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giovedì 20 luglio 2017

Esiste anche il gusto per l'acqua

Incredibile. Eppure esiste anche il gusto per l'acqua. Lo ha scoperto un'equipe di neuroscienziati del California Institute of Technology, sulla lingua sono presenti dei recettori sensibili al gusto dell'acqua.

Chi ha ritenuto che le acque fossero tutte uguali e che essa fosse un liquido insapore, si dovrà ricredere. Oltre ad essere "utile et humile et pretiosa et casta", l'acqua è anche saporita. Dopo i gusti di: dolce, salato, amaro, acido, grasso, esiste il sesto gusto dell'acqua. Lo afferma un recente studio condotto dal California Institute of Technology di Pasadina, che ha individuato sulla lingua dei topi dei recettori in grado di distinguere il sapore dell'acqua da quello degli altri liquidi. La rivista Nature Neuroscience riporta lo studio.

Nel mondo scientifico, il dibattito sull'esistenza o meno del gusto dell'acqua è sempre stata una questione aperta. Dall'antica Grecia è stata ritenuta "insapore", ma già dal 300 a.C. era cosa nota che alcuni animali come gli insetti e gli anfibi (e forse pure qualche mammifero) avessero delle cellule nervose nel cervello sensibili al suo "gusto".

Oggi, grazie a studi più recenti condotti con strumenti di imaging che permettono di scansionare l'attività cerebrale, hanno evidenziato che una regione della corteccia cerebrale degli esseri umani "s'accende" quando la lingua viene a contatto con l'acqua. Sebbene questo fenomeno non convince tutyi, poiché qualcuno afferma che tale riscontro possa essere dovuto a ciò che abbiamo mangiato prima di bere acqua.

Il neuroscienziato della University of California di San Francisco, Zachary Knight delucida:"Ancora si sa pochissimo sui meccanismi molecolari e cellulari che regolano la percezione dell'acqua in bocca e in gola e dei percorsi neurali che trasmettono tale segnale al cervello". Di certo, Knight e alcuni suoi colleghi anni addietro, avevano identificato una popolazione di neuroni, nell'ipotalamo, responsabile dell'invio dei segnali che indicano quando smettere di bere. L'unico tassello che rimaneva aperto è quello di comprendere come facesse il cervello a capire che si stesse bevendo acqua.


  • Da qui si è partiti per la nuova ricerca. Il team di Yuki Oka, ha analizzato da vicino la lingua dei topi, "selezionando" geneticamente recettori di tipo diverso ( i cosiddetti TRC, acronimo di taste, recepto cell) per capire quali di questi rispondessero al contatto con l'acqua. Cosa particolare, i ricercatori hanno notato che i recettori responsabili del gusto acido si accendevano significativamente quando venivano toccati dall'acqua. Forse automaticamente si sono sviluppati i recettori dell'acqua vicino a quelli dell'acido per una sorta di ulteriore aiuto per la sopravvivenza.


Oggi si scopre che il bene più prezioso che abbiamo sulla Terra è pure saporito o comunque esiste un sesto gusto per meglio assaporarla e apprezzarla.

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