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mercoledì 11 aprile 2018

La Wycon fa "concorrenza parassitaria" alla Kiko, deve rifare 120 negozi

La battaglia del rossetto viene vinta senza mezze misure dalla Kiko. La rivale ha fatto concorrenza sleale copiando i suoi negozi e quindi è stata condannata a pagare 700 mila euro di multa e rifare 120 punti vendita.

Alla fine, nella sfida del make up, ha avuto la meglio il gruppo bergamasco della famiglia Percassi. La Kiko ha vinto, un procedimento che si trascina dal 2015 e a cui hanno dato ragione la sentenza di primo grado e di appello del Tribunale di Milano.

Per i giudici, la Wycon ha fatto concorrenza sleale a Kiko anzi, poiché è risultato evidente che ha copiato in tutto il modello di attività del gruppo bergamasco e in molti casi ha creato confusione nei consumatori, si tratta proprio di "concorrenza parassitaria". Secondo l'ex articolo 2598 del Codice Civile, secondo cui la concorrenza parassitaria costituisce "il mezzo per determinare uno sfruttamento sistematico del lavoro e della creatività altrui, così determinandosi su tale piano la violazione dei principi di correttezza professionale che integrano la concorrenza leale".

A quanto pare, la Wycon ha copiato perfino il "grembiule delle commesse", così il giudice si è espresso con una sentenza innovativa sottolineando come la catena Kiko sia stata enormemente copiata.

La "battaglia del rossetto" non ha lesinato di colpi di scena. Mentre l'azienda Percassi ha portato le fatture dello studio di architetti Ioso Glini e Associati, che per suo conto ha realizzato stand, banconi e vetrine con un design industriale innovativo, la Wycon ha presentato una serie di foto di altre profumerie a loro dire tutte simili, per dimostrare che quello di Kiko non è un marchio di fabbrica.

Ma il giudice ha rigettato la tesi, perché con l'unica eccezione delle profumerie Limoni, ogni profumeria ha il suo design, mentre le circa 120 profumerie Wycon fatte su misura del modello Kiko, hanno oggettivi elementi copiati dai negozi del gruppo Percassi.

In passato la Kiko aveva avuto anche una disputa con le profumerie Limoni, che hanno preferito troncare la causa, mentre in Francia, semprebil gruppo Kiko ha vinto una causa contro le profumerie Reserve Naturelle, sempre perché avevano copiato il formato degli italiani.

La Wycon è quindi caduta nell'errore già commesso da altri, e per questo dovrà pagare a Kiko 700 mila euro di danni (10 volte la parcella pagata dai Percassi allo studio Iosa Ghini) e rifare il look ai suoi 120 negozi specchi di quelli Kiko.

La Wycon se non altro è stata molto superficiale, proprio loro del settore avrebbero dovuto sapere che il trucco si vede subito!






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