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mercoledì 28 marzo 2018

La Gibson, storica casa delle chitarre del rock rischia la chiusura

La regina delle chitarre, fondata nel 1894 che con le sue corde ha dato il suono a Jimmy Page, B.B. King, Santana, Slash e tanti altri rischia la chiusura per bancarotta.

La crisi sta per abbattersi come una mannaia su un altro marchio storico La Gibson, tra i produttori di chitarre più famosi al mondo, è sommersa dai debiti e rischia la bancarotta.

Il comunicato è stato emanato da Businesswire sull'analisi dell'accreditata Nashville Post, la Gazzetta del Tennessee, sede del produttore e per questo uno dei luoghi di culto per gli amanti delle sei corde.

Eppure queste chitarre sono state imbracciate e d'ispirazione per le leggende della musica rock, passando da Led Zeppelin, Santana e B.B. King fino ad arrivare ai Gun's' Roses, AC/DC e Foo Fighters.  

Secondo il Nashville Post, la situazione della Gibson non è poi così rosea. Nonostante l'azienda fatturi più di un miliardo di dollari l'anno e ha appena un pagamento di 16,6 milioni di dollari ai possessori delle sue obbligazioni, entro il 23 Luglio deve versare un debito di 375 milioni di dollari. Inoltre se non dovesse rispettare tale data ci sarebe un ulteriore aggravio di 145 milioni.

Una brutta tegola per la casa fondata nel 1894 e che negli anni ha acquisito oltre cento marchi ben noti, tra cui Epiphona, Dobro, Valley Arts, Kramer, Steinbery e Maestro.

Le sue chitarre più famose sono: Les Paul (dal 1952), Es-335 (dal 1958) e SG "diavoletto" (nata nel 1961), tuttora in produzione. Mentre le altre, quelle d'annata sono diventate preziosi oggetti di collezioni, anche perché il legno di cui sono costituite nel tempo, ha subito una maggiore stagionatura che ne determina maggiori qualità sonore.  

Negli anni non sono mancati nemmeno i tentativi di imitazione o modelli derivati prodotti da altri marchi, ispirati dalle versioni originali.

Il tempo passa e pure le mode, ma alcuni mostri sacri come può essere una chitarra Gibson rimangono. Peccato che oggi tutto si debba piegare alle spietate regole del mercato.

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