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venerdì 19 gennaio 2018

Gli studenti italiani: connessi anche di notte e attratti dal gioco d'azzardo

Questo è l'autoscatto degli studenti italiani dopo un questionario sottoposto a 35mila studenti di 8 province da Nord a Sud. Inoltre, svela che l'84% dei bambini sotto i 10 anni ha acquistato almeno una volta un Gratta e Vinci con la complicità di un genitore.

L'autoscatto dei giovani studenti italiani under 18 è un quadro pregno di connessione allo smartphone, dovuto ad una dipendenza da social network ed isolamento rispetto al mondo degli adulti e forte inquietudine.

L'immagine è stata sapientemente immortalata da "Selfie" il questionario progettato in forma sperimentale dal Centro Seni di Melo della Fondazione Exodus in collaborazione con la Casa del Giovane di Pavia e diventato uno strumento scientifico grazie al supporto dell'Università Bicocca di Milano.

Sono stati chiamati in causa 35mila alunni provenienti dalle province di Varese, Milano, Bergamo, Pavia, Mantova, Cremona, Cosenza e Potenza.

Ne emerge che i giovani vanno pazzi per i social, più Instagram che Facebook e l'84% dei bambini sotto i 10 anni almeno una volta ha giocato d'azzardo comprando un Gratta e Vinci, complice un genitore.

Sebbene va precisato che per i ragazzi intervistati azzardo significa sfruttamento di una persona su un'altra e la parola gioco venga associato al concetto di divertimento e non di azzardo, per gli under 18 è difficile è considerare in maniera negativa un'azione familiare e accettare che sia legale qualcosa che fa male.

Altro dato allarmante è quello secondo cui i giovani sarebbero connessi soprattutto di notte, per il 46%  dei 35 mila studenti delle scuole superiori intervistati è normale usarlo nelle ore notturne, soprattutto per chattare anche se non è da escludere quel 43% che usa proprio la chat per scambiarsi immagini provocanti con coetanei. Ed esiste anche un 10% che non usa mai lo smartphone per telefonare.

Insomma, il "Selfie" che emerge da questa immagine è un po' sconfortante. Mostra giovani troppo nascosti dietro uno schermo che perdono gran parte del loro tempo per immaginarsi cose che invece potrebbero vivere realmente di giorno.

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