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venerdì 1 febbraio 2019

L'abbandono scolastico tra i principali effetti della dipendenza da smartphone


I dati di una recente ricerca dell'Associazione Di.Te. rivelano che gli adolescenti fanno assenze per restare a casa a smanettare sul cellulare o al computer, compromettendo l'andamento dell'anno scolastico.

L'ultima analisi condotta dall'Associazione Nazionale Di.Te. Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo svela un quadro alquanto allarmante. Su un campione di 5mila ragazzi tra i 13 e i 15 anni, il 38% dichiara l'aver fatto in media 15 assenze per rimanere a casa davanti al pc o allo smartphone; il 18% di averne fatte 30 per la stessa motivazione e il 20% ha sfiorato i  cento giorni.

Proprio quest'ultima soglia rappresenta il totale di assenze per cui è prevista la bocciatura e la perdita dell'anno scolastico. Salendo con gli anni, giovani tra i 16 e i 18anni, almeno il 16% dichiara di essere stato a casa per un lasso di tempo compreso tra i 50 e i 60 giorni.

Tutti gli interessati hanno inoltre ammesso di aver ridotto la loro vita sociale anche fuori   dagli ambienti scolastici. Fino a poco tempo fa erano soprattutto i ragazzi a chiedere di restare a casa, ora i dati si sono invertiti e  sono soprattutto le ragazzine tra i 13 e i 15 anni che sostano a casa per fare "attività social". 

I risultati fanno riflettere, anche sul ruolo dei genitori. Nella maggior parte dei casi essi sono completamente assenti. Sono all'oscuro delle assenze scolastiche dei figli, non chiedono al figlio se ha bisogno di aiuto esterno, e non cercano di motivarli a trovare insieme soluzioni.

"Finché il figlio va a scuola si pensa che non ci siano problemi". Poi se non ha una vita sociale o se non mostra alcun interesse per uno sport o per un hobby, poco importa; "tanto c'è tempo". Così molti la pensano secondo il responsabile, psicologico e psicoterapeuta Giuseppe Lavernia, presidente dell'associazione Di.Te.

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