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martedì 16 ottobre 2018

La castagna Igp di Montella

È la castagna regina nell'area del Terminio Cervialto. La prima con indicazione geografica protetta.

Per Pascoli il castagno è  "l'albero del pane", per i montellesi, abitanti del comune  in provincia di Avellino, da sempre la castagna  è vita. A Montella, secondo fonti storiche la coltivazione  del castagno risalirebbe ad un periodo compreso tra il VI e il V secolo a.C. Mentre la prima legge a tutela di questa coltivazione considerata già all'epoca "una preziosa risorsa", è attribuibile ai Longobardi nel 571 d.C.

D'allora a Montella, non c'è famiglia che non possegga almeno un castagneto e proprio attorno ad esso si svolgeva e ancora, per molti, si svolge la vita delle persone. Dalla preparazione e pulizia del boschetto, degli alberi, poi la raccolta del prezioso frutto, fino alla selezione delle castagne migliori per la lavorazione ed esportazione. In questo senso, la castagna per i montellesi è vita. Nonché pilastro portante dell'economia del comune.

La castagna di Montella è una castagna speciale! È la prima ad aver ottenuto l'indicazione geografica protetta "Castagna di Montella". Per il 90% sono formate dalla varietà  Palummina e per il restante 10% dalla varietà  Verdale.

Le caratteristiche distintive sono rappresentate da una pezzatura medio o medio-piccola (75-90 frutti per kg) e la forma rotondeggiante del frutto, con faccia inferiore piatta, base convessa e sommità ottusa mediamente pelosa. All'interno, il frutto presenta polpa bianca, croccante  e di sapore dolciastro.  Mentre la buccia è  sottile e di colore marrone carico. È proprio la forma a dare il nome "Palommina" (colomba), il frutto ha le sembianze di una colomba che in dialetto si traduce  "Palommina". Praticamente, il castagno non solo è l'albero del pane, ma anche della pace. Sicuramente quella dei sensi quando  se ne mangia, e nell'accezione che dava da vivere alle persone.

La Castagna di Montella è inoltre unica per fragranza, sapidità e bellezza quindi di può utilizzare fresca e allo stato secco con o senza guscio. Ottime come caldarroste, questo tipo di castagne sono richiestissime dall'industria di trasformazione per dar vita a marron glaces, marmellate, al naturale, purea, liquore e birra. Indicate anche per guarnire carni e minestre, il loro impiego principale è soprattutto quello per la preparazione di dolci. Inoltre, molto in voga anche le "castagne del prete", castagne infornate pronte per essere mangiate a casa o lavoro come snack o alla fine delle tavolate in famiglia durante le feste. Ultimamente la produzione ha subito un brusco calo per via di un parassita che nidifica con delle gemme sull'albero.

Si potrebbe parlare  per ore ed ore della Castagna Igp di Montella, ma la cosa migliore da fare, è  quella di assaggiarle e farsi raccontare direttamente da loro, il sapore e la cultura di un territorio.

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