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mercoledì 3 gennaio 2018

Le piante fungeranno da abat-jour

In un futuro prossimo, grazie ad un esperimento del Mit. Le nanoparticelle incorporate nelle foglie di crescione creano una luce fioca che può durare fino a quattro ore.

E se si potesse leggere alla luce delle piante? Sì!, sarà possibile grazie ad uno studio del Mit. Dopo le piante spia progettate dalla Darpo, il settore militare Usa responsabile dello sviluppo di nuove tecnologie, arrivano anche le piante abat-jour. Ci stanno lavorando gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology che sono intervenuti sulle nanoparticelle incorporate nelle foglie di una pianta di crescione, facendo sì che questo si accenda.

In un futuro prossimo quindi si potrà leggere un libro alla luce di una pianta incandescente. Per il momento si tratta di una luce fioca, vegetale, che dura 4 ore. Ma il successo ottenuto fa ben sperare in una nuova fonte di luminosità naturale che possa sostituire l'elettricità.

Praticamente i ricercatori per attivare il processo di bioluminescenza hanno impiegato la luciferasi, l'enzima che fa splendere le lucciole. Questa agisce su una molecola chiamata luciferina, facendole emettere luce, mentre un'altra molecola, coenzima A, aiuta il processo a rimuovere gli ostacoli che possono inibire l'attività della luciferasi. Si è solo all'inizio, sicuramente il meccanismo va perfezionato, ne è stato scoperto che il crescione di 10 centimetri emette una luce che è un millesimo di quella necessaria per leggere. Eppure gli studiosi sono fiduciosi e speranzosi che un giorno le piante possano essere in grado di illuminare uno spazio di lavoro.

Micheal Strano, professore di Ingegneria Chimica al Mit e autore senior dello studio dichiara: "L'obiettivo è quello di realizzare una pianta che funzioni come una lampada da scrivania che non sia necessario collegare alla rete elettrica né a batterie. La luce viene, infatti, alimentata dal metabolismo energetico della pianta stessa".

Altrettanto ambiziose sono anche le prospettive d'impiego. I ricercatori sperano di potenziare così tanto l'intensità e la durata luminosa da poter offrire una tecnologia da impiegarsi sia per fornire illuminazione a bassa intensità per interni sia per trasformare gli alberi in lampioni autoalimentati.

Insomma, è presto per dire se il futuro dell'elettricità sarà la nanobotanica vegetale, ma di sicuro  si può ritenere che le piante che illuminano hanno un certa utilità in più. Affascinanti, offrono una luce soffusa, perfetta per creare l'atmosfera giusta per la lettura ed in più,  arredano, con gusto ed in maniera ecologica.

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