Parola del cardinale Gualtiero Bassetti capo della Cei.
"C'è un' Italia rammendare, serve responsabilità. Ho paura dei rigurgiti xenofobi e di chi soffia sul fuoco della rabbia sociale, le scintille della fiamma possono propagarsi ovunque". Così si esprime il Cardinale Gualtiero Bassetti, dallo scorso Maggio Presidente dei Vescovi, in merito al dibattito politico e la campagna elettorale.
Il suo è lo sguardo pure della Chiesa Italiana che più che pensare alla campagna elettorale, ricorda ai politici che "C'è un'Italia da rilanciare con coraggio, carità e responsabilità". In un marasma di politici arroccati sulle poltrone dei palazzi e forse troppo lontani dalle reali esigenze delle persone, di quella temuta parola che è "popolo"; le parrocchie, invece, rappresentano ancora un filo diretto che unisce i vari cittadini della società.
Le chiese, quelle piccole locali di quartiere, fungono anche da termometro sociale, tastano il polso delle vere richieste delle persone. Si evince che le priorità per il nostro Paese sono: il lavoro, la famiglia e i giovani. Tre temi, tre assunti di base, che vanno a confluire nella prima grande priorità: l'Italia stessa.
A poco più di dieci giorni dalle elezioni politiche, ci continuano a bombardare, con promesse miracolistiche, soluzioni tampone o bonus. Tutte proposte potenzialmente valide ma che appaiono più come delle tappe d'applicare per farsi votare.
Invece bisognerebbe "ricucire l'intero vestito", l'Italia, secondo Bassetti, "un Paese da riconciliare con coraggio, carità e responsabilità. Bisogna ritornare a riflettere secondo un orizzonte di comunità di popolo, l'Italia intera. Altrimenti è solo la strasentita propaganda politica che incatena il nostro Paese a una condizione di precarietà.
Chi, come la Cei, parte da una posizione di vicinanza con il popolo (parola quanto mai bella), sa che c'è un Mezzogiorno d'aiutare, sa di milioni di giovani che vivono una precarietà drammatica e con loro milioni di famiglie che per arrivare a fine mese compiono degli atti di eroismo quotidiano paragonabili alla scalata in libera del Cervino".
Per questo si deve partire dal basso, dall'ascolto degli umori e delle richieste delle persone, e non fare a gara "a chi le spara più grosse" per farsi eleggere. D'altronde è solo "Uno" quello che fa i miracoli... il resto, i politici (soprattutto, e in questo dato periodo storico) devono pensare a fare il loro mestiere, che è anche quello di pensare al popolo, alla nazione Italia.
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