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lunedì 8 gennaio 2018

Ancora vivo l'incubo siccità

La neve non sconfigge la sete d'acqua. I laghi del Nord sono ancora al di sotto delle medie stagionali.

Dopo il caldo torrido esperito durante la scorsa estate e buona parte dell'autunno, davvero si spera in un po' di freddo. Perché non solo "sotto la neve c'è il pane" ma anche per risollevare le sorti di un po' tutta la natura. Così le nevicate di metà Dicembre e l'inizio del 2018 hanno rappresentato una boccata d'ossigeno per l'agricoltura.  

Ma il livello della neve cambia da zona a zona ed è quasi assente al Sud. Quindi, i tecnici dell'Anbi, l'Associazione Nazionale Bonifiche, spiegano: "La situazione è radicalmente diversa da quanto registrato 12 mesi fa. Al momento ci sono abbondanti riserve d'acqua ma sarà l'andamento climatico delle prossime settimane a determinare la quantità e la qualità dell'approvvigionamento idrico".

Purtroppo, è tangibile che nonostante le grandi nevicate, tutti i grandi laghi del Nord restano abbondantemente sotto le medie stagionali. L'Anbi aggiunge ancora: "Non siamo più ai minimi assoluti di qualche settimana fa ma questa situazione dimostra la gravità della carenza idrica registrata nella scorsa estate. Se si dovessero registrare repentini aumenti di temperatura con conseguente scioglimento delle nevi ci sarebbero da affrontare problemi di gestione idraulica e, soprattutto, non ci sarebbero garanzie, stato l'insufficienza di invasi per lo stoccaggio della risorsa, di avere acqua per i periodi più caldi".

Naturalmente, la speranza è quella che il clima riprenda e rispetti l'andamento delle stagioni e che lo scioglimento delle nevi sia progressivo, solo così si avranno le risorse sufficienti per gestire i mesi caldi.

Anche perché questa situazione mette in evidenza l'urgenza di aumentare la capacità di trattenere le acque quando ci sono, attuando il Piano Nazionale Invasi, perché c'è il rischio che la gran parte delle nevi, quando si scioglieranno, finiranno nel mare senza essere utilizzate.

L'anno scorso sicuramente è stato un caso eccezionale. Le precipitazioni sono state circa 1/3 inferiori della media, l'anno più caldo in Italia, dal 1800. Un caldo eccessivo che ha avuto gravi ripercussioni nell'agricoltura, e l'economia in genere. Basti pensare al prezzo della frutta aumentato in media del 3%.

Strascichi di cui ancora si discute e per cui ancora si deve trovare una soluzione. Così grazie all'allarme lanciato dalla Cia-Agricoltori, il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha indetto per l'11 Gennaio un tavolo di crisi pte un confronto sull'andamento del mercato nazionale, sulle prospettive di breve e medil periodo e "per condividere nuove azioni di contrasto alle crisi del settore".


  • Insomma, il problema siccità è tutt'altro che risolto e si deve confidare nella benevolenza delle condizioni metereologiche, che facciano fioccare tanto, tanto freddo, come dovrebbe essere di stagione.

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