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domenica 16 aprile 2017

L' intelligenza artificiale conserva i pregiudizi dell' uomo

Secondo uno studio di ricercatori americani pubblicato su Science, i sistemi d' intelligenza artificiale, quando imparano il linguaggio da testi scritti, eredirano dall' uomo anche i pregiudizi. Si evince che il linguaggio è intimamente intrecciato a pregiudizi storici e stereotipi culturali, e potranno essere utili per comprendere ancora meglio la natura dei pregiudizi nell' uomo. Il gruppo di ricerca dell'Università di Princeton, guidato da Aylin Caliskan inizialmente si è avvalso per valutare il livello di preconcetti negli esseri umani di un apposito test, detto implicit association test (Iat), in cui si chiede ai soggetti di associare due concetti che trovano simili. Dai loro tempi di risposta è possibile capire quanto ogni accostamento viene fatto accuratamente. Lo stesso principio di base è stato usato per misurare la presenza di pregiudizi nei sistemi artificiali che hanno appreso il linguaggio da testi umani. È stato messo a punto un test simile basato sulle associazioni tra parole che anziché considerare il tempo di risposta, è stato valutato statisticamente il numero di associazioni, analizzando circa 2,2 milioni di parole. I risultati inequivocabili della ricerca svelano che le macchine conservano i pregiudizi dell' uomo. Una ricerca precedente sui pregiudizi, per esempio, aveva dimostrato che lo stesso curriculum vitae ha il 50% di possibili selezionati se il nome del candidato è americano o europeo, piuttosto che afroamericano. Analogamente, i sistemi d'intelligenza artificiale hanno associato più facilmente nomi americani o europei a concetti piacevoli per esempio per quanto riguarda il sostantivo "felice". Inoltre anche le macchine hanno dei pregiudizi di genere, infatti le parole legate al sesso femminile come donna o ragazza, sono state associate alle arti mentre quelle riferite alla matematica agli uomini. Concorde con i risultati di questa ricerca lo psicologo sociale Anthony Greenwald, dell' Università di Washington che in un articolo di commento pubblicato su Science, ribadisce che questi risultati potrebbero essere sfruttati per indirizzare e comprendere ancora meglio i pregiudizi dell'uomo, che tra l' altro, riesce a trasmettere anche alle macchine ( cose senza anima) , sarebbe meglio insegnare agli uomini a cercare di non avere e di non pensare sempre per via di preconcetti o frasi fatte, e cercare di ascoltare e farsi sempre stupire dalla meravigliosa variabilità dell' essere umano.

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