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martedì 21 marzo 2017
Da Napoli alla Luna, lo scudo anti- radiazioni di 3 studenti campani
Nel liceo scientifico Villari di Napoli c'è un rilevatore di raggi cosmici. L' ha costruito e piazzato lì, Mattia Barbarossa, un promettente studente di quell' istituto di appena 16 anni. Con l' aiuto e collaborazione di due colleghi poco più grandi, si è aggiudicato l' opportunità di far volarw fin sulla Luna il proprio esperimento scientifico. A Dicembre partirà infatti per lo spazio la sonda indiana con il suo scudo anti-radiazioni. Mattia, Altea Nemolata e Dario Pisanti, 56 anni in 3, sono stati scelti da TeamIndus, la compagnia spaziale indiana che partecipa al Contest Google Lunar Xprize, sono loro ad aver vintola selezione Up2 Moon, dedicato agli under 25 tra 3000 candidature. I più giovani erano loro:" Gli altri erano tutti laureati, avevamo a che fare con ingegneri e biologi". Il nome che hanno scelto per la squadra è Space4Life e la dice lunga sul loro obiettivo: fornire la tecnologia che manca all' uomo per colonizzare lo Spazio fino a Marte. Hanno inventato un prototipo di scudo contro i raggi cosmici che utilizza i batteri "estremofili" ( resistono a condizioni estreme) per assorbire le radiazioni e proteggere gli astronauti. Mattia e Dario( 22anni, il più vecchio del gruppo, laureando in ingegneria aerospaziale alla Federico II), si sono conosciuti circa un anno fa, alla Nasa Spaceapp Challenge di Napoli. Ma " la lampadina si è accesa a me" rivendica Mattia. "Per l' idea dei cianobatteri per assorbire le radiazioni. Dario invece ha dato corpo al progetto". Grande come una lattina deve pesare appena 250 grammi, una sfida nella sfida. I due hanno lavorato al progetto anche 19ore al giorno, pure durante le vacanze estive. poi si è aggiunta Altea, ragazza di Caserta, iscritta al 5° anno dell'Istituto Tecnico Giordani. Lei, 19enne è la "biologa" del terzetto. E aggiunge : " lavoravamo fino a notte fonda via SKype, e per me non è stato semplice perché i professori ci hanno messo sotto pressione per la maturità". Il disegno del progetto e la stampa 3D sono serviti per il primo test all' Università di Napoli. Poi il viaggio in India alla TeamIndus come selezionati e il successivo ritorno in patria da vincitori. Un' esperienza unica! " Avvertivi che qualcosa era pronto per andare nello Spazio e stava nascendo lì", dice Dario. "Ovunque c' erano statuette di Star Wars e ogni team aveva un Obi Wan a cui fare riferimento". In realtà era soprattutto un ambiente proiettato al futuro. "Eravamo tutti giovani, con tante idee innovative e il nostro sarà il primo esperimento europeo ma soprattutto italiano ad arrivare sulla Luna, avremo il nostro nome lassù". Nei mesi che verranno, i nostri ragazzi dovranno lavorare sodo per mettere a punto il loro dispositivo. Fino all' arrivo del definitivo lancio in Dicembre. Una volta arrivato sulla superficie lunare, mentre il rover indiano esplorera' l' ambiente per aggiudicarsi i 30 milioni mesdi in palio dalla Google, i cianobatteri dello scudo " bios", si metteranno a lavoro. La giuria internazionale è rimasta impressionata dal loro progetto: " è un' idea unica, sia per l' utilità nei futuri viaggi dell' uomo belle spazio che per l' approfondimento con cui è stata progettata, hanno considerato ogni aspetto e ogni possibile imprevisto". Davvero una bella sodfisfazione per il nostro Paese e per questi 3 giovani che ci rappresentano; e proprio come afferma la " femminuccia": " speriamo che il nostro successo mostri a tutti i giovani che con l' impegno si possono ottenere grandi risultati".
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