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sabato 25 marzo 2017
Brutti eppur piacciono
Brutti, ma brutti, ma talmente brutti da piacere. Sembra strano, eppure tra gli animali, come del resto in tutta la natura, esistono degli esemplari oggettivamente brutti che piacciono. Tra gli esemplari simbolo della categoria " brutti che piacciono" ci sono bradipi dall' aria sonnecchiante, i pesci blob, aye- aye, i ragni saltellanti e perfino la rana pescatrice, per qualcuno, essi sono carini. " Carinamente brutti" ma piacciono. Il meccanismo psicologico che si innesca, è lo stesso per i quali piacciono i tradizionali coniglietti o i cuccioli più carini: occhi grandi, testa grossa e corpi morbidi, caratteristiche legate al mondo dell' infanzia che scatenano negli umani adulti l' istinto di proteggere ed accudire. Caratteristiche denominate " segnali infantili", tempo addietro, dall' etologo austriaco Konrad Lorenz. I tratti infantili di questi animali ci fanno pensare che abbiano " bisogno della nostra compagnia o delle attenzioni, il che provoca quell' ondata di emotività che è la risposta al carino". In Giappone, " il graziosamente brutto" ha un nome: è Kimo-Kawaii, traducibile in linea di massima con " carino in modo inquietante", sottolinea Hiroshi Nittono, direttore del Cognitive Psychophysiology Laboratory alla Hiroshima University. I nipponici, per esempio, amano così tanto l' isopode gigante, simile ad uno scarafaggio, da averne fatto un peluche; che vende tantissimo. E vende ugualmente tanto, un libro fotografico che include tutte le specie d' animali abbastanza " mostruose" come: suricati, pesci rossi con gli occhi rossi, telescopici e tunicati come la clavelina moluccensis. Secondo il professor Nittono, il concetto alla base del Kimo- Kawaii è che nonostante un animale di primo acchito possa sembrare sgradevole, chi lo vede, " alla fine lo troverà interessante, vorrà avvicinarlo e saperne di più". Inoltre egli, ha anche scoperto che grazie alla nostra ossessione per i cuccioli carini si acutizza l' attenzione ai dettagli. In un recente studio, Nittono ha osservato che le abilità motorie fini di alcuni studenti universitari, che giocavano al gioco per bambini Operation, miglioravano dopo aver visto immagini di cagnolini e gattini. Invece, non c' era nessuna differenza nella performance, dopo aver guardato foto di cani e gatti adulti. Un' altra psicologa, Oriana Aragan, della Clemson University, il graziosamente brutto ricorda l' estetica del " è così brutto da essere bello" , sfruttato nei film horror e in altri ambiti della cultura pop. Cioè, trovare interessante ciò che la maggior parte delle persone additerebbe come un animale orrido è " un modo giocoso" di approcciare qualcosa di diverso dal solito. In accordo anche il professor Nittono, che aggiunge che chi guarda un animale brutto potrebbe provare una sensazione di " bizzarra carineria" , che non attiva i nostri istinti di protezione, ma provoca un senso di gioia e leggerezza, lo si trova semplicemente divertente. In effetti, capita così anche con le persone, animali più evoluti. Quante volte è capitato ci piaccia qualcuno non obiettivamente perfetto, e quando non riusciamo a dare una spiegazione razionale a noi stessi, o agli amici diciamo è un tipo....è simpatico.
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