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mercoledì 14 giugno 2017

Vito, il Santo della campagna

Si celebra domani in Italia soprattutto in quella Meridionale il culto di Vito il giovane fatto martire.

Se camminando, o perdendovi fuori da un centro abitato, vi imbatteste in qualche piccola chiesetta rurale, state pur sicuri che quella è una chiesa dedicata a San Vito.
Perché il Santo fatto uccidere bambinetto per mano di suo padre che era pagano, è stato adottato dal popolo contadino, da braccianti e zappaterra come loro protettore.
Di lui, si festeggia il dies natalis, il 15 di Giugno, periodo che coincide con l'apparire in cielo della Costellazione del Cane, portatrice del caldo, della calura estiva, della bella stagione per chi non ha da lavorare. Caldo che avrebbe potuto essere una seria minaccia per le messi e i raccolti in via di maturazione. Anche da questo, si spiega questo aspetto "agrario" del culto del Santo, chiamato in causa per proteggere dal morso dei cani rabbiosi, da quello della tarantola e per invocare il buon esito dell'annata agricola e la buona sopravvivenza degli animali. Il Martire che tiene al guinzaglio il cane sta a simboleggiare il controllo esercitato sul "cane astrale", apportatore di caldo, siccità e morte.
Si ritiene che la figura di San Vito, venne a sostituire, quella non cristiana, del dio Silvano, le cui celebrazioni concludevano, in questo periodo, i rituali pagani dell' "augurium canarium" che si concludeva con delle cerimonie dedicate all'agricoltura nell'antica Roma. Di queste tradizioni pagane, si può ricostruire qualche stralcio anche nel rito cristiano. Fino a non molto tempo fa, era usanza nel giorno dedicato al Santo, allestire nelle chiesette un grande tavolo, sul quale i contadini in segno di devozione, deponevano omaggi, per lo più semplici doni offerti dal lavoro della tera, come spighe di grano, uova, ricotta, formaggio fresco, oppure chi era economicamente più abbiente soleva invece offrire al Santo, polli o galline, i cosiddetti "gallucci re Santo Vito", poiché proprio il gallo nelle culture mediterranee, anticamente rappresentava lo "spirito del giorno".
Questa antica tradizione si è poi trasformata nell'usanza odierna di distribuire equamente dopo la Messa celebrativa, panelline di pane benedette ai fedeli. Panelline che simboleggiano anche la luce solare e hanno una forte valenza positiva, sono di buon auspicio per il nutrimento fisico (per tutto l'anno) e morale in quanto questo pane benedetto, sacralizzato per intercessione di San Vito Martire, dal soffio divino e potente della Divina Provvidenza, proteggerà tutti coloro che di esso hanno mangiato.

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