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martedì 25 aprile 2017
Telescopio per il riscatto della Basilicata
A Castelgrande, in provincia di Potenza, nascosto tra le querce e vicino ad un torrente pulitissimo, c'è una piccola chiesa. Ogni anno, al solstizio d' inverno, il raggio di sole attraversa la finestrella dell' abside e colpisce come un laser l' altare. Santa Maria di Costantinopoli, dedicata al culto della Madonna Nera e al pellegrinaggio delle Sette Sorelle, con essa, altri piccolo santuari sparsi tra Basilicata, Campania e Puglia che richiamano la costellazione delle Pleiadi. Più in alto, a chiusura della congiunzione astrale, sulla cima del monte che domina l' intera Basilicata, c'è un altro " santuario" che guarda le stelle: l' Osservatorio Astronomico di Castelgrande, il secondo telescopio più grande d' Italia. Una delle tante cattedrali nate nel deserto del Meridione. Qui ora si studieranno le esplosioni cosmiche e si monitoreranno i rifiuti orbitali. L' intera regione si trasforma in "distretto spaziale" per rilanciare tramite questa stuttura anche tutto il territorio e cercare di superare una storia di ambizioni politiche, progetti visionari, sprechi e poi l' inevitabile declino. Perché oltre all' Osservatorio di Castelgrande, in Lucania ci sono pure il Centro di Geodesia Spaziale di Matera, con il Cnr, l' Università, un gruppo di aziende pubbliche e private e diversi piccoli Osservatori per astrofili. Massimo Della Valle, già direttore dell' Osservatorio Astronomico di Capodimonte a Napoli, e che ora gestisce anche il Telescopio di Castelgrande, dichiara fiducioso:"Ce la possiamo fare, bon appena la Regione sbloccherà i fondi europei. Certo, bisognerà cambiare completamente mentalità rispetto al passato". Lui ha già pronto il programma di rilancio elaborato con la collaborazione dell'Università della Basilicata, della Sapienza e della Regione. Un' operazione da circa 3 milioni di euro dilatati in 4-5 anni. "Punteremo sullo studio delle grandi esplosioni cosmiche e sulla mappatura dei deserti spaziali, i frammenti di satelliti che posdono ostacolare le rotte dei nuovi lanci". L' atmosfera incontaminata del territorio e il cielo limpidissimo, fecero sì che questo Telescopio fu installato sul monte Toppo già nei lontani anni '70 periodo in cui, anche gli inglesi avevano cominciato degli studi per costruire qui un loro Osservatorio Astronomico, poi rinunciarono all' idea. D'altronde oggi, l'inquinamento luminoso nelle città è cresciuto a dismisura e i moderni telescopi vengono costruiti in zone ancore più remote, per esempio, il telescopio Nazionale Galileo è stato costruito alle Canarie. Da questo punto di vista, la Basilicata ha ancora un paesaggio abbastanza incontaminato, sarà per questo che l' Osservatorio di Castelgrande, anche a distanza di anni di incuria, sarà una validissima alternativa. U a struttura di circa una tonnellata e mezza di strumentazione cristallina, con un cuore di cemento armato, la cui cupola si raggiunge salendo una spirale di scalini. Da qui, partiranno delle grandi opportunità per il rilancio della Lucania stessa. Oltre alle attività comandate al telescopio, l' Osservatorio dovrà avviare anche un' attività di sky- watching, che andrà ad affiancare le attività del Centro di Geodesia Spaziale di Matera da cui partono i raggi laser cge rimbalzano sui satelliti e sulla Luna. Tante iniziative, legate a questo progetto che possono creare piccoli segnali di ripresa per un territorio colpito fortemente dala recessione e dallo spopolamento. A un progetto che guarda in alto, oltre il cielo nello spazio, è affidato il riscatto di un intero territorio.
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