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martedì 5 giugno 2018

Più zuppe e meno pasta

Gli italiani cambiano gusti. Consumano più zuppe e meno pasta perché non ingrassano e sono più digeribili.

Sulla tavola degli italiani compaiono sempre più zuppe e meno pasta. Questa la nuova tendenza alimentare del Belpaese svelata da Cna Agroalimentare (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa). I dati arrivano da un'analisi di mercato su pasta e pane secondo cui c'è un'evoluzione delle preferenze che si indirizzano verso cereali e farro, molto probabilmente legate alla voglia di non ingrassare, ai tempi di preparazione più lunghi e a problemi di digeribilità.

La Cna sottolinea la tendenza alimentare che sul mercato sono arrivati nuovi tipi di pasta che trovano maggior favore dei consumatori, come quella bio, la gluten free e le paste premium di altissima qualità.

Le cifre economiche sulla materia prima della pasta segnalate dalla Confederazione, insieme alla ricerca della Società Openfields indicano che gli italiano consumano più di 100 chilogrammi all'anno di derivati dal grano duro e tenero. La produzione di cereali sul territorio è invece di due miliardi l'anno (in progressivo aumento dal 2010), mentre quella del grano è di 750 milioni di tonnellate (40 milioni è fatto di grano duro, il 10% della produzione mondiale).

Il consumo pro capite annuale di pasta è di 24 chilogrammi, mentre è quadi di 60 chili pro capite il consumo di pane, focacce e pizze dai forni artigianali.

Inoltre la Cna rivela che nel 2017 l'Italia ha importato oltre il 50% del proprio fabbisogno di cereali, semi oleosi e farine di estrazione (il livello di importazioni era del 41% nel 2012) e nella totalità della filiera l'utilizzo cerealico è di 39 milioni di tonnellate annue, con un'importazione italiana dall'estero di circa 20milioni di tonnellate. E resta ancora importante pure la produzione della pasta che ha un volume di esportazione all'estero di 1,9 milioni di tonnellate all'anno, più del 50% della produzione totale. 

Le mode cambiano, così gli italiani ora sono più bravi ad esportarla che non a mangiarla, la pasta.

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