettura. Invece oggi si preferisce più trovare delle scuse che provare a far un'attività "che può solo rendere più liberi da ogni situazione".

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